Al castello dell'Acciaiolo di Scandicci Claudia Brazzale in The Aging Daughter (Lunedì 9 ore 21.30 e martedì 10 ) mostra I Love Light (Martedì 10 ore 21.30 )

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2001 14:13
Al castello dell'Acciaiolo di Scandicci Claudia Brazzale in The Aging Daughter (Lunedì 9 ore 21.30 e martedì 10 ) mostra I Love Light (Martedì 10 ore 21.30 )

Dopo il grande successo di pubblico e di critica al festival Fabbrica Europa 2001 The Aging Daughter verrà presentato al Castello dell’Acciaiolo.
Uno spettacolo intenso, emozionante e raffinato. Un racconto autobiografico che attraverso immagini simboliche fortemente significanti ci conduce nelle pieghe di una vita sacrificata ma allo stesso tempo proiettata verso la libertà degli spazi interiori e circostanti.
Lo spettacolo, ispirato dalle opere di due artisti Messicani, lo scrittore Juan Rulfo e la fotografa Graciela Iturbede, coniuga in maniera straordinaria la danza contemporanea alle immagini video.

Una figura emerge lentamente da una ragnatela di capelli: questa metamorfosi che parla di rinascita e crescita si trasforma presto in un ritratto di una donna relegata su una sedia e confinata in una immobilità quasi totale. Se apparentemente la donna è rassegnata a vivere in questa paralisi, un’eco di immagini e suoni rivela il suo disagio e la sua ribellione. Ricordi, desideri, conflitti interni e figure della mente si destano, prendono forma visiva e sonora attraverso le immagini dei videomaker Peter Goodman e Giancarlo Torri, tracciano il percorso metaforico della donna che cerca con tenacia di superare ciò che la paralizza: dagli strati della sottogonna Vittoriana, alla sedia da cui non riesce ad alzarsi ed, infine, alla solitudine in cui è confinata.

In una dimensione temporale apparentemente statica, l’inesorabile passare del tempo e il percorso interiore della donna portano a trovare possibilità e bellezza entro le costrizioni trascendendo la visione fatalista di The Aging Daughter.

CLAUDIA BRAZZALE si laurea negli Stati Uniti, conseguendo un Master in Performance Studies presso la New York University e un Bachelor in Antropologia della Danza alla State University of New York. Inizialmente si forma come danzatrice e coreografa studiando alla London Contemporary Dance School e al Cunningham Dance Studio a New York e dedicandosi poi a tecniche post-moderne come la release e la contact-improvisation.

Successivamente esplora altri stili e generi di performance: dal Butoh alla danza indiana e africana, dal sistema di recitazione Strassberg al teatro sperimentale.
Attraverso la propria esperienza di migrazione artistica, i diversi studi di tecniche e pedagogie e gli studi antropologici sulla performance, sviluppa un interesse verso la migrazione territoriale e psicologica del corpo, una ricerca che conduce sia da un punto di vista artistico che accademico presso l’Università di Los Angeles.
Parallelamente si avvicina al video, inizialmente come mezzo di documentazione, lavorando con l’antropologo-documentarista Alan Lomax, e poi come mezzo artistico che le consente di sperimentare nuove interazioni fra le sue diverse esperienze artistiche.

In attesa dell’apertura della prima Galleria d’Arte Contemporanea di Scandicci “Artmediafactory”, l’associazione multimedia InterArt, diretta da Giancarlo Cauteruccio e collocata in Largo Pierluigi da Palestrina a Casellina, con questo progetto intende realizzare un’anteprima con il lavoro di alcuni interessanti artisti impegnati nella sperimentazione delle nuove tecnologie.
L’idea di Cauteruccio, infatti, è quella di creare un piccolo centro di arte contemporanea che supera le discipline tradizionali delle arti visive e sviluppa un percorso dedicato esclusivamente alle arti mediali.

Va da sé che I Love Light diviene un omaggio alla luce e all’elettricità, elementi questi grandi protagonisti della contemporaneità, importanti linguaggi espressivi di una civiltà ormai fondata sulle tecnologie sempre più a contatto con l’uomo moderno. Dunque l’arte del terzo millennio, pur conservando i valori della manualità, del gesto, del senso, non può esimersi da un rapporto diretto con le problematiche tecnologiche. Ogni comportamento umano si avvale oggi della protesi tecnologica non solo nel quotidiano agire, ma principalmente nel complesso sistema delle comunicazioni e in quella interattività tra uomo e macchina che inevitabilmente si svilupperà nel prossimo futuro.
Gli artisti invitati si misureranno con le peculiarità del luogo naturale e con esso dialogheranno attraverso gli strumenti espressivi dell’immagine video, del suono, della luce, dell’azione elettrificata e quant’altro.

Lo scenario naturale incarnerà le sollecitazioni tecnologiche delle diverse opere che nella loro simultaneità creeranno un percorso di microeventi.
Questo primo progetto naturalmente si ricollega a tutta l’esperienza svolta nei dieci anni del Teatro Studio nella sezione “I nuovi linguaggi dell’arte” che hanno visto a Scandicci nomi di grande prestigio internazionale come: l’Architetto Jean Nouvelle, il Regista Robert Wilson, gli artisti Franko B, Orlan, Stelark e molti altri.
Gli artisti Matteo Giampaglia, Robert Gligorov, Melania Lanzini, Donatella Mei, Franco Menicagli, Robert Pettena, Angelo Sarleti, Villanuccia, selezionati da Giancarlo Cauteruccio con la collaborazione di Rosanna Tempestini Frizzi, saranno tutti presenti all’inaugurazione di martedì 10 luglio alle ore 21.30.

La mostra resterà aperta tutte le sere fino al 28 luglio.

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