TAV: lettera aperta al "Summit G8 ambiente" dall'associazione di volontariato fiorentina Idra

Redazione Nove da Firenze
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02 marzo 2001 19:39
TAV: lettera aperta al

Idra ricorda ai ministri che intervengono all'appuntamento triestino dedicato all'ambiente come importanti studi definiscano nell'ordine dei 140.000 miliardi di lire il costo complessivo della realizzazione del progetto Alta Velocità in Italia, a totale carico dello Stato.
Oltre a produrre danni ambientali irreversibili sul territorio delicato e storicizzato che fa da supporto al "paesaggio più commovente del mondo" (Fernand Braudel), la cantierizzazione TAV sottrae alle casse dell'erario risorse strategiche.

L'effetto più consistente sul debito pubblico, come è stato autorevolmente spiegato da esperti in materi si comincerà ad avvertire solo a partire dal momento dell'entrata in esercizio della linea, grazie alla peculiare architettura finanziaria dell'opera, che dal '98 ha scaricato peraltro sullo Stato l'onere dell'avventura progettuale. "A partire dal 2005 la rata annuale di capitale e interessi che la TAV, e quindi lo Stato italiano, dovrà restituire alle banche, è stimata in circa 5.500-6.000 mld all'anno per 20 anni.

Questa cifra ovviamente oggi nel bilancio dello Stato non figura. Quindi in sostanza questa architettura finanziaria ha ipotecato, e sta ipotecando, 20 Finanziarie a partire dall'attivazione del servizio dell'Alta Velocità, databile intorno al 2005, per una quota complessiva della dimensione descritta" (Ing. Ivan Cicconi, direttore di I.T.A.C.A., Istituto per la Trasparenza Aggiornamento e Certificazione Appalti, Firenze, 10.9.'99).
"Il modello TAV di alta velocità ferroviaria - denuncia Girolamo Dell'Olio, portavoce di Idra - conferma e allarga la forbice fra Nord e Sud, fra aree privilegiate e aree marginali.

Risorse pubbliche strategiche vengono investite nella direzione opposta a quella del riequilibrio ambientale, infrastrutturale e sociale. Esse vengono al contrario dissipate in progetti che suonano come un insulto alle esigenze di buon governo dell'economia nazionale e alle priorità a scala-mondo".
Idra evidenzia anche la persistenza - nell'organizzazione del lavoro denunciata dalle maestranze impiegate nei cantieri TAV - di modelli di reclutamento e trattamento della manodopera che si speravano oramai superati: l'inferno del "ciclo continuo" di lavoro, il pendolarismo Sud-Nord-Sud e i fenomeni di emarginazione sociale descrivono scenari poco compatibili con l'universo di diritti maturati in due secoli di lotte dei lavoratori per l'emancipazione nella "civilissima" Europa.

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