La Commissione Ue ha deciso: al bando la bistecca

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2001 00:02
La Commissione Ue ha deciso: al bando la bistecca

Una decisione che non sorprende e che, se anche penalizza particolarmente una regione come la Toscana caratterizzata da una produzione di carne di grande qualità, è comprensibile in un'ottica di emergenza europea, purché temporanea. E' questa la posizione espressa dall'assessore regionale all'agricoltura, Tito Barbini in relazione alla decisione comunitaria che mette al bando la bistecca con l'osso a partire dal prossimo 31 marzo. "Già lunedì prossimo, nella riunione di giunta, discuteremo sul percorso che ci vedrà impegnati sia in questa fase di emergenza che successivamente - spiega l'assessore - Ci attendevamo questa decisione, che in ogni caso auspichiamo sia strettamente legata alla fase di massima emergenza.

La cosa più importante, tuttavia, è che le regioni siano messe in grado di gestire al meglio questa emergenza, sia dal punto di visto sanitario che economico, e di offrire il massimo sostegno a quelle categorie, in particolare i produttori, che da questo provvedimento saranno seriamente danneggiate. In questo senso aspettiamo dall'Unione europea e dal governo sia l'individuazione di regole che l'attivazione dei finanziamenti. Intanto intendiamo insistere sulla nostra richiesta di deroga per il biologico, ma stiamo già guardando oltre, ad un ampio piano di riconversione della nostra zootecnia, che punti sulla valorizzazione di quella qualità per cui la carne toscana è già conosciuta ed apprezzata, sul ricoscimento della Dop per le nostre migliori produzioni, sulla promozione delle nostre razze autoctone".
Una mozione nella quale si invita il Sindaco «a valutare l’opportunità di applicare sgravi fiscali ai macellai a seguito della “mucca pazza”» è stata presentata dal consigliere di Forza Italia Massimo Pieri, dal capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi e del capogruppo del CCD Federico Tondi.

Pieri ha anche ricordato che «un’analoga mozione, presentata nell’aprile scorso, fu bocciata grazie all’intervento dell’allora capogruppo dei Ds Graziano Cioni». «Uno specifico articolo del regolamento per l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani - scrivono Pieri, Toccafondi e Tondi - prevede la detassazione per le superfici di locali adibiti ad attività produttive o di lavorazione qualora si producano rifiuti speciali non assimilabili agli urbani, tossici o nocivi».

«Un decreto legislativo - sottolinea la mozione - definisce le categorie di rifiuti di origine animale distinguendoli in materiali a basso e ad alto rischio e ne disciplina la raccolta ed il trasporto. Le macellerie possono produrre rifiuti di origine animale a basso rischio non assimilabili agli urbani e smaltiti secondo le modalità indicate da decreti legge e provvedendo al pagamento di aziende specializzate per il ritiro». «Lo stesso regolamento comunale - proseguono Pieri, Toccafondi e Tondi - non contempla fra le attività produttive che hanno diritto alla riduzione di superficie le macellerie per le quali risulta difficile l’individuazione della superficie ove si producono rifiuti di lavorazione».

«Viste le recenti gravi ripercussioni che l’evento “mucca pazza” ha avuto sugli esercizi commerciali di rivendita di carni al dettaglio e all’ingrosso - hanno concluso i tre consiglieri - sarebbe opportuno integrare questo regolamento inserendo le macellerie fra le attività produttive che hanno diritto di usufruire della detassazione prevista proponendo un esame da parte della commissione competente per la definizione delle percentuali di riduzione di superficie». La mozione invita anche «a consultare i rappresentanti della categoria al fine di effettuare una valutazione sull’opportunità di applicare sgravi fiscali che consentano agli operatori commerciali del settore il superamento della attuale grave crisi».
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Il commissario Ue David Byrne ha sentenziato che fino al 31 marzo siamo liberi di avvelenarci, mentre dal 1 aprile siamo salvi ...

e piu' che mai sudditi del loro sistema assurdo e incivile di considerare i consumatori come degli incapaci di badare a se stessi. Infatti, invece di prendere provvedimenti che mettessero i consumatori in grado di essere informati e scegliere di conseguenza, si preferisce imporre. Un provvedimento che arriva da parte di chi, per esempio, continua a non imporre (queste si' che dovrebbero) delle etichette che facciano una storia completa della carne che mangiamo: oggi sono obbligatorie quelle che ci dicono dove e' macellato il bovino, dal 1 gennaio 2002 ci diranno anche il luogo di nascita e di ingrasso, ma niente e' previsto per il metodo di ingrasso e di alimentazione.
Tutto un sistema che e' in grado solo di provocare isterie di allevatori e macellai da una parte e alcune nicchie di consumatori (al di la' della Toscana) dall'altra.

Come sempre, proibire non serve, ma, del resto, non ci si puo' aspettare granche' da chi ci ha portato alla situazione di oggi.
E, a cotanto provvedimento, corrisponde l'iniziativa del Governo che, in emergenza permanente per tutta la sua attivita', elargisce 290 miliardi per farvi fronte, tutti ovviamente a favore dei responsabili (con lui) della situazione: allevatori e macellai (mentre leggiamo qui le la', su alcune cronache locali, che avanzano proposte per riduzioni delle tasse locali sempre a macellai e allevatori).
Dall'emergenza si esce facendone tesoro e cambiando strada, altrimenti si e' punto e a capo.

Ma l'unico tesoro che il Governo conosce e' quello da razziare dalla borsa dei consumatori, per comprarsi una pax sociale che, anche il piu' disincantato osservatore politico ed economico, intuisce che non e' tale, ma il suo perfetto contrario: riusciranno a levare qualche blocco da codice penale di questo o quell'altro casello autostradale, ma perderanno la fiducia di milioni di italiani stufi di pagare per le colpe e le responsabilita' altrui.
Ci voleva tanto a concepire una gigantesca campagna di informazione per i consumatori invece che regalare questi soldi al nulla, e, soprattutto, lasciando che l'informazione fosse svolta dalle stesse aziende interessate a non vedere crollare i bilanci, con tanto di presunta ingannevolezza come abbiamo denunciato noi dell'Aduc all'Antitrust per le campagne degli omogeneizzati di manzo della Plasmo e della Mellin? Si' probabilmente ci voleva tanto, e, purtroppo, presumiamo che sia quella stessa grande fatica che milioni di italiani sentiranno per motivarsi e non andare a votare.

Come dargli torto? Forse le opposizioni fanno qualcosa di diverso dal Governo? Se c'e', purtroppo non lo vediamo ... e non siamo tanto sicuri che sia solo per la presunta censura dei grandi mezzi di comunicazione".

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