Teatro della Pergola: da martedì 16 a giovedì 18 gennaio La Bisbetica Domata, da venerdì 19 a domenica 21 gennaio Rosencrantz e Guildenstern sono Morti da William Shakespeare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2001 14:56
Teatro della Pergola: da martedì 16 a giovedì 18 gennaio La Bisbetica Domata, da venerdì 19 a domenica 21 gennaio Rosencrantz e Guildenstern sono Morti da William Shakespeare

Una commedia fra le più famose di tutti i tempi che, giocando sul luogo comune della femmina ribelle e dell'uomo forte e determinato che la sottomette, oggi, alla luce delle conquiste sociali della donna, sarebbe improponibile per i suoi contenuti razzisti e misogini, non fosse per il genio del Bardo che nel divertente intreccio sembra non prendere posizione in merito e, anzi, esasperando talvolta in maniera grottesca la violenza del maschio, mette tutti dalla parte della protagonista femminile.
La scelta di rappresentare La bisbetica domata in questo allestimento per soli interpreti maschili, come ai tempi di Shakespeare, pone questo testo in una prospettiva nuova: Caterina non è una vera donna, ma un fantasma delle paure maschili, una proiezione dell'uomo.

Come nelle danze primitive si mimava l'animale da catturare per conoscerlo e quindi impossessarsi della sua essenza, ritualizzare la caccia e la doma della femmina selvaggia sulla scena equivale a esorcizzarne il mistero e ad affermare in questo modo la supremazia del sesso "forte"; ecco allora la spaventosa superdonna felliniana, la crudele sadomaso in cuoio nero, la femminista arrabbiata che nell’immaginario del maschio Petruccio si placa in una modesta casalinga obbediente dedita alle faccende domestiche.
L'adattamento (o forse meglio parlare di trasposizione) riduce a due i cinque atti della commedia e asciuga i dialoghi in favore di una più semplice comprensione della trama; le molte metafore manieriste diventano più riconoscibili riferendosi a oggetti proprio della nostra cultura.
Sei camerieri di una play-house contemporanea servono assieme al vino, simbolo dionisiaco del Teatro, lo spettacolo della trasformazione e del travestimento come nel prologo dell’edizione originale i giovani nobili facevano con l'ubriacone Sly.
Ogni attore interpreta a rotazione il ruolo di Caterina e di Petruccio dando così più voci e più versioni ai due personaggi e al rapporto di potere che fra loro intercorre.


Giovedì 18 gennaio, ore 17.30
In collaborazione con Firenze a Teatro
Incontro con Andrea Taddei e Andrea Renzi Coordina Laura Caretti.

Per la seconda volta nella stagione, dopo il recente successo nel Tartufo di Molière con la regia di Toni Servillo, Andrea Renzi ritorna a Firenze anche in veste di regista di Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, al Teatro della Pergola da venerdì 19 a domenica 21 gennaio 2001.
Dopo i travolgenti consensi riportati nelle stagioni precedenti in tutta Italia, ricordiamo in particolare l'edizione 1999 di Maggio cercando i teatri a Roma, l'ETI ha voluto inserire nuovamente in un suo cartellone lo spettacolo prodotto da Teatri Uniti, alla terza stagione di repliche, dopo il debutto in forma di studio al Festival Città Spettacolo di Benevento nel settembre 1997.
Rosencrantz e Guildenstern sono morti (1966), di cui lo stesso Stoppard ha diretto la famosa versione cinematografica con Tim Roth e Gary Oldman, premiata nel 1990 con il Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia, è una riscrittura di Amleto dal punto di vista dei due compagni del principe.

Due personaggi inconsapevoli che affrontano il complesso universo shakespeariano con il loro carattere che è quello della semplicità. Vanno a palazzo, assistono e contribuiscono al compiersi della tragedia di Amleto, ne restano vittime senza avere capito nulla.
La regia di Andrea Renzi esalta il buffo spaesamento e l'insensata inadeguatezza dei due protagonisti alla missione da compiere. È come immaginare Stanlio e Ollio protagonisti di un film di Hitchcock. Ed è forte il riferimento di Toni Laudadio ed Enrico Ianniello, nei ruoli di Rosencrantz e Guildenstern, ad altre inattaccabili coppie tragicomiche del palcoscenico, da Vladimiro ed Estragone a Totò e Peppino.
"Avevamo tenuto presente, Licia Maglietta ed io, il testo di Tom Stoppard durante la messinscena di Insulti al pubblico nel 1992 -spiega Andrea Renzi- Ci interessava, di questi due personaggi, quel buffo spaesamento, quello spirito analitico nel riguardi della realtà destinato a vibrare autentici e salutari colpi a vuoto.
Quando Toni ed Enrico mi hanno proposta di curare la regia hanno trovato, come si dice, terreno fertile.

In più mi piaceva l'adesione delle loro storie personali ai due protagonisti. Benché giovani, lavorano insieme da diversi anni, condividono l'amicizia, gli studi, la passione teatrale, la vita di provincia e le prime esperienze creative. Nei loro spettacoli Fortezza Bastiani, Sconosciuti lontani così come ne Il Misantropo di Toni Servillo, hanno messo le basi di un lavoro di "coppia tragicomica", hanno sviluppato affiatamento e intesa e questo è il capitale di partenza, il loro patrimonio. Nei primi incontri di lavoro si è via via generato interesse per il tono buffo e distaccato del testo.

I due protagonisti sembrano ignari di danzare sul Titanic che affonda, e lo stupore per la realtà. la capacità di giocare e di mantenere viva la relazione nonostante l'insensatezza della loro missione li protegge dal panico e li rende spiritualmente forti, come lo sono le altre inattaccabili coppie dello spettacolo, da Vladimiro a Estragone,a Totò e Peppino. Il loro indagare il senso della vita non ha, per fortuna, nulla di apocalittico o di millenaristico, vive piuttosto di umorismo e umanità tanto inaspettata quanto fatalmente fallimentare."
Giovedì 18 gennaio, ore 17.30
In collaborazione con Firenze a Teatro
Incontro con Andrea Taddei e Andrea Renzi.

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