Una rassegna operistico-cinematografica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2000 14:03
Una rassegna operistico-cinematografica

A partire da lunedì 6 novembre, per sei mesi, per la prima volta una rassegna cinematografica affiancherà e arricchirà l'intero cartellone operistico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. "MELO', IL CINEMA ALL'OPERA", inedita collaborazione fra la Fondazione lirica, la Cooperativa L'Atelier e l'Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, rappresenta una svolta e segna un'evoluzione nella trasversalità dell'offerta culturale cittadina e nell'integrazione dei pubblici di diversi generi.

La musica ha guidato il cinema, l'arte nuova del Novecento, fin dai suoi primi passi, sia animando idealmente il ritmo delle sequenze sia accompagnando nelle sale le immagini dei film muti; con l'avvento del cinema sonoro il connubio si é fatto definitivo, e se oggi é ancora pensabile, come ricerca stilistica, un film in bianco e nero, é meno probabile un film anche sperimentale privo di colonna sonora. Già da alcuni anni, dunque, il Maggio Musicale Fiorentino aveva integrato il programma del Festival con proiezioni attinenti i titoli, i temi, i personaggi in cartellone: ora, grazie alla cooperazione con L'Atelier, la rassegna si amplia fino a coprire un'intero semestre e a proporre una stimolante occasione di interscambio culturale fra i rispettiti spettatori.

Alle proiezioni, che si svolgeranno ogni lunedì al Cinema Alfieri Atelier - storico luogo d'identità dei cinefili fiorentini -, ad eccezione della giornata conclusiva, avranno accesso gratuito tutti gli abbonati alla Stagione in corso del Teatro del Maggio, e usufruiranno della riduzione a cinquemila Lire sul già contenuto prezzo del biglietto intero ( £ 7000) gli studenti e i soci del Circolo Dipendenti dell'Università.
Tre i "filoni" in cui si articolerà quest'anno il "riascolto" del cinema in musica, sviluppando spunti e suggestioni per autonomi itinerari cinematografici.

Le regie operistiche di LILIANA CAVANI - autrice della messa in scena di "Cavalleria rusticana e "Pagliacci" in questi giorni gremite al Teatro Comunale - hanno innescato la proposta in apertura, lunedì 6, di due dei migliori film della regista carpigiana, Francesco d'Assisi del 1966 e Il portiere di notte, accompagnati dalla versione "verghiana" della Cavalleria di Amleto Palermi e dalla riduzione aggiornata al mondo del circo di Leoncavallo con Ridi, pagliaccio! di Camillo Mastrocinque. L'INVITO AL MELODRAMMA, familiarmente Melò, é il filo conduttore che ha ispirato le dieci giornate dal 20 novembre al 19 febbraio: una sorta di introduzione a un genere che, oltre ad essere stato per quattrocento anni il fondamento dell'opera lirica, ha costituito l'ossatura di gran parte del cinema narrativo internazionale.

In Italia, in particolare,negli anni Trenta e Quaranta, e con una forte ripresa negli anni Cinquanta, l'opera al cinema divenne un genere specifico di largo consumo popolare, con autori "specialisti" come Carmine Gallone, Mastrocinque, Palermi, Mario Costa, Giacomo Gentilomo, dei quali vengono presentate le prove più significative. L'opera ha peraltro impegnato anche autori di cinema e di teatro come Bergman ( il magistrale Flauto magico), Visconti ( Senso fra tutti), Zeffirelli; il melodramma sottende il cinema di Bernardo Bertolucci, diventa modernissimo nell'ultima rivelazione di Lars von Trier.

Cinema é anche musica.
Il cartellone specifico del 64° Maggio Musicale Fiorentino ha consentito di individuare un comune denominatore nelle figure appassionate e tragiche di donna ( Leonora, Zenocrate, Didone, Pentesilea...) e di suggerire L'EROE AL FEMMINILE TRA MITO E STORIA, un ciclo di film anche spettacolari che rivisitano con qualche malizia una galleria di eroine famose, dagli albori della mitologia e della storia fino al Rinascimento, potenzialmente infinita, perché il cinema, forse più di ogni altra forma, ha saputo rendere omaggio a suo modo alla donna, fragile o forte, succube o predatrice, diva e divina.

Opera e musica hanno un genere, femminile: cinema é anche donna. Nel nome di VERDI, infine, quale tributo al centenario del 2001 e all'opera inaugurale del 64° Maggio, le proiezioni si concluderanno eccezionalmente tornando in teatro, al Piccolo, il 21 maggio, con Il trovatore realizzato nel 1949 da Gallone, e con il Giuseppe Verdi di Matarazzo, del 1953.

In evidenza