Emilio Farina nel Duomo di Prato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2000 23:29
Emilio Farina nel Duomo di Prato

E' stata presentata questa mattina la grande Crocifissione di Emilio Farina che custodirà, per tutta la durata del restauro, come in uno scrigno gli affreschi del Lippi nella cappella maggiore della cattedrale di Prato. L’intervento porta il titolo di Fons vitae Christus, E’ Cristo la fonte della vita. Si tratta un’opera-ponteggio d’artista, cioè una parete di tavole (7 metri e mezzo per 14), dipinte con terre colorate, impostata sull’intera arcata della cappella a ridosso del cantiere innalzato per il restauro degli affreschi con le Storie dei Santi Stefano e Giovanni Battista di Filippo Lippi.

L’intervento vede la collaborazione di Diocesi di Prato, Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Firenze, Pistoia e Prato e Provincia di Prato. L’opera è stata presentata da monsignor Eligio Francioni, vicario generale della diocesi di Prato, dal presidente della Provincia, Daniele Mannocci e dal Sovrintendente ai Beni ambientali e architettonici, Mario Lolli Ghetti. L’opera si articola in tre ordini di assi di legno, intervallate da ‘lame di luce’. Si tratta di una originale sperimentazione, un vero e proprio laboratorio pilota.

E’ infatti la prima volta che, in Italia, l’avvio del cantiere di restauro di uno spazio sacro così prezioso coincide con l’installazione di un’imponente opera d’arte moderna destinata – in futuro – ad avere collocazione definitiva in un diverso luogo. In accordo con la Soprintendenza è stato scelto l’intervento di Emilio Farina, già noto per opere analoghe quali il ponteggio del Pantheon e di quello Villa Adriana, a Tivoli. “Farina ha lavorato con le stesse terre con cui ha lavorato il Lippi nel 1400.

Si tratta di una operazione assolutamente culturale – fa notare Mario Lolli Ghetti .- non è certo un intervento usa e getta, magari legato a sponsorizzazioni, come capita di vedere nei laboratori di restauro oggi. E’ anche una dimostrazione che un episodio d’arte contemporanea si può inserire nel contesto antico senza dissonanze”. “Siamo di fronte certo a un evento unico, precursore di nuove strade per una attribuzione di qualità ai ponteggi dei restauri – sottolinea don Giuseppe Billi, presidente della Commissione Arte sacra della diocesi - Nel caso degli spazi sacri l’intervento dell’arte contemporanea dà continuità al-l’espressione artistica della fede e contribuisce a non alterare il ritmo della vita liturgica.

E certamente questa imponente operazione inaugura un importante, nuovo, e fecondo rapporto tra cicli pittorici di storico valore e invenzioni d’arte contemporanea”. Partendo da queste premesse è stato affidato a Emilio Farina l’incarico di progettare un’opera d’arte che si sviluppasse su tutto il fronte ottico e spirituale entro cui si colloca l’altare maggiore e dove si svolgono le principali celebrazioni della cattedrale e dell’intera comunità diocesana. Il lavoro di Prato ha la singolarità di una concezione lungamente meditata e ampiamente partecipata, caratterizzata da un ricco sviluppo di idee che hanno determinato l’impostazione costruttiva, ambientale e sacrale.

“Il Cristo Crocifisso, cuore pulsante del cosmo e della storia, è il tema del Giubileo che rimane – mette in evidenza don Billi - L’idea di Emilio Farina, con il contributo di riflessioni svolte insieme al vescovo e ad altri interlocutori d’arte e di spiritualità, nasce dalla proiezione dell’ombra del Crocifisso di Ferdinando Tacca posto sull’altare maggiore”.

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