Lunedì 10 luglio alla Villa Medicea di Poggio a Caiano Michael Nyman

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2000 17:09
Lunedì 10 luglio alla Villa Medicea di Poggio a Caiano Michael Nyman

Ancora grandi ospiti per la ventunesima edizione del festival delle Colline, la manifestazione promossa dal Comune di Poggio a Caiano con la collaborazione della Provincia di Prato, del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, del Comune di Prato e del Comune di Carmignano. Lunedì 10 luglio, nello splendido scenario della Villa Medicea di Poggio a Caino sarà di scena infatti – ore 21,15 – ingresso 25.000 consigliata la prevendita presso il circuito Box Office - la Michael Nyman band, tra i più rappresentativi esponenti del minimalismo musicale.

Nonostante i molteplici impegni per la preparazione di Facing Goya – l’opera che l’artista inglese presenterà il prossimo agosto in prima assoluta, in Spagna – Michael Nyman non rinuncia ad una serie di date italiane dedicate ai grandi successi del suo repertorio.
Balzato all’attenzione del grande pubblico negli anni ’80, grazie ad alcune splendide colonne sonore dei film di Peter Greenaway (e successivamente di Jane Champion, tra cui il celebre “Lezioni di piano”) Michael Nyman ha iniziato a lavorare in campo musicale nei primi anni ’60.

Quando l’artista londinese pubblicò il suo Experimental Music: John Cage and Beyond (Musica Sperimentale: John cage ed oltre – 1974 – ristampato nel 1999), difficilmente avrebbe potuto prevedere quale sarebbe stato il suo personale contributo a quell’Oltre. Stanco dell’ortodossia allora dominante nel modernismo internazionale, Nyman aveva abbandonato la composizione nel 1964, preferendo lavorare come musicologo, occupandosi di edizioni di Purcel e Haendel, e raccogliendo musiche folkloristiche in Romania.

In seguito aveva scritto recensioni per diversi giornali, incluso The Spectator, dalle cui pagine, in una recensione del 1968 del The Great Digest di Cornelius Cardew, divenne il primo ad applicare la parola “minimalismo” alla musica.
Quello stesso anno, un programma della BBC su Come Out di Steve Reich aprì le sue orecchie a nuove ed ulteriori possibilità, e cominciò così ad emergere un ritorno verso la composizione. Nel 1968 scrisse un libretto per la “pastorale drammatica” di Harrison Birtwistle Down by the Greenworld Side.

Qualche tempo dopo, Birtwistle, nel frattempo divenuto direttore del National Theatre di Londra, gli commissionò gli arrangiamenti di canzoni veneziane del ‘700 per una produzione, nel 1976, de Il Campiello di Carlo Goldoni, per la quale Nyman mise assieme quello che avrebbe descritto “la più rumorosa band non amplificata” che gli riuscisse ad immaginare: ribecche, tromboni e cannamelle con banjo, grancassa e sassofono soprano. Nyman tenne unita la Campiello Band anche dopo la fine delle recite della produzione, aggiungendo all’insieme il suo personale e propulsivo modo di suonare il pianoforte.

Una band ha bisogno di un repertorio, e Nyman si impegnò a fornirlo, cominciando con In Re Don Giovanni, particolare esecuzione di 16 battute di Mozart. La formazione della band cambiò, fu aggiunta l’amplificazione ed il nome variato in Mychal Nyman band. Questo è il laboratorio in cui Nyman ha elaborato il suo stile compositivo attorno a forti melodie, a ritmi flessibili ed insieme rigidi, e ad un modo di suonare in gruppo precisamente articolato. Anche se i lavoro per la Michael Nyman Band hanno dominato la sua produzione, il compositore ha comunque scritto per una varietà di formazioni, compresi orchestra sinfonica, coro a cappella e quartetto d’archi.

Ha scritto diverse opere per il palcoscenico, in particolare The Man Who Mistook His Wife for a Hat (1986), ispirato allo studio di un caso da parte di Oliver Sacks; ed ha composto musiche per coreografi noti quali Siobhan Davies, Shobana Jayasinght, Lucinda Childs, Karine Saporta e Stephen Petronio. La sua musica ha raggiunto il grande pubblico per mezzo delle sue colonne sonore, tra cui le più famose sono quelle per Peter Greenway, con il quale ha collaborato per undici film tra il 1976 ed il 1991.

Altri registi con sui ha lavorato sono Jane Campion (The Piano, 1992), Voker Schlondorf (The ‘ogre, 1996), Neil Jordan (The End of the Affair, 1999) e Michael Winterbottom (Wonderland, 1999). Ha collaborato con Damon Albarn alla musica per il film di Antonia Bird Ravenous (1998).
Nyman ha fornito la musica per una sfilata di moda (Yamamoto Perpetuo per lo stilista Yohji Yamamoto, 1993), per l’inaugurazione di un tratto ferroviario ad alta velocità (MGV, 1993) e per un gioco al computer (Enemy Zero, 1996).

Questa acuta sensibilità è arricchita da un talento, che egli condivide con i compositori barocchi, per la ripresa e lo sviluppo di temi di precedente ispirazione: il Concerto for Harpischor and Strings del 1995 sviluppa idee precedentemente incontrate in The Convertibility of Lute Strings e in Tango for Tim: Third String Quartet è già latente dietro la partitura del film Carrington di Christopher Hampton.
L’evento musicale e multi-video The Commissar Vanishes, basato sul libro di David King sulla manipolazione stalinista di documenti fotografici, è stato eseguito per la prima volta a Londra nel dicembre 1999, e l’opera Facing Goya, sarà presentata in prima assoluta in Spagna nell’agosto 2000.

Ora Nyman sta lavorando a The Only Witness, opera basata su uno studio neurologico di un pittore affetto dalla sindrome di Tourette e con un libretto di Christopher Rawlence (come per The Man Who Mistook his Wife for a Hat).
Personalità aperta alle condizioni, contraddistinta da un vivace senso dello humor, una immaginazione colta ed una istintiva abilità a catturare l’interesse di tipi di pubblico estremamente colta ed una istintiva abilità a catturare l’interesse di tipi di pubblico estremamente diversi.

Mychale Nyman rappresenta un modo nuovo di essere musicista, compositore e uomo del nostro tempo.
Il Festival delle Colline continua con gli spettacoli del Circo Bidon, di scena dal 12 al 15 luglio al Parco del Museo Quinto Martini di Seano (Carmignano/Prato) e dal 18 al 30 luglio in piazza Duomo di Prato.

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