Confronto sul problema dei clandestini in consiglio provinciale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2000 18:27
Confronto sul problema dei clandestini in consiglio provinciale

Irregolarità o clandestinità non coincide "necessariamente con criminalità". Il consiglio provinciale di Firenze ritiene "indispensabile che le Autorità Statali si coordinino e dialoghino con Province, Comuni e Regione, anche coinvolgendo L'Unione regionale province toscane e l'Anci, perché l'eventuale realizzazione di un Centro di permanenza temporanea per immigrati non sia imposta ma avvenga in maniera concertata con le Istituzioni locali e diventi un luogo che garantisca la sicurezza per la cittadinanza nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini e dove vengono forniti i servizi d'assistenza (specie legale e sanitaria) e d'informazione che sono necessari anche per i clandestini".

L'ordine del giorno, presentato dalla maggioranza è stato approvato con i voti favorevoli di Ds, Pdci, Verdi, Ppi e Democratici e quelli contrari di Rifondazione e delle forze del Polo. Anche Rifondazione e il Polo avevano presentato due ordini del giorno che sono stati respinti. Rifondazione chiedeva al consiglio provinciale di dichiarare "la propria contrarietà alla realizzazione di un nuovo centro di permanenza nella realtà toscana e nella provincia di Firenze, considerato anche il forte impegno di molti enti locali e dell'associazionismo per contrastare il fenomeno della clandestinità attraverso l'affermazione dei diritti di cittadinanza e concrete politiche d'inserimento sociale, abitativo, lavorativo e scolastico".
Il Polo, con il suo documento, sottolineava la necessità che il Presidente della Provincia accogliesse "l'invito del Prefetto di Firenze al fine di individuare un luogo idoneo all'istituzione di un adeguato centro di permanenza temporanea per immigrati con l'auspicio che gli altri Presidenti delle Province toscane, così come i Sindaci, condividano tale percorso".

Si rilevava anche che "il mercato interno del lavoro può rappresentare in Italia una reciproca opportunità".
Il documento respinto di Rifondazione ha avuto i consensi dei presentatori e dei consiglieri del Pdci. Astenuti i Ds Biagini, Campi e Costantino. Contrari tutti gli altri.
Con i voti contrari dei gruppi della maggioranza e di Rifondazione e quelli favorevoli dei gruppi del Polo è stato infine respinto il documento proposto dal Polo.
Da notare che in tutti e tre i documenti si registrano pareri di incompiutezza relativamente all'applicazione alla legge 40/98 e che vi è un richiamo al rispetto dei diritti degli immigrati.
Nell'ordine del giorno approvato viene sottolineata "l'importanza della scelta fatta anni fa dalla giunta di istituire la Conferenza provinciale permanente per l'immigrazione finalizzata a promuovere e coordinare, con gli altri Enti locali e con le parti sociali, politiche attive e integrate per l'inserimento lavorativo e sociale degli immigrati regolarmente presenti sul territorio provinciale e a rafforzare le strutture di informazione e di servizi per realizzare effettive opportunità di accoglienza e integrazione, ed allontanare così possibilità di coinvolgimento in attività illegali o criminose".


Il documento della maggioranza è stato ritenuto "un passo positivo" dal rappresentante dei Verdi, Sergio Gatteschi, che ha sostenuto che bisogna però ora decidere dove e come aprire il centro. Gatteschi ha denunciato l'occupazione di vaste porzioni del territorio da parte di attività illegali ed il rischio di reazioni xenofobiche in conseguenza dell'impossibilità di intervenire delle forze dell'ordine.
Il consigliere dei Democratici Pasquale De Luca ha definito corretto e condivisibile l'ordine del giorno della maggioranza, che riporta il problema dell'immigrazione nell'ambito delle priorità ma in una prospettiva non poliziesca.

De Luca ha poi tenuto a distinguere fra clandestinità e illegalità.
Per Sandro Targetti (Rifondazione comunista) "la mancanza di permesso di soggiorno non è un reato e i centri sono effettivi luoghi di detenzione dove il diritto viene sospeso. E' importante allargare i flussi legali: la gente è clandestina non per volontà di delinquere. Nell'età della globalizzazione si spostano le merci, ma si fermano le persone".
Gloria Campi (Ds) ha invitato a ripercorrere la storia italiana nella sua emigrazione all'estero, respingendo l'idea dei centri di permanenza "mostri" in cui sono state detenute tante persone ingiustamente: "Nel 2000 si fanno guerre per i diritti umani, che vengono però violati dagli stessi che fanno le guerre".
Per Giovanni Vignoli (Popolari) non si può negare il problema della sicurezza ("solidarietà vuol dire anche rispetto"): sì a centri di accoglienza, no a quelli di tortura.

Condanniamo l'indebita carcerazione.
Enrico Nistri (An) ha chiesto un confronto non ideologico sulla questione immigrazione: "L'ingresso e la permanenza nel nostro Paese non sono un reato - ha detto Nistri -Ci vuole però una risposta: o riconoscere questo, con una legge, come un reato; o dovremo considerare come scontato che chiunque possa trattenersi".
Per il Presidente della Provincia Michele Gesualdi "non si può trasformare ogni problema sociale in problema di ordine pubblico e la criminalità non può essere identificata con i problemi sociali.

C'è una microcriminalità che nasce per sussistenza: ci vuole una risposta seria a chi viene qui e deve trovare, la sera, il modo di mangiare. Trovo peraltro sbagliato, in queste vicende, mettere sullo stesso piano chi rappresenta, per la carica che ricopre, l'interesse di tutti i cittadini e chi, invece, rappresenta il suo piccolo interesse. Ribadisco, peraltro, la contrarietà a creare un centro di permanenza per gli immigrati nell'ex caserma sita nella piana di Sesto: il piano regolatore di Sesto prevede che quell'area sia di pertinenza dell'Università".
Massimo Marconcini (Comunisti italiani) trova che "ci sono atteggiamenti illegali che non andrebbero puniti, come l'evasione fiscale alle spese militari.

Quanto agli immigrati, più barriere alziamo e più si alza il tasso di redditività del crimine".
"Non ci può essere generosità priva di discernimento", ha detto Massimo Matteoli (Ds) per il quale bisogna "rendere possibile l'espulsione immediata per reati di violenza".
Alessandro Giorgetti (An) ha osservato che "si parla tanto di diritti, ma pochissimo di doveri. Bisogna distinguere tra coloro che vengono qui per lavorare (e che ritengo siano la maggioranza) e quelli che ritengono l'Italia una pacchia".

Giorgetti ha criticato le norme che consentono l'assegnazione della pensione sociale agli extracomunitari "anche se non hanno lavorato o se sono parenti anziani richiamati appositamente dai loro congiunti in Italia".
Secondo Eugenio D'Amico (Rifondazione comunista) "l'Italia è un'area di confine tra il Terzo mondo e il popolo industrializzato: il mercato ripropone problemi antichi. C'è chi scappa dalla guerra". Non si può parlare solo di sicurezza, ma di diritto di cittadinanza.
"Irregolarità e clandestinità non si equivalgono", ha puntualizzato Paolo Costantino (Ds) che invita a "non temere quello che accade" perché siamo in presenza di un fenomeno che "non è solo di ordine pubblico".
La maggioranza, con il suo ordine del giorno, dimostra di non rendersi conto che la situazione che stiamo vivendo è un'emergenza, ha dichiarato Paolo Marcheschi di Forza Italia.

Il problema del centro viene affrontato con ipocrisia, dicendo che si deve trovare un accordo quando nessuno è disposto ad accogliere la struttura nel suo territorio.
"E' una contraddizione politica clamorosa", ha aggiunto Alessandro Corsinovi, dei Ccd "e si va avanti senza decidere". Una cosa è la società multirazziale, un'altra la criminalità diffusa. I centri vanno realizzati, gli enti locali devono dire dove.
Massimo Marconcini ha preannunciato il voto favorevole dei Comunisti italiani sia sul documento della maggioranza che su quello di Rifondazione, sostenendo che l'attuazione della legge attuale può convivere con l'azione in favore di una nuova legge migliore.
A favore dell'ordine del giorno della maggioranza hanno parlato anche i capigruppo dei popolari, Giovanni Vignoli, e dei Ds, Tiziano Lepri, che ha sostenuto che la legislazione italiana è fra le più avanzate e il problema dell'immigrazione va affrontato per essere governato.
Contro il documento della maggioranza ed a favore di quello di Forza Italia sono intervenuti il capogruppo di An, Enrico Nistri, e quello di Forza Italia, Carlo Bevilacqua, che ha parlato di grande confusione nel centrosinistra e di contraddizione nell'atteggiamento dei Comunisti italiani, che votano con Rifondazione per chiudere i Centri e con la maggioranza per aprirli.

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