Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili dell'Ambito Territoriale Ottimale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 febbraio 2000 15:59
Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili dell'Ambito Territoriale Ottimale

Nella tarda serata di ieri il Consiglio Provinciale ha adottato formalmente il "Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) n. 6".
"Il nostro è un piano innovativo e coraggioso che scongiura definitivamente le emergenze - ha detto il presidente Gesualdi - ed è frutto di un grande sforzo perché le scelte fossero quanto più possibile condivise.
E' coinvolto tutto il territorio della Provincia di Firenze, con l'eccezione degli 11 Comuni del Circondario Regionale dell'Empolese-Valdelsa, che fanno parte dell'ATO n.

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"Il nuovo piano non nasce dal niente - ha premesso l'assessore Lastrucci - in quanto è l'evoluzione del precedente piano di gestione dei rifiuti, approvato nel 1994 dalla Giunta Regionale, che già anticipava le novità poi introdotte dal Decreto Ronchi e dalla Regione Toscana con la legge 25/98, e segue la scala di priorità prevista dal Decreto, secondo la quale si deve in primo luogo puntare a prevenire la produzione di rifiuto, poi alla raccolta differenziata con riciclaggio e riutilizzo dei materiali recuperati, quindi al recupero di materie prime e di energia".
Per questo motivo a regime resterà alla discarica un ruolo esclusivamente residuale, per non oltre il 31% dei rifiuti prodotti. A fronte delle circa 1400 tonnellate/giorno di rifiuti urbani ed assimilabili prodotti nel 1999 nel territorio dell'ATO 6 si giungerà nel 2005 ad una raccolta differenziata pari ad almeno il 40%, corrispondenti ad oltre 500 t/g.

Tutto il resto dei rifiuti verrà trattato, dando priorità al recupero di materie prime e di energia. Il sistema degli impianti dovrà garantire lo smaltimento dei rifiuti anche per le punte di produzione e tenendo conto delle fermate per manutenzione e potrà trattare anche una parte dei rifiuti speciali combustibili e dei fanghi di depurazione prodotti nel territorio dell'ATO.
"La possibilità di raggiungere e superare gli obiettivi di raccolta differenziata - ha specificato Lastrucci - è basata in primo luogo sulla massima diffusione della raccolta separata dell'organico di qualità".

Per raggiungere questo risultato sono previsti tre nuovi impianti di compostaggio di qualità (oltre a quello di Ponterotto in Comune di S. Casciano, a Scandicci loc. Casellina e a Borgo S. Lorenzo loc. Faltona).
Il piano afferma poi la necessità di potenziare fortemente la capacità di termodistruzione dei rifiuti con recupero di energia. Verrà ampliato l'impianto di Selvapiana in Comune di Rufina, mentre i Comuni d'intesa con la Provincia dovranno individuare dove realizzare le ulteriori linee di termoutilizzazione.

Per Lastrucci "si conseguirà così un forte recupero di energia, che faciliterà anche il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dal protocollo di Kyoto". La maggiore scommessa riguarda l'effettiva possibilità di ridurre la produzione di rifiuto. E' previsto un forte impegno della Provincia, attraverso anche la diffusione di 15.000 composter per incentivare l'autocompostaggio individuale. Ma la battaglia per la riduzione della produzione di rifiuto deve essere vinta in primo luogo a livello nazionale e regionale. Il dibattito in Consiglio provinciale
A favore del Piano provinciale di gestione dei rifiuti hanno votato le forze della maggioranza (Ds, Pdci, Verdi, Ppi e Democratici).

Contro Rifondazione, Fi e An. Insieme al Piano sono stati approvati alcuni emendamenti, fra i quali uno che subordina l'avvio della realizzazione della discarica di Toiano all'esito delle indagini idrogeologiche.
Paolo Marcheschi (Fi) ha detto non condividere i principi ispiratori sia del Decreto Ronchi che del Piano. A dominare sono logiche politiche e non di servizio: paradossale la divisione del territorio provinciale in due Ambiti. Desta perplessità la conferma degli impianti del passato, alcuni dei quali dichiaratamente inadatti.
Il Piano, per Alessio Pancani (Comunisti italiani) "risponde a pieno alle aspettative e agli scopi che ci eravamo prefissati".

La previsione di "nuovi impianti ha creato malumori e risentimento da parte dei cittadini di quelle aree scelte per le nuove installazioni, come Toiano nel comune di Vicchio. Saremo vigili nel rispetto delle scelte operate" alle luce di due esigenze: l'autonomia delle Province nello smaltimento dei rifiuti, ricondotto nel proprio ambito territoriale, e l'individuazione di nuovi siti per lo smaltimento. "Abbiamo cercato di conciliarle nel rispetto delle esigenze delle comunità", conclude Pancani.
"Molto bene articolato" è il Piano per il consigliere dei Democratici Andrea Cantini.

"Il Piano - ha detto Cantini - punta a ridurre drasticamente la massa dei rifiuti. Non esistono rifiuti di destra e di sinistra e proprio per questo dobbiamo aiutare i cittadini a sentirsi partecipi delle esigenze che abbiamo raccolto".
Per Renato Romei (Ds) il Piano prende atto che i rifiuti possono essere una risorsa per la nostra società. Elemento qualificante è l'obiettivo di ridurre i rifiuti all'origine, attraverso azioni sulla grande distribuzione, raccolta differenziata, campagne informative.

Un grande aiuto viene dalle tecnologie: gli impianti recenti non causano disagi ai cittadini.
Alessandro Corsinovi (Ccd) ha parlato di un piano chiuso, blindato, sordo alle ragioni ed alle proteste della gente. Ed anche di un oggetto misterioso, nonostante la corposità (100mila parole). "Prima di presentare il Piano al consiglio provinciale - ha lamentato Corsinovi - i documenti sono stati consegnati ai Sindaci dei comuni che, in gran segreto, si sono visti, incontrati e riuniti tra di loro e con gli assessori della Provincia in una sorta di 'conferenza dei servizi': ad essa hanno partecipato senza ascoltare prima i rispettivi consigli comunali, come sarebbe stato invece opportuno e necessario".

Corsinovi ha parlato di "progetti di scempio ambientale" e di "errate ubicazioni degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti che la Provincia vorrebbe realizzare con il solo consenso di sindaci compiacenti e dietro le pressioni delle aziende che si occupando della gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti".
Manca un impegno effettivo sulla riduzione dei rifiuti, ha obiettato Sandro Targetti di Rifondazione. I rifiuti invece aumentano. Non si mette in discussione il modo in cui si produce e si consuma.

Serve un maggior impegno sulla raccolta differenziata. Tutto questo porta a prefigurare impianti di termodistruzione, sui quali Rifondazione non è pregiudizialmente contraria ma sulla quale non si deve puntare per risolvere i problemi.
Dietro il piano ci sono gravi errori tecnici del passato, ha detto Guido Sensi (An), come la battaglia contro l'inceneritore di San Donnino e la conseguente realizzazione degli impianti di Testi e Case Passerini. Ora dobbiamo cambiare rotta. Pier Giuseppe Massai (An) ha osservato che è ormai provato l'assenza di rischi per gli impianti di termodistruzione.

Sbagliate le scelte di Toiano e Ponterotto. In alto mare la destinazione dei prodotti del riciclaggio.
Per Gianni Panerai (Ds) il fatto che le opposizioni hanno espresso critiche ma non proposte alternative conferma la validità delle scelte del nuovo piano, che a sua volta conferma quelle sugli impianti del piano precedente, che si sono rivelate giuste. Per Enrico Nistri (An) il piano è lacunoso sui rifiuti industriali e la localizzazione dei nuovi impianti e insiste su scelte improponibili come quelle di Toiano e Ponterotto.
Quello elaborato è un buon piano, ha detto Giovanni Vignoli (Ppi), che tiene realisticamente conto delle difficoltà esistenti e fonda sulla conoscenza dei problemi una positiva volontà di risolverli.
E' fondamentale, ha sostenuto il capogruppo dei Democratici Davide Filippelli, che ogni ambito si faccia carico dei rifiuti che produce.

Questo comporta dei problemi nella popolazione che possono essere superati con una adeguata informazione sugli impianti.
Voto favorevole condizionato quello dichiarato dal rappresentante dei Verdi Sergio Gatteschi: l'impianto di termovalorizzazione dovrà essere uno solo e di termodistruzione dei rifiuti si dovrà parlare solo dopo il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dal Decreto Ronchi.
L'unica speranza, ha detto Enrico Bertini di Forza Italia, è che siano scelti i siti dove dovranno sorgere gli impianti di termovalorizzazione.
Nella sua replica l'assessore Lastrucci ha insistito sul fatto che tocca alla Provincia dare risposte serie alla popolazione, risposte che comportano la necessità di operare delle scelte, anche se impopolari.

Ha poi difeso il metodo seguito, di stretto raccordo con i Comuni, che sono i soggetti chiamati a dare realizzazione alle previsioni impiantistiche del piano, per ottenere il massimo consenso possibile.

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