Da stasera a giovedì al teatro dei Rinnovati "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2000 19:30
Da stasera a giovedì al teatro dei Rinnovati

In scena Mariano Rigillo per la regia di Gigi Dall'Aglio. "Io ho in mente che tutto sia incominciato dalle navi". Così dice Galileo parlando, da una grande pedana inclinata raffigurante la prua di una nave, che termina con una punta protesa in platea, del "Grande viaggio" della conoscenza che attende l'uomo della "nuova era". E' una nave volta contro le onde del pregiudizio sul mare aperto del dubbio salvifico, quella dalla quale il nostro personaggio invita gli spettatori ad imbarcarsi con lui, ripetendo il passo delle note dell'autore (scritte alla vigilia della guerra nazista), che è il più alto del testo pur non facendone parte: "Non è forse vero che tutto fa prevedere la notte imminente e nulla l'inizio di tempi nuovi? Non dovremmo forse allora assumere un atteggiamento più consono ad uomini che vanno incontro alla notte?"
Dall'Aglio riformula in chiave attuale, il celebre dramma che Brecht riferì al conflitto fra la scienza e il potere, fra la scienza e la fede, fra la scienza e l'etica.

Tra lo spirito rinascimentale e la reazione controriformista, dato che oggi il problema non è, evidentemente, il conflitto fra la scienza e il potere, ma quello fra la scienza e il potere della scienza.
Come lo stesso regista ammette il testo sulla vita di Galileo è straordinario perché è il racconto di un passaggio epocale tra una scienza impotente e frustrata, ma impegnata in una lotta fondamentale col potere di turno e ciò che emergerà dalle ambiguità e dai compromessi legati a questo scontro: e cioè una scienza che per rendersi autonoma si è messa in una sorta di ottimistico "limbo neutrale" da cui fatica ad uscire per dare una risposta ai problemi che essa pone.

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