A Rosignano il 29 gennaio l’anniversario della morte dell'antifascista Oberdan Chiesa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2000 19:22
A Rosignano il 29 gennaio l’anniversario della morte dell'antifascista Oberdan Chiesa

Che fu fucilato sulla spiaggia del Lillatro nel 1944.
Quest’anno alla commemorazione prenderà parte anche l’On. Valdo Spini, in qualità di Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. A lui e al Sindaco di Rosignano Gianfranco Simoncini spetterà il compito di ricordare la figura di Oberdan Chiesa, un partigiano che come molti altri uomini e donne italiane ha perso la propria vita lottando per quegli stessi ideali che ancor oggi costituiscono la base ed il fondamento della Repubblica Italiana.

"L’Amministrazione Comunale – ha detto Simoncini – nel ricordare quest’uomo intende riaffermare il suo valore personale e contemporaneamente i valori dell’antifascismo che lui ha difeso, insieme a molti altri partigiani e partigiane che, muovendo anche da ideali molto diversi, si ritrovarono uniti attorno ad un’idea di liberazione umana e di affermazione della democrazia".
Le celebrazioni commemorative, alle quali sono stati invitati anche gli studenti delle scuole del territorio, prenderanno il via alle 10.30 con il ritrovo presso il cippo eretto alla memoria di Oberdan Chiesa in località Lillatro.

Seguirà, alle 10.45 l’intervento del Sindaco Gianfranco Simoncini e poi l’intervento dell’On. Valdo Spini. In caso di pioggia l’iniziativa si svolgerà nell’auditorium della Piazza del Mercato a Rosignano Solvay e al termine sarà deposta una corona d’alloro ai piedi del monumento.

Nato a Livorno nel 1911 da una famiglia di umili origini e di ideali risorgimentali e repubblicani, già ventiduenne abbandonò l’Italia alla volta dell’Algeria, della Francia, della Corsica e della Spagna, dove partecipò come volontario con altri 26 livornesi alla lotta antifranchista.

Da qui la sua inclusione nell’elenco degli antifascisti pericolosi e parallelamente la scelta di diventare un militante comunista. Dopo aver trascorso due anni nei campi di concentramento francesi fu consegnato, nel 1941, al governo antifascista che lo condannò al confino di polizia a Ventotene, per cinque anni. Liberato nell’agosto del ’43 raggiunse Livorno con l’intenzione di unirsi alla lotta partigiana. L’intensificarsi delle attività di lotta e l’inevitabile caccia agli antifascisti che ne seguì portò il 22 dicembre 1943 al suo arresto.

Poco più di un mese dopo, il 27 gennaio 1944 due carabinieri furono feriti a Rosignano Solvay da due militanti partigiani. Non potendo scoprire chi fossero i due, i gerarchi fascisti, prefetto in testa, con il pieno consenso dello stesso Ministro dell’Interno, il toscano Buffarino Guidi, decisero di procedere alla fucilazione di ostaggi celebri, sulla cui testa non pendeva alcuna accusa specifica, per spaventare e porre un freno all’attività dei partigiani. La triste scelta cadde su Oberdan Chiesa che all’alba del 29 gennaio fu trasferito a Rosignano, in località Lillatro, e barbaramente assassinato da un plotone di esecuzione.

Il 17 luglio 1947 la Corte di Assise Speciale di Livorno emise la sentenza contro chi aveva perpetrato uno dei più truci delitti commessi nella provincia di Livorno giustiziando un innocente la cui unica colpa era stata quella di aver avuto idee ed ideali per i quali aveva subito persecuzioni , disoccupazione, miseria, carcere e confino.

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