A Roma l'Omeo Fito Festival

Nei giorni scorsi al Teatro Vittoria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2017 08:35
A Roma l'Omeo Fito Festival

Nei giorni scorsi all’Omeo Fito Festival ,la Musica ha incontrato l’Arte del Guarire. Medici-artisti , musicisti e ricercatori si sono , infatti, riuniti al Teatro Vittoria di Roma per dare al pubblico sia una testimonianza , sia una richiesta di supporto sull’omeopatia . L’evento, unico in Europa, è stato promosso da” Il Research Institute” nato nel 1983 come Centro Studi Omeopatia Clinica, Agopuntura e Psicoterapia e, successivamente, trasformatosi a livello europeo in Research Institute in Clinical Homeopathy, Acupuncture, Psychotherapy and Anti-Aging Medicine. Già Providern. 6724 del Ministero della Salute, è dal 1985 membro attivo dell’ICMART.

Il Festival è nato con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e i media sulla validità e sull’efficacia delle Medicine Complementari accettate anche dall’UE. E’ stata, quindi, una serata estremamente interessante ,dove la musica di eccellenti esecutori intervallava le parole di ricercatori ,medici, veterinari, i quali hanno fatto dell’omeopatia il loro campo di studio, ricerca e pratica clinica. Abbiamo, così, assistito a qualcosa di inusuale ,direi di affascinante . Si sono alternati sul palcoscenico il dottor Luigi Turinese con la sua & The Friendly Band con ottime musicalità, poi è stata la volta dei Mojis ,giovane band sorrentina, è seguito un gruppo musicale composto da medici , gli Smiling Moong, diverti con due canzoni sull’ omeopatia (“omeopatia ,omeopatia per piccina che tu sia ,tutti mali porti via…”) ed infine la Green Symphony Orchestra,(ideata da un farmacista ) con due voci femminili veramente suggestive.

Hanno, quindi, parlato Osvaldo Sponzilli, Giovanni Gorga (Presidente di Omeoimprese (l’ associazione imprenditoriale che rappresenta le aziende italiane ed estere, produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici ),Marco Lombardozzi, Giovanni Francesco Di Paolo.E’ stata, quindi, la volta di un personaggio di grande spessore ed uno dei più noti ricercatori italiani in ambito omeopatico: il prof. Paolo Bellavite. Dal 1984 docente di Patologia Generale presso l’Università di Verona e, se pur in pensione, continua a svolgere la sua attività di ricerca nel settore .

Insegna, inoltre, come volontario Patologia Generale presso l’Università di Ngozi (Burundi) nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale. I suoi lavori scientifici sono stati citati più di 5000 volte nella letteratura medica (indice H di Hirsch=42 al giugno 2017).Bellavite ha ricordato che la liberta’ di ricerca e’ alta nel nostro Paese, ma non si crede che l ‘omeopatia possa essere studiata da un punto di vista scientifico.D’estremo interesse, poi, anche l’intervento del prof.

Vittorio Elia dell’Università di Napoli (allievo del prof. Del Giudice) che ha aperto il mondo della Fisica Quantistica nella ricerca omeopatica attraverso le ricerche sulla “memoria dell’acqua”. Il Professore ha ricordato che quando dicono che l’omeopatia è solo acqua fresca ,non sanno che una volta che il soluto è dinamizzato nel solvente cambia le proprietà dell’acqua a livello chimico e diventa curativa (Ph-conducibilità elettrica ecc…). In sostanza, quasi una mini-lezione di grande scienza, così come quella del prof.

Massimo Fioranelli, cardiologo della clinica Mater Dai di Roma che applica l’omeopatia in cardiologia e concilia cosi’ l’allopatia con l’omeopatia , spiegando che la sinergia delle due discipline rende il paziente piu’ forte. Riferendosi, inoltre, ad Einstein ,il quale ha dimostrato che lo spazio e il tempo cambiano a seconda di chi è l’osservatore , ha sottolineato che la stessa cosa vale per la medicina , dove non esiste un’unicità di vedute, oggi c’è una grande varietà di specialisti, per gruppo di età, per una determinata malattia o una parte del corpo specifica.

La terapia ha affermato il dottor.Fioranelli ,come avevano capito già secoli fa i cinesi, deve concentrarsi non solo sulla malattia, ma sull’essere umano nella sua totalità e specificità del paziente. Ci sono delle leggi fisiche, vibrazioni uniche per ogni individuo .Stimoli interni ed esterni incidono sul ritmo di queste vibrazioni, generando sintomi fisici,emotivi,mentali ;l’omeopatia in sostanza agisce ristabilendo la nostra :”forza vitale”. Con curiosità, infine, ho iniziato ad ascoltare la dott.ssa Alda Grossi, medico veterinario, (laureata in Medicina Veterinaria presso l’Università di Pisa ,ora esercita a Roma )con esperienza clinico omeopatica sugli animali.E la curiosità s’è trasformata in estrema attenzione quando la Grossi ha spiegato

Il suo approccio olistico al paziente animale, Ho un approccio olistico al paziente animale, mirante alla riarmonizzazione psiche-soma ed al ripristino dell'equilibrio fisiologico della specie a cui appartiene, dell’ impossibità di un ‘effetto placebo sugli animali .Es.un cane che guarisce è la dimostrazione piu’ concreta della riuscita dell’omeopatia, che ha anche un impatto ambientale zero e non è testata a differenza dell’allopatia sugli animali .La dott.ssa Grossi ha ricordato il ruolo del medico omeopatico, ascoltare il paziente ,ma ascoltarlo ,porgli domande capirlo,solo cosi’ la cura sarà appropriata.Una serata, quella del Festival dell’omeopatia, che con il suo riuscito cocktail di musica e scienza ha avvinto gli spettatori intervenuti al “Vittoria” di Roma .Se l’unione Europea ha, da tempo stabilito, che le medicine omeopatiche sono ammesse come quelle di origine chimica , diciamo tradizionali, costringendo infine anche l’Italia ad ottemperare, sia pure con grave ritardo e con misure che stanno mettendo in difficoltà le piccole aziende italiane, del settore, significa che si stanno facendo progressi per rende giustizia all’omeopatia che non è, certo un’alternativa alla medicina classica ,ma il suo piu’ caro alleato, per riportare il benessere psico-fisico a coloro che l’hanno perduto.

In questo serate come quella del Festival di Roma ed una costante e documentata informazione, un importante aiuto per far capire che non c’è collisione tra le terapie chimiche e omeopatiche : agiscono su due fronti diversi appartenenti entrambi allo stesso individuo,allora direi basta a questa guerra all’omeopatia ,troppo spesso calpestata e denigrata in giornali e tv! Speriamo che nel resto d’Italia si segua, l’utile esempio romano.

Lo scienziato Claud Bernard pronunciò la famosa frase: “il microbo è nulla, il terreno è tutto”.

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