Sono stati presentati questa mattina i restauri della Basilica di Santa Maria Novella e della Cappella Strozzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 1999 19:17
Sono stati presentati questa mattina i restauri della Basilica di Santa Maria Novella e della Cappella Strozzi

Si tratta di uno dei progetti principali tra quelli finanziati dalla legge 270, Giubileo extra-Lazio, per le opere a Firenze.
Il costo totale dei due interventi si aggira sui 6 miliardi e 700 milioni.
Alla conferenza stampa era presente anche la coordinatrice dell'Ufficio 'Roma Capitale e grandi eventi' del Ministero, Daniela Barbato che ha sottolineato come questa sia un'opera restituita sì ai fiorentini ma, con loro, a tutti gli italiani. Un lavoro che ci rende particolarmente felici anche perché ha saputo interpretare molto bene lo spirito di integrazione dell'impegno di tutti con le nuove tecnologie che oggi sono a disposizione''.


"Restituiamo oggi alla città di Firenze -ha affermato l'Assessore Di Giorgi- una delle Basiliche più amate dai fiorentini, e in particolare dagli abitanti del quartiere di Santa Maria Novella. Un'opera d'arte quasi unica che, grazie ai fondi del Giubileo e a quelli di un privato come l'Ente Cassa di Risparmio, è stato possibile restituire al mondo, e al Convento dei domenicani, nel suo antico splendore. Un altro esempio, quindi, di ciò che si può fare se pubblico e privato è collaborano fattivamente.

Devo, infine, ringraziare tutti i dipendenti e i dirigenti degli uffici della Fabbrica di Palazzo Vecchio e, più in generale, della direzione cultura, per quanto hanno fatto, per il rispetto dei tempi, e soprattutto per il risultato finale".
Con il restauro appena concluso sono stati realizzati i più importanti interventi che la chiesa e la sagrestia attendevano da anni. Il lavoro verrà tuttavia completato solo quando tutte le altre cappelle del transetto saranno restaurate, così come già è avvenuto per la cappella Strozzi, e la Trinità sarà restituita alla fruizione del pubblico.
L'interno della basilica, a partire dal restauro ottocentesco in chiave gotica, fino ai più recenti interventi effettuati nelle navate negli anni sessanta , era stato oggetto di interventi manutentivi che in momenti diversi e per necessità contingenti avevano introdotto sensibili variazioni cromatiche e materiche delle superfici .


Sui capitelli dei pilastri polistili, sugli altari e sui monumenti addossati alle pareti, i consistenti depositi superficiali, costituiti da spessi strati di polvere e nerofumo, avevano alterato tutti gli equilibri nella percezione dello spazio architettonico e nella lettura dei materiali.
La finalità perseguita nella conduzione del restauro è stata quella di ricostituire l'equilibrio nei rapporti cromatici tra gli elementi architettonici , le superfici intonacate e le decorazioni delle volte ritrovate negli anni sessanta, poiché l'architettura consiste non esclusivamente nella risoluzione di problemi di carattere strutturale o tecnologico, ma anche nell'apparire alla nostra percezione con tutte le sue valenze decorative ed estetiche.


Il trattamento degli strati di finitura ha costituito l'ultimo stadio dell'attenta e articolata sequenza di operazioni precedute, in via preliminare, da saggi e prelievi diffusamente eseguiti in ogni zona d'intervento, guidati da una approfondita valutazione delle fonti documentarie.
Oltre alla pulitura, per affrontare i problemi di degradazione della materia, sono stati eseguiti, con estrema cura e precisione da parte delle maestranze, puntuali interventi di consolidamento dei materiali in fase di distacco, la sigillatura dei cretti e delle lesioni opportunamente calibrati e differenziati nelle varie componenti del restauro: intonaci, decorazioni, monumenti funebri e materiali lapidei.


La ricchezza dell'apparato decorativo originario della chiesa, come si è potuto verificare durante l'esecuzione delle saggi, è stata purtroppo cancellata lungo il percorso temporale di vita del monumento e i rari frammenti, giunti fino a noi, trasmettono ancora la vibrante vitalità dei luoghi e delle idee al momento della loro realizzazione.
La presenza di residui di dorature rinvenute sulle figure antropomorfe e zoomorfe dell'arcata della cappella centrale e il ritrovamento di un antico affresco tardo duecentesco, sul portale che immette dal braccio destro del transetto nella cappella della Pura, aprono inedite interessanti questioni per la futura elaborazione delle informazioni che si sono potute raccogliere in occasione di questi lavori.

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