UE: fondi strutturali, appello regioni europee ai governi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 1999 09:18
UE: fondi strutturali, appello regioni europee ai governi

Firenze, 19 feb. - Le Regioni europee hanno lanciato oggi un forte appello ai governi dell'Unione perche' "non facciano marcia indietro sugli strumenti finanziari necessari per favorire lo sviluppo di Eurolandia". L'appello e' stato approvato all'unanimita' dall'ufficio politico della Conferenza delle Regioni periferiche marittime (Crpm) riunitosi oggi a Bruxelles per discutere lo stato dei negoziati sui fondi strutturali nel quadro dell'Agenda 2000. "Le 122 Regioni periferiche marittime, che contano 150 milioni di abitanti - si legge nell'appello - denunciano il doppio linguaggio degli Stati che attraverso i loro portavoce affermano la loro volonta' di approfondire la coesione, mentre altri ministri riducono i mezzi finanziari destinati a questa coesione senza nemmeno mantenerli al livello del 1999".

In particolare l'appello e' rivolto ai governi della Germania, della Gran Bretagna, dell'Olanda, della Francia, della Svezia, della Danimarca e dell'Austria. "Senza un armonico sviluppo - prosegue l'appello - aumenter… il fossato fra l'Europa della logica finanziaria e l'Europa della cittadinanza e del lavoro". Le Regioni europee chiedono che il bilancio che uscira' dai negoziati sia un vero "budget di solidarieta' territoriale" e invitano i governi ad aprire tavoli di trattative in tutti i settori che possono promuovere la coesione economica e sociale dell'unione.

La posizione di chiusura dei governi di altri partner comunitari, tuttavia, suscita ancora forti preoccupazioni. "Non si tratta di una questione di diritto acquisito - ha detto il presidente della Conferenza Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana - ma di preservare le chance di ridurre il divario fra i paesi piu' favoriti e gli altri". Per questo le 122 regioni hanno deciso di accrescere il livello di pressione sui governi europei in queste settimane che precedono la fine delle trattative sui diversi capitoli dell'Agenda 2000.

"Continueremo a batterci - ha aggiunto Chiti - per una vera politica europea di sviluppo territoriale, perche' e' contraddittorio parlare di approfondimento dell'Unione e poi non garantire le risorse necessarie perche' vi sia un reale equilibrio dello sviluppo. Non ha futuro un'idea dell'Europa che pensi di avere sempre locomotive che accettano di tirare e territori assistiti che accettano di restare tali".

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