Contrasto a infiltrazioni mafiose: in città serve pluridimensionale

Il criminologo Vincenzo Musacchio avverte: "Le organizzazioni criminali hanno messo radici anche a Firenze"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2022 23:11
Contrasto a infiltrazioni mafiose: in città serve pluridimensionale

di Vincenzo Musacchio, criminologo, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies di Newark

La lotta alle nuove mafie funziona se coinvolge ambiti diversi. Politica, imprenditoria, finanza, banche e non solo forze dell'ordine e magistratura. Posta questa premessa maggiore, sta di fatto che una teoria, il più possibile onnicomprensiva dei vari aspetti della lotta alla criminalità organizzata moderna, non può non partire dal carattere "pluridimensionale". Prevenzione e repressione devono coinvolgere tutti gli ambiti nei quali operano le mafie: istituzioni, economia, politiche sociali, mondo del lavoro.

Il pericolo per il capoluogo di regione è stato evidenziato anche procuratore generale di Firenze Marcello Viola in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario. Viola ha definito le mafie tradizionali come una «presenza ormai strutturata, stabile e consolidata» in Toscana. Dal suo discorso sembrerebbe addirittura che le mafie abbiano fatto il salto di qualità, passando dalla fase dell’infiltrazione al radicamento vero e proprio. Se così fosse, io ovviamente da studioso non ho conferme, occorrerà alzare l’asticella delle azioni di lotta al massimo livello di attenzione.

Non dimentichiamo che Firenze arriveranno milioni di euro nei prossimi anni grazie ai fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Approfondimenti

La politica, l’imprenditoria, le banche dovranno costituire il primo freno contro i sicuri tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. I settori ad alto rischio sono tanti. Il più appetibile sarà certamente quello della gestione dei rifiuti pericolosi e non. Facilmente infiltrabili saranno anche il settore del turismo, delle energie rinnovabili, dei trasporti, dell’alberghiero. Appalti e soprattutto sub-appalti dovranno essere monitorati e controllati in tutte le loro fasi, dall’assegnazione alla consegna del bene.

L’idea che proponiamo non può essere quella di intercettare la minaccia aspettando che l’infiltrazione della criminalità organizzata emerga da risultanze investigative, ma deve essere quella di un monitoraggio continuo e costante dei circuiti dell’economia legale preservando preventivamente il benessere finanziario della città. Per colpire le nuove mafie occorrerà risolvere tutte le eventuali vulnerabilità presenti nella città di Firenze. Si dovranno uniformare i controlli attraverso il monitoraggio dei finanziamenti alle imprese.

Sarebbe bene introdurre la tracciabilità e la moneta elettronica nelle transazioni economiche e finanziarie tra pubblica amministrazione e privati. Un’ottima soluzione sarebbe di analizzare i dati sulla criminalità economica a sostegno delle indagini finanziarie anche transfrontaliere e provare a porre rimedio a un altro grave problema: le poche barriere esistenti contro la nuova criminalità organizzata.

* Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80. È oggi uno dei più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali, un autorevole studioso a livello internazionale di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative a livello europeo.

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