La vendemmia 2025 in Toscana si preannuncia come una delle più interessanti degli ultimi anni: meno abbondante, ma qualitativamente promettente.
“Un raccolto decisamente positivo, con una quantità nelle medie degli ultimi anni, ma con un risultato più che notevole sul versante della qualità, che sembra garantire buona fragranza, prospettando una produzione di vini ben strutturati e di grande bevibilità. Questo grazie anche alle condizioni meteo che hanno scongiurato la diffusione dei parassiti e perlopiù favorito la vendemmia, con grappoli sani, al di là del posizionamento dei vigneti e delle diverse uve”.
Un focus sulla vendemmia 2025 quello delineato da Andrea Corti, presidente del Consorzio Chianti dei Colli Fiorentini, che comprende un territorio diffuso su 16 comuni.
“E’ un livello di professionalità sempre più elevato - prosegue Corti - quello per il quale si va caratterizzando sempre più il nostro Consorzio, che si pone proprio l’obiettivo di distinguersi e rendere unica la propria produzione, per andare incontro alle esigenze di un mercato portato ad operare una selezione del prodotto e a una tipologia di consumatori che si va diversificando, sia per l’avvicinamento delle giovani generazioni che per un export che si apre a nuovi gusti e tendenze”.
“Il rischio per noi produttori - mette poi in chiaro il presidente - è che i vini, seppur di ottima qualità, rimangano in cantina, a causa di una politica dei dazi già in atto a nostro sfavore, che in questo ultimo periodo sta purtroppo passando sotto silenzio, in grado di determinare una contrazione della domanda. Ricordo che non è stato trovato alcun accordo per quanto riguarda il mercato statunitense, che bisogna sottolineare come rappresenti una destinazione essenziale per la commercializzazione dei nostri vini, che in alcuni casi va fin oltre il 30%. Difficile peraltro pensare di poter sostituire in tempi brevi un simile mercato, soprattutto perché sono pochi i paesi a garantire una simile potenzialità di acquisto. Chiediamo pertanto che si faccia chiarezza e di trovare una soluzione perseguibile, che offra una prospettiva di crescita per il settore, destinato altrimenti a subire una contrazione, perché ad oggi ci sentiamo un po’ lasciati da soli”.
Lo conferma Marco Storai, amministratore di Carratelli Wine, operatore internazionale con sedi a Firenze, Grosseto e Montepulciano, specializzato nell’accompagnare i produttori toscani nei mercati esteri e nella costruzione di strategie commerciali su misura.“Dopo un 2024 difficile, l’annata in corso mostra segnali di equilibrio. Il caldo c’è stato, ma senza eccessi, e i vigneti hanno retto bene. Soprattutto, le uve si presentano sane e mature in modo omogeneo".
Il quadro che emerge dalle diverse aree della regione conferma un trend simile: resa inferiore, qualità in aumento. In Maremma, il clima secco e ventilato ha protetto le viti dalle principali malattie, nonostante qualche episodio isolato di grandine e piogge irregolari. “Il profilo aromatico è molto interessante e i mosti si stanno rivelando equilibrati”, osserva Storai. A Montalcino, il Sangiovese gode di una buona acidità naturale e di grappoli compatti, ottimi presupposti per vini da lungo invecchiamento.
Nel Chianti, la produzione segna un calo tra il 10% e il 15%, ma resta sopra la media del quinquennio precedente. “Calo fisiologico, ma l’uva è buona. Le cantine lavoreranno con materia prima di valore.” La produzione regionale stimata si attesta intorno ai 2,4 milioni di ettolitri, in leggera flessione rispetto ai 2,7 milioni del 2024, ma in linea con una prospettiva di medio periodo che privilegia la qualità rispetto alla quantità.
Sul fronte dell’export, il 2025 ha segnato una riduzione degli ordini dagli Stati Uniti, dovuta principalmente all’impatto dei nuovi dazi del 15% introdotti nei mesi scorsi. Carratelli Wine è riuscita comunque a mantenere attive le collaborazioni con gli importatori americani più consolidati, in particolare in Florida e nel resto degli USA, grazie alle missioni commerciali svolte a New York, Miami e Dallas lo scorso febbraio. “Il dialogo costruito negli anni paga. Il momento è delicato, ma non bisogna mollare. Anzi: serve visione, pazienza e strategie nuove”, commenta Storai.
Parallelamente, l’azienda sta ampliando le proprie strategie commerciali a livello globale, con nuovi eventi e iniziative in Asia (Thailandia, India e Vietnam), Sud America (Brasile, Messico e Costa Rica), oltre che in Europa (Svizzera, Regno Unito e Norvegia). “Mercati in forte espansione e sempre più interessati ai vini toscani, soprattutto quando c’è coerenza tra qualità, narrazione e accessibilità”.
Per la crescita di queste nuove rotte internazionali, Carratelli Wine collabora attivamente con i propri partner e con il nuovo Ufficio delle Relazioni Internazionali del Comune di Grosseto, recentemente inaugurato grazie all’impegno del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. “Avere un sostegno istituzionale diretto, soprattutto a livello locale, è fondamentale. Le aziende da sole non bastano: servono reti, interlocutori, progetti condivisi. Il mondo si muove in fretta, e la Maremma può e deve essere protagonista”, conclude Storai.