Ucraina: Consiglio regionale illuminato di giallo e blu

Quasi nove mila i cittadini fuggiti dal conflitto che ancora vivono in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2023 23:26
Ucraina: è passato un anno di guerra, non il dolore

Firenze– A un anno dell'inizio della guerra in Ucraina, che ha costretto 8 milioni di bambini, donne, uomini a lasciare il Paese per cercare sicurezza oltreconfine e 5,3 milioni a vivere da sfollati interni, l'Alto Commissariato Onu per Rifugiati ( UNHCR) ricorda che in Europa, stiamo assistendo a una delle più grandi crisi umanitarie della storia recente, milioni di persone vivono in una situazione di grande fragilità, insicurezza alimentare, in rifugi di fortuna privi di elettricità, gas o acqua potabile. Sono ancora circa nove mila le persone fuggite che vivono in Toscana.

“A tutte queste persone – spiega il presidente Eugenio Giani –, grazie al sistema che abbiamo messo a punto sulla base delle disposizioni del Dipartimento nazionale della Protezione civile, siamo in grado di fornire supporto e accoglienza. A questo proposito vorrei anzitutto ringraziare il lavoro prestato dal personale, volontario e non, della Protezione civile regionale, in collaborazione con i Comuni. Senza dimenticare che la messa a punto della macchina dell’accoglienza ha potuto contare sulla straordinaria generosità e solidarietà di una regione che, in occasioni analoghe, ha sempre risposto presente”.

Ad un anno di distanza la Protezione civile regionale prova a stilare un bilancio delle attività organizzate per assicurare accoglienza, soccorso e assistenza alla popolazione in fuga dalla guerra.

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Nella prima fase (marzo-maggio 2022) l’attività si è concentrata su allestimento e gestione del Punto Accoglienza creato a Firenze presso Mercafir (dove i 1528 cittadini ucraini transitati dal 13 marzo al 31 maggio hanno potuto registrarsi, avere indicazioni per gli adempimenti amministrativi e ricevere una prima assistenza), sull’organizzazione di una rete di strutture alberghiere di prima accoglienza (33 alberghi dislocati nelle province di Firenze, Pisa, Grosseto, Pistoia, Prato, Arezzo che, nel momento della massima occupazione, hanno alloggiato 835 persone) che si è aggiunta alle strutture CAS delle Prefetture, e sullo svolgimento di attività di supporto ai cittadini ucraini per consentire loro di usufruire di prestazioni socio-sanitarie.

Nella seconda fase (a partire da giugno 2022), terminati gli arrivi dall’estero, l’attività si è concentrata nel supporto al progetto di ‘Accoglienza Diffusa’ gestito dal Dipartimento nazionale di Protezione civile. I cittadini ucraini in uscita dalle strutture alberghiere (l’ultima è stata chiusa a novembre 2022) hanno trovato sistemazione o nei CAS o in alloggi (di diverso tipo: strutture, appartamenti, famiglie) messi a disposizione nella rete delle associazioni che hanno aderito al progetto. Attualmente quelli accolti in tale rete sono 145.

Da stasera, giovedì 23 febbraio, e per tutto il fine settimana, la facciata di palazzo del Pegaso si tinge dei colori dell’Ucraina. “Siamo e resteremo sempre al fianco di chi ha scelto di stare dalla parte giusta della storia. Non voltiamo la testa, non dimentichiamo i nostri valori identitari e ribadiamo con forza che la Toscana è contro la guerra e la risoluzione armata dei conflitti”. Così il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, annuncia l’illuminazione del palazzo del Pegaso. Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Assemblea legislativa torna ad accendersi dei colori della bandiera di un popolo che sta resistendo con forza all’invasione.

“Questa terribile guerra ha segnato il cuore dell’Europa, ha portato morti, feriti e devastazione. È un conflitto che ha un oppressore, la Russia, e un oppresso, l’Ucraina, di fronte al quale la Toscana non si vuole girare dall’altra parte” sottolinea il presidente. “Continueremo – ribadisce - a tenere accesi i riflettori su questa tragedia e anche per questo illuminiamo di giallo e di azzurro, i colori dell’Ucraina, la sede del nostro Consiglio regionale, in sostegno e vicinanza al popolo ucraino”.

Già l’anno scorso, con la seduta d’urgenza, tutto il Consiglio regionale aveva espresso con forza solidarietà e vicinanza.

“Sono felice di essere qui e ringrazio chi difende la parola. La libertà è il motivo per cui il nostro popolo si trova in guerra. Mi commuove il vostro supporto. Quando sei in mezzo a un conflitto, sapere che c’è qualcuno che ti sostiene e si ricorda di te è un grande aiuto”. Così la giovane poetessa Ucraina Ljudmyla Djadčenko, vincitrice della 67^ edizione del Premio Ceppo Internazionale Poesia ‘Piero Bigongiari’, filologa e vicepresidente dell’Associazione degli scrittori del suo Paese, che domani, venerdì 24 alle 16, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, terrà a palazzo del Pegaso la lecturae ‘La poesia dovrebbe iniziare il giorno in cui si nasce e non finire il giorno in cui si muore’, a cui parteciperanno oltre 80 ragazzi dei licei Galileo e Capponi-Machiavelli di Firenze.

A portare i saluti saranno la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi e il presidente della regione Toscana Eugenio Giani. Nell’occasione le sarà consegnato il premio e sarà presentata la sua antologia con testo a fronte ‘La fobia dei numeri’ (Interno Poesia, 2023).

“La guerra è sempre presenta nelle nostre vite – ha commentato la Djadčenko durante la conferenza stampa con i giornalisti che si è tenuta a palazzo del Pegaso –. Provo nostalgia dei giorni in cui tutti i miei amici erano vivi e c’erano luce e acqua. Quando scrivo una poesia adesso piango, ma mi accorgo che l’anima è capace di vedere la bellezza in mezzo all’oscurità e al dolore e nella mia arte voglio parlare di essa”.

Il premio Internazionale Ceppo, primo riconoscimento italiano dedicato al racconto e alla poesia, diretto da Paolo Fabrizio Iacuzzi, è tra le iniziative promosse e finanziate dal Consiglio regionale nell’ambito della Festa della Toscana.

Il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Casucci ha sottolineato come “questo premio leghi la poesia, la pace e la giovane età della premiata”. “Abbiamo bisogno di recuperare una dimensione di pace in questa Europa – ha aggiunto - e occorre trovare le formule per arrivarci nel migliore dei modi. Esprimiamo dunque solidarietà e vicinanza al popolo ucraino che è stato aggredito e che si trova al centro di una guerra ingiustificabile”.

“Trovo che onorare una giovane poetessa sia un modo bellissimo di ricordare questo anniversario terribile – ha affermato la presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi –. Spesso non riusciamo a impedire che i governanti facciano scelte scellerate. Ma quello che possiamo fare, e che possono fare intelligenze e cuori ispirati come quelli dei poeti e degli scrittori, è di non lasciare al male l'ultima parola. Abbiamo il dovere di sottolineare questo impegno, soprattutto quando una poetessa, come la Djadčenko, nata nel 1988, riesce con una poetica compiuta, ricca, molto raffinata, a dare la misura dell'abisso anche esistenziale in cui si può trovare un giovane in questo momento”.

“La poesia e l’arte in generale sono linguaggi universali che travalicano ogni confine e parlando di bellezza possono rappresentare un ponte di pace” è il commento di Federica Fratoni, membro dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa, intervenuta a Pistoia all’incontro con numerosi giovani lettori. Nel ringraziare l’operato dell’Accademia internazionale del Ceppo, Fratoni ha ribadito la necessità di “tenere alta l’attenzione sulla terribile guerra in Ucraina. Ritengo doveroso riflettere a fondo su un percorso di pace che tuttavia ancora non si intravede”. E sull’opera della poetessa ucraina: “Le sue parole sono toccanti e ci stimolano a ragionare su una quotidianità perduta che in tanti danno per scontata”.

Il presidente del premio Ceppo, Paolo Fabrizio Iacuzzi, ha ricordato come la giuria abbia da sempre scelto di premiare poeti che si distinguono per il loro impegno civile. “La poesia di Ljudmyla Djadčenko – ha poi affermato - ha come fondamento proprio l’idea dell’Ucraina come terra tra Oriente e Occidente, cuore della civiltà e della pace”. Iacuzzi ha inoltre sottolineato come il premio sia un progetto educativo che coinvolge studenti “non solo attraverso la lettura, ma anche facendoli scrivere: è in questo modo che si formano le coscienze”.

Oxana Polataitchouk, referente del Consolato onorario dell'Ucraina a Firenze, ha infine ribadito come “conoscere la poesia di un popolo è come conoscere la sua anima”. “Il nostro popolo vuole la libertà – ha aggiunto - e noi stiamo pagando un prezzo altissimo e un grande dolore per ottenerla. La Toscana è stata sempre al nostro fianco e per questo le siamo molto riconoscenti”

Presenti alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in Consiglio regionale con Ljudmyla Djadčenko, anche i consiglieri Elena Rossignoli e Fausto Merlotti.

Una video installazione per ricordare un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, con l’invasione da parte della Russia. Il video sarà proiettato a Pisa, sulle pareti del centro espositivo museale SMS (via delle Piagge), dal tramonto di venerdì 24 all’alba di sabato 25 febbraio. Si tratta dell’opera dell’artista concettuale russo Andrei Molodkin dal titolo “Bloody Democracy” e “Putin Filled with Ukrainian Blood”. Intorno alle ore 18.30, avvio della proiezione, se possibile, sarà stabilito un collegamento con l’artista che si trova in Ucraina.

L’iniziativa, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Pisa, è curata da Giusy Caroppo, e promossa da a/political con sede a Londra, dalla Galleria Giampaolo Abbondio di Todi e dalla piattaforma Circuito del Contemporaneo.

«Abbiamo voluto organizzare un evento che ponesse con forza l’accento su questo drammatico anniversario - spiega l’assessore alla cultura Pierpaolo Magnani -. L’arte spesso, può essere il mezzo per far arrivare certi messaggi, e pertanto abbiamo colto l’opportunità di ospitare al centro SMS la performance di Andrei Molodkin, molto dura ma che costringe ognuno di noi a interrogarsi sul significato di questo anno che abbiamo vissuto, perché nessuno si può sentire esentato dal prendere posizione in una vicenda così vicina a noi».

«In questo momento catastrofico per l’Europa - dice l’artista Andrei Molodkin - il ruolo della cultura e dell’arte è quello di creare il contesto per comprendere la portata della crisi umanitaria che stiamo attraversando e di cui il popolo ucraino ne sta facendo le spese più imponenti. L’urgenza del mio progetto è quella di mostrare che la democrazia si trova in grave pericolo, sta già sanguinando. Voglio mettere in luce la terribile situazione che sta vivendo la comunità ucraina e aiutarla.

Il sangue che combattenti e immigrati ucraini hanno simbolicamente donato per riempire le mie sculture è la loro ultima speranza. Questo è un progetto sociale sulla crisi della democrazia europea. Dobbiamo, tutti insieme, trovare una soluzione per uscire da questo momento di crisi. La rilevanza del tema è stata dimostrata dalle numerose pubblicazioni che la stampa internazionale ha dedicato al progetto trovando in esso la voce e l'immagine per un appello alla collettività. Oggi la voce della cultura è più determinante di quella dei politici.

La democrazia è un costrutto vuoto facile da distruggere. In Ucraina si sta combattendo anche per difendere questo concetto. Il costo della guerra è sangue umano. Come artista uso il sangue umano per interrogare il sistema politico esistente».

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