Tramvia, incubo piazza Dalmazia per i ciclisti

Il racconto di Vincenzo Donvito, presidente di Aduc

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 luglio 2014 13:05
Tramvia, incubo piazza Dalmazia per i ciclisti

Non e' una novità che i lavori per la costruzione della linea 3 della Tramvia stiano moltiplicando i problemi di una traffico gia' di per se' sostenuto anche in tempi di non-lavori. Ma ci hanno detto che si tratta di una piccola tempesta che preannuncia il sereno e, soprattutto, che i tempi saranno rispettati. Vedremo. Nel frattempo noi sappiamo con certezza una cosa: le biciclette sono una rarità nei piani della mobilità urbana. E pensare che in tutta Europa - solo per fare gli esempi più vicini a noi, visti anche i contributi economici della Ue in merito - la mobilita' ciclabile e' nei primi posti di tutti i progetti e di tutte le realizzazioni, poiche' e' li' il futuro. Cosi' non sembra per Firenze, tranne qualche inaugurazione di tratti di piste a macchia di leopardo e solo come facciata. Gia' abbiamo denunciato l'assenza di una politica in merito per il nuovo assetto viario della Tramvia di via dello Statuto.

Oggi in prossimita' di piazza Dalmazia, ore 8,30. In bicicletta, portando una bimba sul seggiolino posteriore, per evitare lo scontato incubo da via dello Statuto verso il Poggetto, con piste ciclabili zero, manto stradale dissestato e pieno di buche, salita mozzafiato (soprattutto per l'inquinamento da gas di scarico) all'altezza del cinema Adriano, ho optato, come tutti i giorni di percorrere via Vittorio Emanuele II in direzione Poggetto. Ma oggi c'era l'onda lunga dei lavori per la Tramvia, e proprio dove inizia la morbida salita di questa via, da piazza Giorgini verso il semaforo del Poggetto, c'era un intasamento che l'unica possibilita', per proseguire in bici e non restare in colonna come se si fosse un Tir, era di salire sullo strettissimo marciapiede, di difficile accesso per le auto parcheggiate.

Arrivati al semaforo, quest'ultimo era solo un'opzione, perche' la coda di auto provenienti da piazza Leopoldo si intersecava con quella di via VittorioEmanuele II, con una continuita' e immobilismo che immagino fosse tale fino a Careggi. In bici si procedeva solo salendo sullo stretto marciapiede, pieno di persone che aspettavano alla fermata dell'autobus, bacheche di fruttivendolo e giornalaio che prendevano meta' dello smilzo marciapiede.

Un incubo, dove la liberazione c'e' stata solo perche' io ciclista non ero diretto verso Careggi, ma ho girato in via Mercati per andare a portare la bimba all'associazione sportiva Il Poggetto.Un episodio di ordinaria follia di chi si muove a Firenze con un mezzo, la bicicletta, che dovrebbe essere il futuro, ma e' solo rischio di incolumita' e sanitario, incentivo alla violazione del codice della strada e, nella fattispecie dei protagonisti dell'episodio, pessima lezione di Civismo e Diritto nei confronti di una bimba di otto anni, che a scuola le vengono insegnate cose opposte rispetto alla realta'.

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