Toscana: la destra sbatte la porta agli immigrati nelle case popolari

Non vogliono togliere i vincoli. Stella (FI): "Faremo una battaglia durissima". FdI: “Pronti a fare le barricate”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 giugno 2021 22:18
Toscana: la destra sbatte la porta agli immigrati nelle case popolari

Firenze, 4 giugno - "La pdl 47 della Regione Toscana, che ridefinisce i criteri per i bandi di accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ci vede fortemente contrari. Fino ad oggi, per accedere alle case popolari, bisognava svolgere l'attività lavorativa e risiedere in Toscana per almeno 5 anni, anche se non necessariamente continuativi; se la legge verrà approvata, questa norma decadrà, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n.44 del 2020, che ha bocciato il limite temporale alla residenza come anticostituzionale. Noi emenderemo comunque la legge". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, che annuncia una "battaglia durissima su questo tema".

"La pdl 47 deve ancora andare in Commissione, poi quando arriverà il aula per il voto - annuncia Stella - presenteremo un emendamento. Perché se è vero che la Corte Costituzionale ha stabilito che il limite temporale della residenza viola l'articolo 3 della Costituzione e quindi non può essere messo come criterio per l'accesso al bando, è altrettanto vero che le Regioni possono fissare le regole che determinano il formarsi dei punteggi. E noi chiederemo proprio questo: che il maggiore o minore tempo di residenza in Toscana costituisca un criterio per l'assegnazione di punti. Non è equo che ci si è appena trasferito qui passi davanti in graduatoria a chi vive in Toscana da anni o da decenni: è una questione di giustizia".

“Sulle case popolari non arretriamo di un centimetro e, se la sinistra non cambierà questa immonda legge, siamo pronti alle barricate”. Sono queste le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale toscano, Francesco Torselli, del consigliere regionale di Fdi Diego Petrucci, dal capogruppo FdI a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi e del consigliere comunale di Fdi Jacopo Cellai.

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“Questi immobili - proseguono gli esponenti del partito di Giorgia Meloni - sono stati costruiti col sudore e la fatica dei nostri genitori e dei nostri nonni. L'uso di quei palazzi è sempre stato chiarissimo: offrire una soluzione abitativa ai nostri connazionali in difficoltà, a chi è meno ricco e alle famiglie numerose. Ora la sinistra ha deciso di togliere il vincolo di cinque anni di residenza per poter accedere ai bandi. Una scelta miope, folle, dettata dal buonismo strisciante e da una volontà politica chiara: per il Partito Democratico gli immigrati, anche quelli giunti nel nostro Paese da appena un mese, hanno maggiori diritti degli italiani o di chi, nato in Egitto o in Nigeria, vive qui da tempo, ha un lavoro regolare e si è integrato con le nostre tradizioni. E, soprattutto, rispetta le nostre leggi”.

“Il requisito della residenza - continuano i consiglieri regionali e comunali - serve per cercare equilibrio nelle assegnazioni e per far sì che le persone dimostrino di avere un legame col territorio. Dovrebbe essere introdotto un meccanismo per cui abbia la priorità chi è nato in Italia e i cittadini che sono in condizione di irreperibilità. Noi di Fratelli d’Italia stiamo lavorando ad una proposta di legge chiamata “Quota18”, ossia chi da 18 anni, e in maniera continuativa, ha i requisiti per accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, può riscattare l’appartamento nel quale vive.

Si potrebbe, così facendo, rendere proprietarie della propria abitazione migliaia di famiglie e al tempo stesso creare un introito per le casse pubbliche di circa 200-250 milioni di euro da utilizzare per finanziare nuovi alloggi popolari. Già le ultime graduatorie vedono sistematicamente esclusi i nostri connazionali, con questa modifica sarebbe semplicemente impossibile per un italiano ottenere un alloggio popolare. È indispensabile che ci sia un legame, forte, col territorio. Capiamo – concludono i consiglieri di Fdi – che Eugenio Giani, sempre più isolato e abbandonato al proprio destino dal Pd, cerchi di rafforzare la propria traballante posizione, accontentando la parte più a sinistra che ha in Giunta, ma questo non può e non deve avvenire sulla pelle dei Toscani!”

"Riteniamo totalmente sbagliato -afferma Giovanni Galli, Consigliere regionale della Lega- l'intendimento della Giunta toscana che si propone di modificare la Legge regionale 2/2019, che tratta delle disposizioni in materia di edilizia residenziale popolare." "In particolare, il punto che noi contestiamo apertamente-prosegue il Consigliere-è l'azzeramento dell'obbligo di essere residenti o lavoratori in Toscana da almeno cinque anni per poter accedere ai bandi di assegnazione degli alloggi in questione." "Togliendo l'attuale vincolo, che non è per nulla incostituzionale, come il Pd farebbe, invece, intendere, visto che da oltre 2 anni è pienamente in vigore nella nostra regione-precisa l'esponente leghista-in pratica chi ha preso la residenza da un giorno, avrebbe gli stessi diritti di chi, viceversa, risiede da anni, pagando le tasse competenti." "Noi-sottolinea il rappresentante della Lega-puntiamo ad un criterio di assegnazione, delle peraltro poche abitazioni a disposizione dei cittadini bisognosi (meno del 3% all’anno degli aventi diritto accede ad un alloggio ERP), che vada, dunque, a premiare la consolidata appartenenza ad una comunità." " Insomma, tanto per cambiare-insiste Galli-ci troviamo di fronte ad una più che criticabile decisione la quale scaturisce da una classica visione vetero-statalista che tende palesemente a discriminare chi paga regolarmente le tasse locali, come l’addizionale comunale IRPEF, magari da tempo, e che vive da un periodo ragionevole le dinamiche sociali di una comunità." "Quindi-conclude Giovanni Galli-chi è almeno da cinque anni parte integrante di una comunità cittadina, è giusto che, in caso d'improvvisa necessità, possa affidarsi alla vigente normativa che chi governa questa Regione vuole, con modalità improvvide, colpevolmente abrogare."

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