Toscana: è guerra del cinghiale tra amici e nemici

"Strage" di ungulati, oppure "ripristino dell'ordine naturale" delle cose? Tensione tra 'cacciatori' ed animalisti

Antonio
Antonio Lenoci
18 gennaio 2016 15:17
Toscana: è guerra del cinghiale tra amici e nemici

La Toscana, nota per accarezzare e lasciar accarezzare a chiunque il muso del "Porcellino" di Firenze, che in realtà è un cinghialetto, è per tradizione terra di cacciatori e di cacciagione, gli animalisti da tempo monitorano il territorio per quel che concerne la salvaguardia delle specie animali contro una vivibilità dell'essere umano dalle periferie cittadine alla campagna che non prevedrebbe la presenza animale.L'aumento dei cinghiali, il loro avvicinamento ai centri abitati, la pericolosità generata dall'attraversamento delle strade urbane, ed il conseguente assalto agli ungulati ha accentuato questo scontro che prosegue a suon di proclami e flash mob.

Gli agricoltori compatti chiedono un piano di abbattimenti mirato, gli animalisti vorrebbero attuare misure alternative allo sterminio dei capi.In Piazza della Repubblica a Firenze, contro la legge Remaschi, è andato in scena un Flash mob "ammazzacinghiali". Un gruppo di scrittori, intellettuali e naturalisti ha lanciato una petizione contro "un abnorme piano triennale di abbattimenti". Come risposta un ironico “adotta un cinghiale” è partito dalla Cia Toscana.

Tra i firmatari Dacia Maraini, Gianni Tamino, Stefano Bollani, Giorgio Panariello, Franco Battiato, Susanna Tamaro, Antonio De Marco, David Riondino, Vincenzo Pardini, Enzo Maiorca, Sandro Veronesi che chiedono la sospensione dell'iter della legge, in modo da affrontare la questione della convivenza con gli animali selvatici fuori dalla logica dell'emergenza, con criteri razionali e non cruenti, basandosi su censimenti accertabili e con gli strumenti non cruenti ormai disponibili e utilizzati in molti paesi europei.

Marco Vichi ha commentato "Fino agli anni '60 i cinghiali erano solo in Maremma, sono stati i cacciatori a importare animali più grossi e prolifici dall'est. Con questa legge non potremmo più passeggiare tranquilli ma dovremmo fare attenzione a schivare proiettili di lunga gittata, grandi come una mano. Di recente mi sono trovato a camminare nel Chianti con due amici francesi: a un certo punto siamo incappati in una battuta di caccia al cinghiale, ci siamo dovuti buttare a terra per ripararci. I miei amici mi hanno detto: ma dove ci hai portato?".

Gli agricoltori combattono contro i danni dovuti alla presenza di cinghiali, caprioli, lupi, cervi, cornacchie che starebbero distruggendo gli equilibri interni allo stesso mondo dei selvatici."Nelle nostre campagne - spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana - non si vedono più passeracei, pettirossi, lepri, fagiani, mentre abbondano piccioni, gabbiani, taccole e cornacchie.

In pericolo non vi è solo il paesaggio e l’agricoltura ma bensì un equilibrio che solo trent’anni anni fa, prima della scellerata introduzione di razze non autoctone, era un altro dei nostri punti di forza".Prosegue Miari Fulcis "In Toscana non esiste un ambiente selvaggio ma uno splendido ambiente creato, sviluppato e gestito dall’uomo. Bene fa la Regione a voler ripristinare un’equilibrio necessario quanto impellente per tutelare ambiente e lavoro che sono la fonte primaria della bellezza della Toscana e dell’operosità degli agricoltori oltre alla piaga degli incidenti sulle strade, oramai migliaia l’anno. Rispetto il pensiero di tutti ma non ammettiamo che venga ignorantemente messo in discussione l’impegno che la Regione, dopo lunghi studi ed approfondimenti, si è assunta per ripristinare un ordine delle cose".

 Cia ed Arbo Toscana, in occasione del convegno “Economia del bosco e politiche forestali in Toscana” che si è tenuto a Firenze hanno ricordato come la Toscana sia regione leader in Italia per superficie boscata con 1.150.000 ettari (oltre il 50% della superficie regionale) e con 1.329 imprese boschive con un ruolo crescente delle imprese agro-forestali nell’azione di manutenzione del territorio. le problematiche, come un eccesso di vincoli e di burocrazia, che sta spingendo il settore alla marginalità economica.

"La concorrenza sleale ed il lavoro nero - ha spiegato Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana – sono aspetti da contrastare con forza: le imprese boschive, invece di essere valorizzate e premiate per la loro correttezza, spesso sono “osservate speciali”, mentre non si vedono risultati apprezzabili nel contrasto al lavoro irregolare. E poi c’è il flagello ungulati: la fauna selvatica è ormai una minaccia grave per i nostri boschi.

Apprezziamo lo sforzo della Regione per contenere gli ungulati – ha aggiunto Pascucci -, la Legge obiettivo va nella giusta direzione. Ma per attuarla ci vuole una “governance” efficace, uomini e risorse, mentre su questo fronte non ci siamo, si rischia un arretramento pesante che renderebbe inefficaci le misure in fase di adozione".Il presidente della Cia Toscana Luca Brunelliattacca "Invitiamo i personaggi noti e meno noti che hanno firmato l’appello contro la Legge Obiettivo, ad ‘adottare un cinghiale’; così anche loro potranno dare il proprio contributo per risolvere il problema.

Cari vip invece di prestare il vostro nome, ammesso che sia davvero così, e di versare una commossa lacrimuccia pensando ai poveri cinghiali, dateci una mano, adottate anche voi una famigliola di questi simpatici animaletti"."Tutti, ambientalisti inclusi – spiega ancora Brunelli – riconoscono che l’eccessiva popolazione di ungulati, oltre 400 mila capi in Toscana, è ormai un’emergenza per l’agricoltura, per l’ambiente, per la salute e per la sicurezza stradale.

Tutti sono consapevoli che occorre fermare l’aumento esponenziale di cinghiali, cervi e caprioli. Per questo occorre una decisa azione di contenimento, altro che introdurre i predatori dei cinghiali come propone qualche scriteriato".  

Mariangela Corrieri dell'associazione Gabbie Vuote ribatte sulle soluzioni non cruente: "Non esiste ancora un vero censimento degli ungulati. Per prevenire incidenti stradali esistono dissuasori ottici e sovrappassaggi, contro la sovrappopolazione esiste da tempo il modo di somministrare contraccettivi, ma interessi economici di armieri e ristoratori spingono piuttosto verso la carneficina".Secondo Folco Terzani "Se c'è un problema ungulati, la strada migliore è ristabilire l'equilibrio naturale, per esempio reintroducendo predatori e vietando assolutamente il foraggiamento.

La Regione sta scegliendo una modalità retrograda, invece di cercare soluzioni che guardino al futuro".

“La campagna toscana – dicono i firmatari dell'appello – diventerebbe un allevamento a cielo aperto, con libertà di sparo per i cacciatori. Non solo: la legge propone di creare una filiera alimentare ad hoc, così sui banchi dei supermercati si troverebbe carne col marchio della Regione. Insomma, boschi e animali selvatici ridotti a merce, a vantaggio esclusivo dei cacciatori, liberi di fare un’inutile strage. Infatti la riduzione numerica dei cinghiali sarebbe illusoria, solo di breve periodo, perché le leggi dell'etologia e della natura porterebbero a un immediato ripristino della condizione di partenza”

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