Toscana ancora arancione: le categorie economiche contro Giani

Ristoratori Toscana: "Era quello che temevamo. Adesso è il momento di agire: il presidente si metta al nostro fianco e vada a Roma a chiedere giusti risarcimenti. Natale per noi è perso”. I direttori di Confcommercio e Confesercenti Siena, Daniele Pracchia e Valter Fucecchi: “Assurdo. Siamo prigionieri della furia giansenista di Speranza”. ADUC in controtendenza: "Meno contagiati perché meno tamponi!"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 dicembre 2020 17:42
Toscana ancora arancione: le categorie economiche contro Giani

Firenze 12 dicembre- Il ministro Roberto Speranza, in base ai 21 parametri, ha decretato nella tarda serata di ieri che la Toscana rimarrà ancora, almeno per tutta la prossima settimana, zona arancione. Una decisione che rischia di assestare il colpo a migliaia di aziende del settore turistico e della ristorazione. La Toscana è restata arancione nonostante:

  1. - il decreto Ristori quater preveda che la regola dei 14 giorni possa essere disattesa nel caso in cui la cabina di regia «ritenga congruo» un periodo inferiore.
  2. - i dati evidenziano una decrescita del numero dei contagi, così come la crescita del tracciamento;
  3. - siano state realizzate nuove infrastrutture dedicate ai pazienti Covid per oltre 500 posti letto.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dichiara che è ingiusto il colore arancione che lo Stato ha assegnato alla sua regione. Lo vorrebbe giallo. Ma le associazioni di categoria leggono in questa scelta una punizione senza motivi e gli chiedono conto del perché non “batta i pugni” a Roma e si faccia valere.

"È uno schiaffo in faccia alla nostra Regione, alle Imprese e alle istituzioni, una frattura difficile da sanare -secondo Nico Gronchi, Presidente regionale di Confesercenti- Chiediamo immediatamente alla Regione un tavolo di emergenza per capire cosa fare subito per queste imprese e per permettergli di lavorare anche contro le volontà incomprensibili di numeri, codici, rapporti, algoritmi. È una cosa inaccettabile e un gigantesco alibi".

“Perdere anche solo un altro giorno sarebbe criminale, vorrebbe dire non aver capito nulla della tragedia in atto, prima di tutto sanitaria ma anche economica. Anche se qualcuno si ostina a non tenerne conto. Così facendo si condannano a morte certa migliaia di imprese” commenta Franco Marinoni, Direttore regionale di Confcommercio.

“I ristoratori toscani sono schiacciati ad oggi, non tanto dal COVID-19, ma dall’incapacità di questo governo che non riesce a far rispettare due regole sensate ma si accanisce su una categoria ad oggi in maniera del tutto infondata. Alla politica nazionale chiediamo di fare il proprio mestiere, avendo il coraggio di fare la cosa giusta non quella che vi torna meglio. Dietro ogni banco bar, dentro le cucine, ci sono famiglie, vite sogni passioni” interviene Franco Brogi, Presidente regionale di Fiepet.

“Annunciamo, come federazioni di categoria, una forte iniziativa a sostegno della bontà delle nostre ragioni: stiamo definendo gli ultimi dettagli organizzativi e renderemo noto il programma nelle prossime ore -denuncia Aldo Cursano, Presidente regionale di FIPE- Se è vero poi che i dati sono preoccupanti, nonostante le due settimane di zona rossa e una di arancione, quindi di non attività per i nostri ristoranti, questo dimostra che le fonti di contagio è evidente siano altre!”.

“La permanenza della Toscana nella zona arancione si traduce in un vero e proprio bagno di sangue per il settore della ristorazione. Parliamo di circa 20 mila aziende che speravano di poter riaprire e invece non potranno farlo e di quasi 150 mila lavoratori, tra indotto e diretti, che vedono seriamente a rischio il mantenimento del loro posto di lavoro.” Così Luca Tonini, presidente di CNA Toscana, commenta la scelta, da parte del Governo, di lasciare la Toscana nella zona arancione, quella definita a rischio moderato.

“Nonostante i numeri dei contagi siano notevolmente migliorati, rispetto a qualche settimana fa, il perverso meccanismo semaforico non consente alla nostra Regione di poter entrare in fascia gialla - prosegue Tonini -. Questo si traduce in un forte danno per la ristorazione e per tutta la filiera del turismo. Oltre a questo si aggiunge la beffa: se le cose proseguiranno in questo modo, la Toscana tornerà gialla non prima di domenica 20 dicembre, ovvero un giorno prima dello scattare delle nuove restrizioni contenute nel dpcm dello scorso 6 dicembre.

Per le aziende significa, praticamente, perdere tutto l’anno e sperare di ripartire solo nel 2021. Ma in quali condizioni? Senza aiuti immediati si rischia che moltissime di queste realtà non riaprano ad anno nuovo. Chiediamo che si apra immediatamente un tavolo di crisi sulla ristorazione, con tutte le associazioni di categoria, perchè queste misure rischiano di condannare a morte migliaia di imprese e di lavoratori. Aggiungo infine che la prossima settimana i ristoratori, insieme ad altri associati CNA Toscana, scenderanno in piazza a Firenze per una manifestazione pacifica volta ad evidenziare i disagi e i problemi della categoria, alla quale va tutta la nostra solidarietà e comprensione.”

“La Toscana arancione? Come nelle peggiori previsioni – commenta Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscana – ma purtroppo ce lo aspettavamo, visti i quindici giorni che devono trascorrere per passare da una zona all'altra. Sarebbe stato importante dare la possibilità ai ristoratori di lavorare, anche se dall'indagine tra i nostri associati emerge che solo uno su due riaprirà da qui a fine mese. Molti si erano già preparati, facendo la spesa e cercando di accettare prenotazioni.

In questa situazione di incertezza, siamo così sicuri che la prossima settimana diventeremo gialli e che potremo lavorare per Natale?” “È necessario - attacca Naccari, - che il presidente della Regione Toscana Giani vada a Roma a battere pugni sul tavolo e a pretendere aiuti al 100% per le perdite subite. Ormai il Natale è perso completamente; l’unica cosa che resta da fare è andare a Roma per ottenere i soldi per risarcire le perdite del mese lavorativo più importante.

Giani, non avere paura: o ora o mai più”.

“Un tempo si raccontava che, quando il colore politico del governo regionale coincideva (in tutto o in parte) con il Governo nazionale, la regione beneficiava di un occhio di riguardo. Alla luce dei fatti, si può tranquillamente affermare che o si tratta di una leggenda metropolitana. O l’occhio è diventato strabico. Più probabilmente siamo prigionieri della furia giansenista del dott. Speranza, forte della sua laurea (in Scienze Politiche), ma soprattutto di un ego molto più grande delle sue capacità e del consenso del partito di cui è segretario”. Va dritto al cuore del problema il commento dei direttori di Confcommercio Siena, Daniele Pracchia, e di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi, in relazione alle decisioni del Governo di mantenere la Toscana zona arancione. “Questo signore - il dott.

Speranza - evidentemente deve avere qualcosa di personale con la Toscana ed i toscani, qualcosa di molto brutto dal suo punto di vista, dal momento che continua a considerare la nostra terra un pericoloso ricettacolo di infezione, al punto da non meritare l’agognata zona gialla e di tenerci nella purga arancione un’altra settimana. O forse si è confuso, a forza di sentire che la Toscana è regione rossa, e cerca di mantenere il più possibile questa caratterizzazione, confondendo però la politica con lo status sanitario”. “Certo, una bella mano la sta dando il neo Presidente regionale, che pare (per come parla e come si comporta) sia rimasto a fare il Presidente del Consiglio Regionale, dove la principale occupazione è tagliare i nastri e fare interventi che nessuno si fila - Ma Giani è il Presidente della Giunta Regionale, è il primo cittadino della nostra Regione ed in tale veste deve difendere e tutelare i diritti dei suoi rappresentati - fanno notare Pracchia e Fucecchi - Un altro Presidente, di fronte ad una così palese disparità di trattamento, prenderebbe tutti gli assessori e tutti i consiglieri regionali, li porterebbe a Roma e si incatenerebbe con loro di fronte a Palazzo Chigi o a Montecitorio e lì rimarrebbero finché non si otterrebbe la giusta risposta”. “Invece si insiste a rilasciare dichiarazioni che vengono smentite dopo due ore, facendo figure poco edificanti, ma soprattutto facendo aumentare la frustrazione, la rabbia e il rancore di chi si vede impedito a svolgere il suo lavoro – affermano Pracchia e Fucecchi - Anziché pensare a nominare sottosegretari, sotto-sotto segretari, consulenti e affini (a proposito, ma quanto costa ai toscani tutto questo sottobosco?) è arrivato il momento per Giani di dimostrare, se ne ha, le sue capacità.

Ed i partiti, di governo e di opposizione tanto a Firenze che a Roma, smettano di fare i capponi di Renzo, che pensavano a beccarsi invece che alla fine a cui erano destinati nella stessa pentola”.

"A parte i commercianti che se anche i contagiati regionali fossero 5.000 al giorno direbbero le stesse cose, stupisce come la massima carica istituzionale della Regione non si renda conto che i numeri su cui dice di basare le sue richieste rispondono ad una realtà limitata al fatto che è più che dimezzato il numero di tamponi che vengono fatti: il 10 dicembre sono stati fatti poco più di 3.000 tamponi, mentre, per esempio, nel periodo in cui la Toscana era zona rossa i tamponi effettuati erano tra i 5 e i 10.000 -interviene però Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- Ci rendiamo conto che non è facile governare in generale e in particolare in questo contesto pandemico… ma forse andrebbe anche valutato che il governo presume anche una certa impopolarità di scelte, decisioni che occorre prendere con una visione di lunga gettata.

Decisioni certamente pericolose perché un domani potrebbero essere smentite dai fatti, ma forse è meglio il rischio di impopolarità che quello di incapacità omicida. Noi, umili cittadini ed elettori, chiediamo che si governi l’oggi senza necessariamente pensare alle fortune elettorali e politiche del domani. La Toscana non è un Granducato e neanche uno Stato libero, ma parte di una macchina sanitaria nazionale (purtroppo solo molto limitatamente europea) che deve avere regole e farle rispettare a chiunque.

Questa macchina lascia a desiderare: la cancelliera tedesca Angela Merkel, per esempio, sostiene che sia inaccettabile che nel suo Paese ci siano circa 600 morti al giorno, mentre in Italia con morti che oscillano intorno ai 1.000 si discute come ammorbidire i divieti di spostamento… ma eviteremmo che, per il proprio tornaconto politico, ci si faccia più male di quanto già ci stiamo facendo.

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