Torture a Sollicciano: misure cautelari per gli agenti della polizia penitenziaria

Spinelli: "Ferma condanna per fatti inaccettabili, la Regione seguirà da vicino l'inchiesta". Fanfani: Se fatti confermati sarebbero gravissimi e inammissibili per un paese civile”. L’assessore Funaro condanna la violenza sui detenuti: “Grave quanto accaduto. Atti inaccettabili”. Il presidente del Consiglio comunale Milani: “Chi ha abusato del proprio ruolo sia punito, ma al contempo sostegno alla direttrice Tuoni”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 gennaio 2021 16:41
Torture a Sollicciano: misure cautelari per gli agenti della polizia penitenziaria

Firenze– La Procura di Firenze ha svolto un'inchiesta che ipotizza torture all'interno del carcere di Sollicciano ai danni di almeno due detenuti. L'indagine coinvolge un'ispettrice di Polizia penitenziaria e otto agenti. La graduata e due agenti sono stati messi agli arresti domiciliari. Tutti sono stati sospesi dal servizio e sei sono stati interdetti per un anno dai pubblici uffici e sottoposti all'obbligo di dimora.

Sulla vicenda è intervenuta l'assessora alle politiche sociali Serena Spinelli: "Se l'ipotesi investigativa venisse confermata si tratterebbe di fatti assolutamente inaccettabili che condanniamo con la massima fermezza. La Regione Toscana seguirà con attenzione i prossimi sviluppi giudiziari e, per quanto di nostra competenza, ci impegneremo affinché le carceri toscane garantiscano una detenzione dignitosa e la riabilitazione dei detenuti, nel rispetto della Costituzione e delle norme vigenti che prevedono il recupero della persona e non la mera detenzione punitiva.

Le carceri non devono essere mai luoghi di violenza e sopraffazione". L'assessora ha ricordato anche come le condizioni carcerarie nel nostro paese siano difficili: "Abbiamo istituti fatiscenti, il sovraffollamento è divenuto ormai la norma e le misure alternative rischiano troppo spesso di restare sulla carta. Desidero inoltre evitare ogni possibile generalizzazione, sappiamo che la maggioranza delle guardie penitenziarie svolge correttamente il proprio lavoro, in condizioni purtroppo dure e con stipendi non adeguati".

“Non si conoscono ancora gli atti, né le singole contestazioni. Bisogna quindi attendere le verifiche che la Magistratura ha in corso, ma ove i fatti contestati fossero veri, sarebbero gravissimi ed inammissibili in un paese civile. Ove verificati, si tratterebbe di episodi da considerare sulla stessa linea di quelli gravissimi che hanno portato nel novembre scorso al rinvio a Giudizio di agenti di polizia penitenziaria da parte del Tribunale di Siena”. Così Giuseppe Fanfani, Garante regionale dei detenuti, appresa la notizia di misure cautelari per agenti di Sollicciano. “Il rapporto con i detenuti deve essere gestito con grande prudenza istituzionale e sociale, trattandosi di persone private della liberta', soggette alla autorità altrui, prive di mezzi di difesa, e come tali deboli. Questa loro posizione di soggezione, deve imporre rispetto, e rende intollerabile qualsiasi atto che, trasmodando dal ruolo proprio della polizia penitenziaria trascenda in violenza, soprattutto se gratuita”. “Bisogna rendersi conto - continua- che serve un salto culturale importante che porti a considerare il detenuto non come un soggetto a cui deve farsi espiare una pena, il che porta alla coercizione anche violenta, quanto una persona che ha errato e che deve essere indirizzata in un processo di recupero e reinserimento nella società civile, il che comporta rispetto ed aiuto”. Il Garante annuncia che seguirà con attenzione l'evolversi della vicenda, che chiederà ai competenti Uffici della Amministrazione penitenziaria di essere informato sui fatti, e che valuterà, come per il caso di Siena, la opportunità di intervenire nel procedimento giudiziario.

“È molto grave quanto accaduto nel carcere di Sollicciano. Gli atti di violenza compiuti da alcuni agenti penitenziari su dei detenuti sono inaccettabili. Auspichiamo che la giustizia faccia il proprio corso e che le responsabilità vengano accertate con un processo quanto più rapido possibile”. Lo afferma l’assessore a Welfare Sara Funaro, che esprime la solidarietà e la vicinanza dell’amministrazione comunale ai detenuti aggrediti e alla direttrice della struttura Antonella Tuoni, con cui si è sentita telefonicamente. “Ringrazio gli uffici giudiziari e gli investigatori per il lavoro svolto - continua Funaro -, che ha fatto emergere una realtà grave e preoccupante a Sollicciano, realtà che va ad aggravare il quadro già critico della struttura in cui ci sono persone con problematicità importanti e spesso provenienti da contesti culturali diversi, che rendono spesso difficile la convivenza”. A proposito delle violenze subite da alcuni detenuti, Funaro aggiunge che “non devono delegittimare tutto il personale di Polizia penitenziaria, che ogni giorno lavora in modo serio, nel rispetto dei diritti dei detenuti, e in condizioni spesso difficili sia per la carenza di personale che per la grave situazione di criticità strutturale in cui da tempo si trova il carcere, e sulla quale è necessario intervenire”.

“Come amministrazione comunale siamo fortemente convinti che la reclusione vada intesa come rieducazione - spiega l’assessore -, non come punizione. Il carcere non deve essere luogo di dolore e sofferenza, ma di rinascita. Le persone devono uscire migliori rispetto a quando sono entrate e proprio per questo sosteniamo progetti per i detenuti all’interno e all’esterno del carcere. Pensiamo infatti che, offrendo loro opportunità concrete con cui mettersi alla prova, possano avere la possibilità di condurre una vita diversa e diminuire il tasso di recidiva”.

L’assessore Funaro si è sentita anche con il garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini e con il cappellano di Sollicciano don Vincenzo Russo e nei prossimi giorni incontrerà le associazioni che portavo avanti i progetti nel carcere.

“Dallo scorso ottobre è chiamata a dirigere oltre all’istituto Gozzini anche la casa circondariale di Sollicciano. Gli episodi di violenza, oggetto di indagine della magistratura, non vanifichino il buon operato della direttrice e di tante donne e uomini della polizia penitenziaria. Accanto alla condanna per qualsiasi comportamento illecito da parte del personale addetto a Sollicciano, non può mancare da parte nostra la solidarietà e la stima per tutti coloro che si adoperano perché il carcere non sia un girone dantesco”.

Lo dichiara il presidente del Consiglio comunale Luca Milani. “Dallo scorso ottobre, la direttrice Tuoni è chiamata a dirigere, oltre al Gozzini, anche il carcere, in attesa di una nomina definitiva. Un impegno già estremamente gravoso di per sé, reso ancora più pesante dall’emergenza Covid. Siamo perfettamente coscienti delle dure condizioni cui sono sottoposti i detenuti, in un carcere che purtroppo è luogo di pena e non, come dovrebbe essere, di riabilitazione alla vita civile – aggiunge il presidente –.

Tuttavia siamo certi che l’operato degli agenti di Polizia penitenziaria sia nella stragrande maggioranza dei casi senza macchia, e anzi, da valorizzare date le condizioni in cui uomini e donne delle forze dell’ordine operano”. “Il carcere di Sollicciano è parte della città e non un luogo senza legge: il Garante dei detenuti, i Consiglieri comunali e l'Amministrazione hanno, secondo le proprie competenze e responsabilità, prodotto nel tempo visite, atti di indirizzo, comunicati stampa e mantenuto costantemente la vigilanza e l'attenzione sulle condizioni di detenzione, lavorative e della struttura. Ci auguriamo che questa vicenda sia chiusa nella massima trasparenza e sia fatta pienamente luce su quanto accaduto e che si possa tornare da subito a lavorare, con la piena disponibilità della direttrice, come fatto sin qui, per il bene di detenute e detenuti con l’apporto degli agenti e di tutto il personale in servizio presso le due strutture di detenzione cittadine” conclude Milani.

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