Tornabuoni Arte – Arte Antica presenta il nuovo catalogo “Dipinti e Arredi Antichi” 2025, offrendo una selezione delle opere di maggior rilievo e delle recenti acquisizioni della galleria. L’esposizione sarà inaugurata sabato 29 novembre 2025, alle 17.30, presso la sede di Via Maggio 40r, a Firenze, tracciando un itinerario che attraversa secoli di storia dell’arte.
Tra i dipinti a tema sacro del tardo Quattrocento e dei primi Cinquecento, si distingue la Natività con San Giovannino, una tempera su tavola, dello Pseudo Pier Francesco Fiorentino (attivo nella seconda metà del XV secolo). Questo raffinato presepe, caratterizzato da una composizione semplice ma equilibrata e da figure finemente modellate, rappresenta la Madonna che adora il Bambino disteso sul grembo, affiancata da San Giuseppe che osserva con devozione. La resa attenta dei volti e la delicatezza delle mani e dei panneggi testimoniano l’eleganza della pittura fiorentina del periodo.
A questa si affianca il pannello bifacciale San Sebastiano di Lattanzio di Niccolò di Liberatore (Foligno e Assisi, dal 1474 al 1527), che mostra il Santo trafitto dalle frecce in un elegante contrapposto, mentre sul verso si sviluppa una raffinata decorazione monocroma su fondo rosso, espressione dello stile umbro agli inizi del Cinquecento e della sensibilità ereditata dal padre.
Tra le opere religiose del Cinquecento, spicca lo Sposalizio mistico di Santa Caterina realizzata intorno al 1540-1545 circa da Innocenzo da Imola (Imola, 1490 - Bologna, 1546). La scena, concepita per la devozione privata e domestica, raffigura la Madonna al centro con il Bambino che infila l’anello a Santa Caterina, accompagnata da San Giuseppe e dal giovane San Giovanni Battista, esemplificando la fisionomia ampia e geometrica dei personaggi e la delicatezza cromatica tipica dell’artista bolognese.
Per la ritrattistica si segnalano le due tavole di Girolamo Siciolante da Sermoneta (Sermoneta, 1521 – Roma, 1580), tra cui il Ritratto del cardinale Pietro Bembo: l’effigie, precisa e incisiva, rivela la capacità dell’artista di catturare dettagli fisionomici e tratti psicologici del soggetto, esemplificando il classicismo michelangiolesco tipico della sua produzione romana. La seconda tavola ritrae una figura femminile, dalla fisionomia elegante e misurata, che testimonia la cura dell’artista nel proporre volti armoniosi e di forte presenza scenica.
Il Seicento è rappresentato dalla Danae attribuita alla cerchia del Padovanino, che reinterpreta il celebre soggetto tizianesco destinato al cardinale Farnese, enfatizzando la morbidezza dei nudi e la ricchezza cromatica, mentre la presenza di Cupido e la luce dorata accentuano la tensione tra sensualità e poesia della scena.
Si segnala il Ritratto di Giulio Buratti, raffigurato nella piena maturità con armatura e strumenti militari, di Bartolomeo Gennari (Cento, 1594 - Bologna, 1661), nipote e fedele collaboratore del Guercino. Tra le opere mitologiche, la Venere allo specchio, attribuita a un seguace seicentesco di Tiziano, mostra la dea alla toilette, assistita da Cupido, riprendendo con fedeltà la celebre composizione del maestro veneziano, oggi alla National Gallery of Art di Washington, pur con alcune variazioni sul paesaggio e l’assenza del putto con coroncina di fiori. Particolare cura è stata dedicata alla resa degli incarnati e ai dettagli dei tessuti e dei gioielli, che mettono in luce la perizia dell’autore nel reinterpretare il modello tratto da Tiziano.
Il più tardo Seicento propone ritratti raffinati, scene mitologiche, battaglie e nature morte, tutti scelti per la loro qualità pittorica. Tra questi il Vaso di fiori su base in pietra con due tulipani, di Andrea Scacciati (Firenze, 1642 - 1710), uno dei maggiori specialisti del genere della natura morta a Firenze insieme a Bartolomeo Bimbi, e Il Ratto di Deianira, attribuito a Antonio Zanchi (Este, 1631 – Venezia, 1722), uno dei maggiori pittori italiani del Barocco veneziano, noto per il suo stile caratterizzato dal “gigantismo” delle figure in primo piano e da un forte dinamismo narrativo.
Il Settecento si distingue per vedute di città e paesaggi eleganti, fino a raffinati esempi di pittura di genere, come alcune opere di Niccolò Bambini (Venezia, 1651 - 1736), mentre il percorso approda nel pieno Ottocento con il suggestivo Naufragio di Camoens.
Molte anche le sculture presenti in esposizione. Tra queste segnaliamo un Putto con delfino riconducibile all’epoca manierista, un’opera a tutto tondo che mostra la raffinata sensibilità dei modelli del primo Rinascimento nella resa dei corpi e del movimento.
Troviamo poi una vasta selezione di mobili di pregio che comprende credenze e tavoli, esempi di arredi destinati a spazi di prestigio, pensati per integrare le opere d’arte nella vita quotidiana.
Completa la collezione una grande varietà di oggetti antichi, tra cui una preziosa cassetta a urna quattrocentesca del Vescovo Jacopo Vagnucci, dedicata a San Lorenzo, e un’arca sepolcrale cinquecentesca recante le armi recante le armi delle famiglie nobili Fantucci di Siena e Marzetti di Altidona. Questi esemplari, unici e raffinati, riflettono la cultura collezionistica dell’epoca, concepita per stupire e al contempo servire a scopi funzionali e simbolici.
La grande varietà della collezione conferma la sua natura di moderna Wunderkammer, capace di suscitare interesse e meraviglia in ogni appassionato. In un mercato dell’arte internazionale in lenta ripresa, la domanda si concentra sempre più su pezzi selezionati di prestigio, sostituendo la richiesta massiva di oggetti decorativi, privilegiando qualità, rarità e fattura, capaci di integrarsi con eleganza negli arredi contemporanei.
Con il catalogo “Dipinti e Arredi Antichi 2025”, Tornabuoni Arte conferma la propria dedizione nella ricerca e valorizzazione di opere di grande qualità, presentando un percorso espositivo che offre al visitatore un’occasione unica per attraversare secoli di storia dell’arte, svelando capolavori spesso inediti o raramente mostrati al pubblico.
Tornabuoni Arte – Arte Antica
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