Super batterio New Delhi: 64 casi in Toscana da novembre

L'assessore Saccardi: "Non è allarme ma questi numeri ci inducono a fare molta attenzione. Task force già a maggio". La più alta concentrazione nell'area pisana: 28 casi. Opposizione all'attacco

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2019 18:42
Super batterio New Delhi: 64 casi in Toscana da novembre

(DIRE) Firenze, 6 set. - In Toscana da novembre a oggi si sono registrati negli ospedali 64 casi del superbatterio New Delhi. L'agente patogeno resistente agli antibiotici causa il decesso del 40-45% delle persone infettate. Dati superiori a quelli attesi fisiologicamente per le infezioni nei nosocomi, ma non tali da rappresentare un'emergenza. L'assessore al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, prova a mettere le cose in chiaro nel corso di una conferenza stampa, dopo che il tema è stato portato alla luce dal Corriere Fiorentino e dal resto della stampa locale.

"Ho letto toni molto allarmistici, che corrono il rischio- avverte- di rappresentare e indurre una forte preoccupazione nella popolazione e in quella che frequenta gli ospedali". I numeri, però, "non sono tali da rappresentare un allarme, anche se ci inducono a fare molta attenzione e ad adottare tutti gli strumenti necessari affinche' venga individuato e gestito nel migliore modo possibile questo batterio". L'arrivo del New Delhi non è una peculiarità toscana, la presenza si riscontra un po' in tutta Italia.

Colpisce soprattutto pazienti fragili affetti da più patologie o anche malati di tumore immunodepressi. Il problema, dunque, è circoscritto. E lo e' anche territorialmente, visto che la più alta concentrazione di casi viene rintracciata nell'area pisana: 28.

Il servizio sanitario, in effetti, si è prontamente attivato: "Abbiamo immediatamente adottato delle misure atte a realizzare gli screening di alcune tipologie di pazienti in entrata- ricorda Saccardi- e questo ci ha spinti a mettere in piedi una task force, un'unita' di crisi su questo tema che abbiamo realizzato già a maggio scorso". Una precisazione, fa capire l'assessore, "a chi accusa la Toscana di essere intervenuta solo con la determina a luglio".

Lo screening si è poi esteso anche ai pazienti dei settori delle medicine generali degli ospedali: il numero di coloro che è stato sottoposto al tampone è sostanzialmente decuplicato. A dimostrazione del rigido innalzamento della soglia di attenzione. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, inoltre, dovrà essere stabilito sia il numero dei decessi che l'effettiva correlazione col superbatterio. Del resto, i pazienti in questione presentano molteplici fragilità e le sepsi potrebbero essere causate anche da altri batteri. "Il nostro interesse in questa fase- chiosa Saccardi- e' che non si infetti piu' nessuno. Oggi l'obiettivo e il lavoro che si sta facendo e' incentrato sulla prevenzione". (Dire)

Opposizione all'attacco: “Se è vero che da quasi un anno siamo, in Toscana, in una potenziale emergenza sanitaria - affermano Elisa Montemagni e Jacopo Alberti, Consiglieri regionali della Lega - vogliamo sapere perché tale grave situazione sia emersa solo da pochi giorni. Stiamo parlando - proseguono i Consiglieri - del “super” batterio, letale in buona parte dei casi che pare abbia interessato un certo numero di degenti, quantomeno in alcune parti della regione, alcuni dei quali, purtroppo, potrebbero essere anche morti per tale germe.” “C’è, dunque, un caso Toscana? Sottolineano preoccupati gli esponenti leghisti” “Non vogliamo assolutamente creare allarmismo - precisano Montemagni ed Alberti - ma è doveroso che si faccia piena chiarezza su quanto è successo e tuttora sta avvenendo, perché con l’argomento salute è vietato scherzare.”

Il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti, che si è interessato della questione con il collega Marco Stella, ha già chiamato Rossi a riferire in aula nella seduta fissata tra martedì e mercoledì prossimi, intanto però Forza Italia non tace: «Qui siamo in presenza di una grave sottovalutazione tutta toscana. In tutta Italia i focolai in Asl Nord-Ovest erano oggetto di azioni di contrasto, e qui invece erano oggetto di silenzio e oscurantismo. Invece il pericolo per la popolazione esiste ed è alto. Sui giornali si legge di decessi plausibilmente riconducibili a questo tipo di contagio, ma al di là dei nessi causali resta quanto affermato dalla Asl N-O: il tasso di mortalità è del 30-40%, il problema è di sanità pubblica e la governance sanitaria ha taciuto. Taciuto, capito? E nicchiato. E’ una responsabilità grave che non intendiamo lasciar edulcorare in alcun modo da parte del Pd».

In evidenza