Quando ascoltare è fondamentale anche per curare: la voce al centro dell’attenzione. Studiarla per capire e prevenire: anche il cancro.
Questo l’obiettivo del convegno che è nato grazie alla sinergia tra le conferenze PEVOC (Pan-European Voice Conference) & MAVEBA (Models and Analysis of Vocal Emissions for Biomedical Applications) due eventi che, per la prima volta a Firenze, hanno trovato piena integrazione. Ad ospitare questa occasione di tutto rilievo nel panorama scientifico attuale, il poliambulatorio dell’Istituto Geografico Militare (via Venezia 5).
La collaborazione fra l’Esercito Italiano e la professoressa Claudia Manfredi, responsabile del laboratorio di Ingegneria Biomedica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze e organizzatrice del convegno, è nata nell’ambito delle attività di scambio culturale che l’Istituto Geografico Militare promuove anche al fine di mettere a disposizione i propri spazi e le proprie strutture per eventi di rilievo nazionale ed internazionale.
Fino a domani 4 settembre, i 400 partecipanti ai lavori, provenienti da tutto il mondo, si confronteranno mettendo a disposizione le reciproche conoscenze: bioingegneri, fisici, clinici che si occupano delle patologie dell’apparato vocale, foniatri, logopedisti, psicologi.
Tra gli argomenti più interessanti al centro del dibattito, il settore della bioingegneria che si occupa dell’utilizzo e dello sviluppo di tecniche ingegneristiche di ausilio alla diagnosi clinica e riabilitazione; da tali tecniche, nascono i sistemi software fondamentali per analizzare la voce e le immagini laringoscopiche. Il tutto anche per fornire un ausilio alla prevenzione di gravi patologie come il cancro.
Tra gli ambiti di ricerca evidenziamo lo studio del vagito del neonato a supporto della diagnosi clinica di possibili patologie dell’apparato neurologico dei più piccoli fra cui l’autismo.
Nella foto un momento del convegno