“Strage al Masso delle Fate” di Nicola Coccia

Un episodio dimenticato della Resistenza in Toscana. Gli artisti e la lotta per la Liberazione

Alessandro
Alessandro Lazzeri
19 aprile 2022 01:27
“Strage al Masso delle Fate” di Nicola Coccia

Il libro di Nicola Coccia è un racconto storico che offre una precisa documentazione senza le rigidità di un saggio storiografico. L'autore riesce a coniugare la precisione delle fonti con una piacevole e intrigante scrittura. Il libro è una sorta d'affresco di un'epoca. Un affresco che affascina e offre al lettore importanti scorci anche della vita artistica fiorentina degli anni Trenta e Quaranta. L'incipit da cui si dipana il libro è un episodio quasi dimenticato della Resistenza in Toscana: il sabotaggio di un treno carico di esplosivi l’11 giugno 1944 che i partigiani di Bogardo Buricchi fecero saltare in aria sotto il paese di Poggio alla Malva. Degli otto giovani partigiani quattro morirono: Bogardo e Alighiero Buricchi, Ariodante Naldi e Bruno Spinelli.Ci fu un problema con l’innesco: la seconda miccia forse non si accese subito, perdendo secondi importanti.

Altri quattro si salvarono: Enzo Faraoni, Lido Sardi, Ruffo del Guerra e Mario Banci. L'importanza e il senso di quest’azione partigiana, in buona parte dimenticata, è rivelata dall'autore che ha condotto molti anni di ricerche che l’hanno portato al ritrovamento nell’Archivio centrale dello Stato di un documento inedito che ha svelato, finalmente, la destinazione di quelle tonnellate di tritolo che i tedeschi volevano utilizzare in quattro città per rallentare l’avanzata Alleata. La vicenda del Masso delle Fate offre l'opportunità all'autore di intraprendere anche una sorta di viaggio nella storia fiorentina degli anni Trenta e Quaranta. Il “Virgilio” di questo viaggio è il pittore Enzo Faraoni che, intervistato in molte occasioni dall'autore, ci immette nelle vicende di un gruppo di artisti impegnati nella Resistenza.

Ecco il mondo dei pittori che avevano frequentato l'Istituto di Porta Romana. Il ricordo del pittore Bruno Becchi ucciso da un franco tiratore nel giorno della liberazione di Firenze. L'impegno di Ottone Rosai nell'aiutare e nascondere i partigiani nel suo studio di via San Leonardo e nella sua abitazione di via de' Benci. L'autore nella sua particolare abilità narrativa ci immerge in un momento significativo della storia fiorentina, ci fa sentire i rumori, ci fa conoscere i problemi e le difficoltà di quei giorni.

La storia non solo di artisti e intellettuali ma di un'intera città che vive tra restrizioni, paure e desiderio di libertà tra l'otto settembre e la Liberazione.

Il libro è un grande affresco che lascia emergere importanti eventi. Le imprese criminali di Mario Carità, torturatore di Villa Triste. L'uccisione di Giovanni Gentile, eseguita dai partigiani fiorentini e forse decisa dai gappisti romani. Particolare rilievo è dato anche a Bruno Fanciullacci eroico e coraggioso partigiano che catturato dalla banda Carità, preferì suicidarsi piuttosto che rivelare i nomi dei compagni. Nel libro scorrono tante storie significative. Coccia ci regala un libro importante, capace di narrarci storie di grande intensità emotiva, vicende passate che egli riesce a rendere vivide e attuali. Un viaggio nel tempo affascinante che diventa un modo di avvicinare il lettore a quell'importante momento della storia che è stata la Resistenza. Una scrittura intrigante e scevra da ogni artificio retorico, dove l'autore riesce a coniugare una grande esperienza di cronista con le qualità di una attenta ricerca storiografica.

In evidenza