Scuola, insegnanti precari e disoccupati, è rischio caos

Attese con ansia notizie da Palazzo Chigi dove Matteo Renzi ha promesso: "Vi stupiremo"

Antonio
Antonio Lenoci
25 agosto 2014 16:50
Scuola, insegnanti precari e disoccupati, è rischio caos

A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni, le graduatorie sono nel caos, tra regole disomogenee e norme complicate spesso incongruenti tra loro, cui si aggiunge la sovrapposizione del Concorsone con le Gae. Duemila insegnanti di ruolo verranno assegnati nella prossima settimana, mentre i cinquemila supplenti conosceranno la loro destinazione ad inizio settembre: ed intanto agli esami di riparazione chi ci va?"Ci sono scuole senza direttori e senza segretari" tuona Gabriella Bresci della Flc Toscana.

Precari di Firenze e rappresentanti del Gruppo Facebook "Ora Basta!!!" chiedono la regolamentazione dei precari prima di aprire nuove procedure di reclutamento. "Assurdo - spiega il professore di filosofia Bernardo Croci - che si aprano nuove strade di accesso senza aver prima sistemato la situazione di chi, da anni, risulta in bilico. Così si creano solo altri precari". Chi non è di ruolo, ma ha maturato negli anni una grande esperienza si ritrova vittima di un sistema che consente di essere scavalcati in qualsiasi momento dai nuovi arrivati.

Non è tutto: resta tesa la questione degli insegnanti che arrivano da altre sedi "soffiando" il posto a chi rischia di aver solo "scaldato" la cattedra.Lotta tra poveri, così la chiamiamo da sempre. Peccato che si stia parlando di docenti, ovvero coloro che storicamente coltivano le future generazioni. Stipendio, luogo di lavoro, tempo di permanenza con i ragazzi, nella città di destinazione, sono tutte variabili. Lo stato di preoccupazione ed ansia, lo stress accumulato da un individuo che ha in mano l'educazione dei giovani dovrebbe, forse, starci più a cuore."Bestiale" viene poi definita, ancora una volta, la situazione degli insegnanti precari che legalmente diventano disoccupati per 3 mesi l'anno "Non andiamo in ferie - spiegano - siamo semplicemente senza lavoro e senza stipendio per tre mesi su dodici".Duemila, finora, le immissioni in ruolo previste dal MIUR in Toscana, a fronte di settemila supplenze annuali necessarie.

Per questo, “chiediamo altre cinquemila assunzioni in ruolo, superando la dicotomia organico di Diritto/Fatto e arrivando finalmente all'Organico Funzionale. Costerebbe troppo? Non è vero. Quanto costa la burocrazia necessaria per riempire tutte le caselle dei posti? Quanto costano le procedure di nomina dei supplenti? Quanto costa l'indennità di disoccupazione? Ma soprattutto: è un costo la qualità del servizio, alla luce del fatto che comunque paghiamo i supplenti?”: è questa la richiesta unitaria che parte da Flc Cgil Toscana e alcuni gruppi in rappresentanza dei precari della scuola (sia delle Gae che del Concorsone), come il Coordinamento vincitori del Concorso, il Gruppo precari Firenze e il Gruppo Facebook 'Ora Basta', oggi tutti insieme in conferenza stampa presso la sede di Cgil Toscana.

Flc Cgil Toscana ha infatti voluto mettere intorno a un tavolo diversi soggetti portatori di interessi specifici per avere più forza con proposte comuni: “La soluzione di questa situazione ingarbugliata non può essere quella di mettere gruppi diversi gli uni contro gli altri - Nord contro Sud, Concorso contro Gae -; occorre invece una proposta che accolga al massimo le esigenze di tutti i soggetti in campo. Questo è l'obiettivo che Flc Cgil Toscana e i gruppi dei precari illustreranno negli incontri che saranno chiesti a Prefettura, Regione e Usr. Intanto prendiamo atto delle dichiarazioni rilasciate al Tg3 Toscana dall'assessore regionale Emmanuele Bobbio, che vanno nella direzione delle nostre richieste, e ci aspettiamo che il decreto annunciato dal Governo recepisca le nostre proposte, se l'obiettivo è davvero costruire una scuola più organizzata e con docenti più motivati”, spiega Alessandro Rapezzi, segretario generale Flc Cgil Toscana, secondo cui fino a ottobre non si avrà il quadro stabile del personale della scuola.

Secondo il sindacato, inoltre, serve recuperare la possibilità di andare in pensione per coloro che rientravano nella cosiddetta “Quota 96”. Inoltre, è da tenere subito conto dei posti vacanti lasciati dalla revoca dei trattenimenti in servizio disposta dalla legge sulla P.A. del mese di agosto, e dei “nuovi” pensionamenti non presi in considerazione all'atto del calcolo delle nomine in ruolo. Possono essere circa 200 posti in Toscana: “Tutta la vicenda - illustra Flc Cgil Toscana - ha avuto il sapore della beffa, dove le persone sono state trattate come numeri, ignorando lo stato psicologico e le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori che da due anni vengono coinvolti e rimandati indietro continuamente.

Tra l'altro far rimanere in servizio 'Quota 96' costa di più che far rimanere in servizio chi aveva chiesto la permanenza. Anche in questo caso ai Ministeri hanno dimostrato di non saper fare i conti”.

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