Salario minimo: la Toscana insiste

Russo (Cisl): “Eppure oggi dovrebbe essere chiaro che sul lavoro gli slogan non pagano”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 Giugno 2025 23:35
Salario minimo: la Toscana insiste

Firenze, 11 giugno 2025– “E’ proprio vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Lo dimostra quanto votato ieri in Consiglio regionale sul salario minimo.” A dirlo è la segretaria generale della Cisl Toscana Toscana, Silvia Russo, commentando l’approvazione di una proposta di legge che introduce nelle gare regionali una premialità per le aziende che applicano un salario non inferiore a 9 euro lordi l’ora.“Abbiamo già spiegato e dimostrato più volte – dice Russo – che non c’è alcun bisogno di introdurre nelle gare un riferimento a salari minimi, basta pretendere che le aziende che partecipano applichino i contratti nazionali di riferimento.

I contratti nazionali firmati dai sindacati confederali infatti prevedono minimi salariali complessivamente più alti di 9 euro e comprendono anche tutta una serie di tutele e diritti, a cominciare dalla sicurezza, che il salario minimo non garantisce”.“La via maestra è la contrattazione e quindi l’inserimento in tutti i bandi per l’affidamento di appalti e servizi di un riferimento ai contratti maggiormente rappresentativi, come previsto ad esempio nell’intesa sulle Rsa firmata con la stessa Regione Toscana.”“Spiace – conclude Russo – vedere in Toscana una politica che preferisce affidarsi agli slogan piuttosto che entrare davvero, con fatica, nel merito dei problemi.

Eppure, oggi più di ieri, dovrebbe essere ben chiaro a tutti che i problemi del lavoro non si affrontano con gli slogan e che alla lunga gli slogan non pagano”.

 "Ancora una volta la sinistra toscana dimostra di preferire gli slogan alla sostanza, votando una legge che introduce un presunto salario minimo nei bandi pubblici, che ha tutto il sapore di un'operazione di immagine e nulla del rigore istituzionale che servirebbe davvero per difendere i diritti dei lavoratori". Lo dichiarano Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia e capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera, e Marco Stella, segretario regionale del partito e capogruppo in Consiglio Regionale della Toscana.

"Chi conosce il mondo del lavoro – proseguono – sa che la vera tutela passa attraverso la contrattazione collettiva nazionale, non attraverso soglie arbitrarie imposte per via politica. I Contratti Collettivi firmati dalle parti sociali più rappresentative garantiscono già retribuzioni orarie superiori ai 9 euro lordi, ma soprattutto includono un sistema articolato di diritti: sicurezza, formazione, welfare, progressioni di carriera. Il salario minimo legale, al contrario, rischia di diventare un tetto anziché un pavimento, penalizzando proprio i lavoratori più fragili e rendendo strutturale il minimo, anziché superarlo".

"Il lavoro non si protegge con la propaganda, ma con regole chiare, con controlli seri, e con l'impegno a sostenere le imprese che applicano i contratti giusti e rispettano le persone – continuano Tenerini e Stella –. Invece di costruire una filiera sana degli appalti pubblici, la Regione si rifugia nella scorciatoia ideologica: quella che parla alla pancia dell'opinione pubblica, ma non risolve le ingiustizie reali nei luoghi di lavoro".

"La politica, quando è seria, non cerca il consenso facile: si assume la fatica del confronto, della responsabilità, della coerenza. Forza Italia – concludono – non confonde il riformismo con l'assistenzialismo né la giustizia sociale con l'imposizione burocratica. Il nostro modello è chiaro: un'economia della qualità, che premia il merito, riconosce la dignità del lavoro, sostiene le imprese virtuose e combatte il dumping con gli strumenti della libertà contrattata, non con la legge imposta dall'alto. La Regione Toscana, invece, continua a preferire la scorciatoia dell'annuncio alla strada difficile del governo".

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