Riduzione ungulati, Remaschi: “Niente clamore, occorre attività seria, regolamentata”

Emergenza cinghiali dopo morte di un trentanovenne a Castellina Marittima. Cia: «Subito piani contenimento per limitare numeri capi»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 agosto 2015 00:49
Riduzione ungulati, Remaschi: “Niente clamore, occorre attività seria, regolamentata”

FIRENZE– Intervenire subito, senza attendere altri danni, altri incidenti. No ad iniziative clamorose o incentivi a deregulation o a facili guadagni per persone con pochi scrupoli. Infine una proposta: destinare gli animali abbattuti a iniziative di solidarietà. Torna sul tema degli ungulati l'assessore all'agricoltura e foreste della Regione Marco Remaschi, ribadendo la volontà di arrivare in tempi brevi a una legge regionale per frenare un fenomeno diventato incontrollabile. "Numeri ed evidenze – spiega Remaschi – ci dicono non solo che i numeri in valori assoluti sono enormi ma che il disequilibrio dei nostri ecosistemi, senza alcuna azione correttiva, è destinato ad aumentare.

Con gli attuali strumenti normativi non possiamo opporci. Chi lavora in campagna, e non mi riferisco soltanto a chi ha un'impresa agricola ma anche ai singoli coltivatori, sta provando sulla propria pelle gli effetti di questo disequilibrio. Non vogliamo dare il via a iniziative clamorose ma vogliamo che venga fatta un'attività seria, regolamentata, limitata nel tempo. Attraverso una legge ch e preveda verifiche periodiche per monitorare attentamente i risultati". Remaschi rinnova la propria solidarietà "a chi sta affrontando un periodo caratterizzato da un rilevante disagio economico e vede messi in pericolo i propri guadagni per la perdita del raccolto.

E mi riferisco non soltanto alla grande impresa ma anche a tanti singoli, a famiglie, che dalla propria attività ricavano una piccola integrazione al proprio reddito. Solidarietà anche a coloro che vedono messa in pericolo la propria sicurezza al volante di un'automobile". Remaschi conclude rilanciando una proposta che in altre regioni italiane ha avuto concreta applicazione. "Una quota dei capi degli animali in esubero – spiega – potrebbe essere impiegata utilmente per iniziative di solidarietà, destinando la carne alle mense della Caritas o al Banco Alimentare.

Sarebbe un ulteriore segnale da parte della Regione nei confronti di tante famiglie in difficoltà, che andrebbe a sommarsi a interventi e misure già in atto a favore di chi si trova in una situazione di disagio".

"Se ci sarà in tempi brevi una legge regionale per dimezzare in Toscana il numero degli ungulati, secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi; non potremmo che esprimere apprezzamento per il lavoro fatto. Dopo tre anni di lavoro sull’emergenza ungulati -afferma in un documento la Cia Toscana- finalmente si iniziano a scorgere i primi risultati positivi. Bisogna avviare da subito piani di contenimento ed eradicazioni per limitare il numero degli ungulati.

Le priorità sono la tutela delle produzioni agricole e dell’ambiente, oltre, ovviamente, alla sicurezza dei cittadini. Come sempre – ricorda la Cia – siamo pienamente disponibili per una collaborazione costruttiva e al confronto con le istituzioni per risolvere questo annoso problema. Come abbiamo annunciato ad inizio di questo mese, stiamo portando avanti una mobilitazione in tutta la Toscana per mettere all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica, ancor più di adesso, l’emergenza ungulati, che da anni, troppi anni sta affliggendo gli agricoltori toscani.

Ed i risultati, in attesa della legge annunciata dall’assessore stanno arrivando". La Cia Toscana sta infatti incontrando in queste settimane il presidente della Commissione Agricoltura, assessori regionali, rappresentanti delle forze politiche, a partire dal PD. In corso anche una mobilitazione in tutte le province toscane con incontri con i prefetti, i sindaci, i presidenti delle amministrazioni provinciali, delle unioni dei comuni ed i consiglieri regionali. Emergenza ungulati senza fine in Toscana, ricorda la Cia Toscana.

Oltre 500 mila ungulati, 20 cinghiali ogni 100 ettari mentre il Piano Faunistico Regionale ne prevede 0,5-5 capi per lo stesso territorio. Per ogni agricoltore ci sono 5 capi di ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni, con danni produttivi ormai incalcolabili, se si pensa che gli ATC hanno accertato 10 milioni di euro di danni in 5 anni, a cui vanno aggiunti danni economici ed imprenditoriali assai superiori.

Catture ed abbattimenti anche nelle zone di rispetto venatorio. Anche all’interno delle due presenti nel Comune di Castellina Marittima dove si è purtroppo consumata la tragedia del trentanovenne “speronato” da un cinghiale sulla provinciale la notte del 20 agosto. Secondo Coldiretti serve un piano di abbattimenti straordinari anche all’interno di aree e parchi dove oggi è impossibile cacciare e rivedere completamente il piano delle zone di divieto che devono essere ridotte numericamente.

In particolar modo le zone di rispetto venatorio cherappresentano una zona ideale di ripopolamento per gli ungulati. “Se vogliamo risolvere il problema – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – si deve consentire, per un certo periodo, ai cacciatori di eseguire gli abbattimenti e le catture anche in queste zone che sono delle vere e proprie aree rifugio. I cinghiali, così come le altre specie di ungulati che oggi minacciano non solo più l’agricoltura, si rifugiano in queste aree che sono molto estese.

E’ lì che proliferano”. L’azione di Coldiretti, soprattutto nelle ultime settimane, ha portato gli agricoltori anche ad un blitz sotto la Regione Toscana, alla consegna del piano per far fronte all’emergenza e a successivi incontri con il neo Assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi che ha assicurato interventi per risolvere una questione sempre più grave e pericolosa. Nonostante gli sforzi dell’Atc 14 di Pisa (2.452 abbattimenti ma inferiori però ai piani di previsione nel 2013 – 2014) i cinghiali continuano ad essere responsabili del 90% dei danni provocati all’agricoltura e ora costituiscono una seria minaccia anche per la comunità non agricola.

“E’ servita purtroppo una tragedia per tornare ad alzare il livello di attenzione su un’emergenza che noi rileviamo da anni ormai; i cinghiali sono troppi, sono raddoppiati rispetto ad alcuni anni fa e tutti i piani attuati fino a qui sono stati fallimentari. Teniamo aperta la caccia per un anno o intensifichiamo gli abbattimenti: lapopolazione deve essere ridotta per almeno il 50%. In Toscana ci sono 250 mila ungulati di troppo. La popolazione per ogni ettaro nella nostra regione è pari a 20 contro una media di 0,5.

40 volte superiore. Urge intervenire”. Proprio Coldiretti nella giornata di ieri, giovedì 20 luglio, era tornata a chiedere una accelerazione degli interventi a cui è seguito l’annuncio dell’Assessore che sta lavorando, in queste settimane, ad una bozza di proposta di legge da portare in consiglio regionale a settembre e per cui ci si aspettano tempi rapidi per l’approvazione. “Oggi dobbiamo confrontarci con la tragedia ma gli incidenti per fortuna non mortali provocati agli automobilisti sono ogni anno in crescita”.

In evidenza