Nardella: "Recovery Plan, più coinvolgimento delle città"

Il presidente di Eurocities: "Il Governo incontri i sindaci metropolitani". Il premier del Portogallo ha assicurato sostegno alla richiesta. Sinistra Progetto Comune e Sinistra Italiana Firenze: “Assistiamo alla nuova convergenza tra il Sindaco di Firenze e la Lega di Salvini sulla richiesta di uno stop al codice degli appalti per poter andare in deroga”. Donata Bianchi (Presidente Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani): “Destinare almeno la metà delle risorse del Next generation Eu a misure che includano le donne nella vita sociale ed economica del Paese”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2021 18:48
Nardella:

Più coinvolgimento delle città nella stesura e nell’attuazione dei piani di Recovery dell’Unione europea. E’ la richiesta dei sindaci europei portata al primo ministro portoghese Antonio Costa - che detiene la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per questo semestre - durante un meeting al quale ha partecipato il sindaco Dario Nardella in qualità di presidente di Eurocities, il network che rappresenta oltre 200 città europee di medie e grandi dimensioni e oltre 130 milioni di abitanti di 39 differenti paesi. All'incontro, che si è svolto online, erano presenti tra gli altri anche i sindaci di Parigi, Varsavia, Lisbona, Amsterdam, Bruxelles, Copenaghen, Amburgo, Milano, Vienna.

“Il primo ministro Costa - ha detto Nardella - mi ha assicurato che definirà con Eurocities le azioni da portare avanti per attuare il Recovery plan. E’ un passo avanti molto importante per il diretto coinvolgimento dei primi cittadini nei progetti del Next generation”.

“Il tempo sta scadendo - ha aggiunto -, i termini di realizzazione dei progetti sono chiari e l’Italia rischia seriamente di non farcela se non si dà strumenti di semplificazione amministrativa e normativa efficaci. Confido nella capacità del governo Draghi di recuperare il tempo perso. A tale scopo sarebbe molto utile che il Presidente del Consiglio incontrasse i sindaci metropolitani, proprio come ha fatto il suo collega Costa con i sindaci europei”.

“Secondo un sondaggio condotto da Eurocities tra una cinquantina di città - ha sottolineato Nardella - il 70% degli intervistati ritiene che il processo di consultazione a livello locale sia stato insufficiente e si è sentito pochissimo considerato a livello di stesura dei piani di ricovero. Questo significa che la maggioranza delle città crede di non avere particolare impatto sulle strategie generali dei Piani. Io ritengo invece che si sia spazio per un miglioramento e vogliamo, come Eurocities, continuare a collaborare con le istituzioni europee e con il Consiglio per assicurare un reale coinvolgimento delle città. La disponibilità del primo ministro Costa è molto importante”.

“Per molti sindaci - ha concluso Nardella - è una priorità discutere dei Recovery plan con i propri governi nazionali. Da oltre un anno i sindaci sono in prima linea, 24 ore al giorno e sette giorni su sette, per lottare contro il virus e i suoi effetti sanitari, sociali ed economici. Per questo vogliamo dare il nostro contributo”. 

“Non è una novità che il centrosinistra insegua le destre nella retorica della semplificazione. Lasciate fare ai privati, non servono controlli! Come se il fallimento della gestione vaccinale non avesse evidenziato quanto danno fanno le logiche del profitto per il profitto, sempre basato sul breve periodo e soprattutto incapace di tutelare i diritti di chi lavora. Per questo condividiamo volentieri la nota rilasciata da Sinistra Italiana Firenze, ricordando ai nostri enti locali di quanto si siano dichiarati, in campagna elettorale almeno, attenti alle condizioni di chi opera nel sistema degli appalti. Purtroppo parole, ma anche quelle oggi vengono ora contraddette!” dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, del gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune Firenze.

“La comune linea sulla deregolamentazione è l’ennesima prova di cosa unisca i nuovi alleati di governo: limitare il ruolo dello Stato e lasciare mano libera ad imprese e uomini di potere nella gestione dei soldi del Recovery -nota Sinistra Italiana Firenze- Le aspirazioni di uomo solo al comando di Salvini sono fin troppo esplicite e anche il sindaco Nardella, noto per tentare di governare la città a colpi di ordinanze puntualmente cancellate dal TAR, non è da meno nel dimostrare insofferenza per qualsiasi norma che limiti il suo operato. Come Sinistra Italiana abbiamo già detto No a Draghi sapendo che interessi di parte difende e oggi ribadiamo che siamo contro la politica degli affaristi, delle gare al massimo ribasso e degli affidamenti diretti che premia soltanto i soliti e genera lavoro povero e sfruttato, e per la legalità e l’applicazione delle norme e chiediamo con forza che si metta in grado la pubblica amministrazione di compiere il suo ruolo di guida fornendogli le risorse umane e materiali che vent'anni di tagli hanno tolto e frustrato. Non si deve cancellare il codice degli appalti, ma assumere il personale in grado e in numero tale da poterli gestire nei tempi e nei modi necessari”.

“Il movimento Half of it, Donne per la salvezza nasce per dare forza e ulteriore sostanza alla campagna europea Half of it per destinare almeno la metà delle risorse europee del Next generation Eu – spiega la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – a misure che includano le donne nella vita sociale ed economica del Paese. È un’esperienza di cittadinanza attiva femminista molto importante, cui la politica e le istituzioni devono guardate con rispetto e interesse. Un gruppo di donne, ma anche di uomini, dell’associazionismo, delle aziende, dell’università e delle istituzioni hanno promosso un manifesto di proposte per salvare il Paese valorizzando le potenzialità delle donne.

Non si tratta di astratti principi, ma di una rilevante questione economica. Per la Commissione Europea, la diseguaglianza di genere costa all’Unione 370 miliardi di euro all’anno perché senza il lavoro femminile produciamo un Pil più basso e minore gettito fiscale. Il nostro Paese ha chiuso l’anno 2020 con una contrazione del Pil dell’8,9%, non far tornare le donne sul mercato del lavoro significa favorire la recessione. Half of it ha indirizzato al governo, una sorta di indicazione programmatica molto concreta sugli investimenti necessari per far crescere l’occupazione femminile e quindi il Pil con le risorse europee e il riordino della spesa nazionale, e per fronteggiare l’emergenza delle famiglie italiane creando nuove infrastrutture con misure di lungo periodo e riforme immediate. Metà della governance di Next Generation EU alle donne e una valutazione di genere a monte e a valle di qualsiasi stanziamento; almeno il 60 per cento dei bambini da 0 a 3 anni accolti nei nidi pubblici entro 5 anni; un cashback sui servizi di cura e assistenza per le famiglie; assunzioni di donne e giovani nei servizi pubblici; diritto a maternità e malattia per tutte le categorie professionali autonome, ordinistiche e non. Tra gli altri punti del Manifesto – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – ci sono la sanità e l’assistenza di prossimità per anziani, disabili e non autosufficienti a cui dovrebbero andare almeno 4 miliardi, oltre alla cifra già prevista; investimenti su consultori e centri antiviolenza; politiche di condivisione del lavoro di cura e della genitorialità, ponendo a carico dell’Inps l’anticipo dell’indennità obbligatoria di maternità e a carico della fiscalità generale il 100 per cento di indennità obbligatoria di maternità.

Colmare gap occupazionali e di diritti è utile per tutti non farlo significa impoverire tutti. Le rappresentanti di Half of it saranno a breve audite dalle Commissioni Lavoro, sviluppo economico e pari opportunità”.

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