Predatori: lettera aperta di Remaschi agli allevatori

L’Organizzazione Coldiretti risponde all'Assessore sul Lupo. Marchetti (FI): «Incentivi agli strumenti di difesa e contrasto agli ibridi. La Regione non giochi allo scaricabarile delle responsabilità»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2018 23:23
Predatori: lettera aperta di Remaschi agli allevatori

FIRENZE– In Toscana sono presenti un migliaio di lupi che causano circa 500 predazioni ogni anno, per indennizzare le quali la Regione Toscana spende oltre 1 milione di euro. La cattura di una ventina di esemplari per ridurre questo pesante impatto non ha prodotto risultati apprezzabili e gli attacchi dei lupi continuano ad essere presenti nella cronaca quotidiana. Per questo, l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi ha inviato una lettera aperta agli allevatori zootecnici toscani invitandoli a fare fronte comune – Regione, istituzioni locali, organizzazioni professionali agricole – per sfruttare le competenze di ognuno e cercare di far comprendere quanto sia urgente trovare una soluzione al problema.

Coldiretti Toscana non ha voluto lasciare inascoltato l’appello lanciato dall’Assessore Marco Remaschi, in sintonia con i contenuti della battaglia contro i continui attacchi dei predatori portata avanti in questi anni dalla Coldiretti ad ogni livello. Rispondendo all’Assessore, il Presidente Tulio Marcelli rilancia: “Apprezziamo molto lo spirito che ha spinto Remaschi nello scrivere questa lettera aperta al mondo agricolo, ma anche alla società civile nel suo complesso, perché il problema delle predazioni non è solo una questione che riguarda le aziende agricole, come ha ben sottolineato l’assessore.

La nostra organizzazione – continua Marcelli – con senso di responsabilità ha da sempre affrontato la questione entro i binari della correttezza istituzionale e con un unico intento quello di trovare una soluzione ad un problema che rischia di compromettere la sopravvivenza delle imprese agricole. A questo punto – continua Marcelli – occorre che anche le istituzioni, da quelle locali fino ai livelli regionali e nazionali, facciano la loro parte. In altre parole, controllo del randagismo, più risorse per il risarcimento dei danni sia diretti che indiretti e adozione del Piano per la conservazione del Lupo.

Senza parlare delle risorse per le opere di prevenzione, come recinzioni e cani di guardiania, che negli ultimi anni sono drasticamente ridotte. Apprezziamo le lettere – conclude - quando queste sono sintomo di voler passare ai fatti...quelli concreti, con risorse indispensabili per il giusto risarcimento ad imprese e famiglie che hanno il diritto di esistere”.

«Uscire dalla logica degli indennizzi erogati col contagocce e dopo percorsi onerosi a tutto carico degli allevatori per mettere in campo misure di sostegno agli strumenti di difesa passiva di mandrie e greggi tra recinzioni elettriche, dissuasori sonori, creazione di mandrie e greggi regionali con cui ristorare eventualmente l’allevatore con capi già in ciclo produttivo, cessione in comodato gratuito di cani da guardianìa della nostra ottima razza autoctona che è il pastore maremmano»: inizia con l’elenco di alcune delle proposte formulate da Forza Italia solo nell’ultimo trimestre la lettera aperta che il Capogruppo degli azzurri in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ha voluto far seguire a quella con cui l’assessore regionale alle politiche agricole Marco Remaschi si è rivolto agli allevatori.Dopo il riepilogo delle possibili strade alternative nel contrasto alle predazioni di mandrie e greggi, Marchetti prosegue: «Caro Remaschi, finché la Regione continuerà a limitarsi da un lato a invocare prelievi di una manciata di lupi buona solo a sparigliare i branchi, generando conseguente riproduzione più serrata e maggior numero di predazioni, dall’altro a invocare un piano lupo che prevede prelievi fino al 5 per cento, che sul migliaio di lupi presenti in Toscana farebbe una cinquantina di capi assolutamente non risolutiva; beh, assessore Remaschi, finché la Regione non metterà in campo idee alternative per altro mutuabili da altre realtà e validate sia scientificamente che praticamente come sono le nostre, allora non farà che abdicare al proprio dovere con un giochino dello scaricabarile che mentre invita gli allevatori a stare al fianco delle istituzioni, poi in realtà li lascia più soli di quanto già non siano.

Perché gli allevatori si avvicinano, ma al loro fianco non vi trovano. Non finora». «Finora la Regione si è limitata a solleticare la pancia alla loro legittima esasperazione invocando il Piano lupo come fosse un totem, ben sapendo, almeno mi auguro, che quella misura di prelievo non risolverebbe il problema del bestiame predato, anzi andrebbe ad acuirlo disgregando branchi che sono più controllabili degli individui singoli. Per contro, grosse campagne di cattura e contenimento degli ibridi, anche attraverso sterilizzazioni, non se ne vedono né presenti né all’orizzonte.

Gli indennizzi che la Regione asserisce di erogare, in realtà arrivano agli imprenditori zootecnici col contagocce e dopo oneri di spesa e burocrazia a tutto carico di chi si vede giorno dopo giorno ovini e bovini fatti a brandelli».

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