"Quello a cui stiamo assistendo è scandaloso. Fratelli d'Italia per mesi ha attaccato il PD sulla massoneria e ora scopriamo che il suo candidato di punta alle regionali, Tommaso Cocci, non solo fa parte della loggia Sagittario di Matteini Bresci ma ne avrebbe anche ricoperto ruoli apicali. Ma quello che è ancor più grave è che nel partito di Meloni tutti sapevano e sono rimasti in silenzio per settimane" dichiara Marco Biagioni, segretario PD Prato.
"La lista delle persone che erano informate, da quel che si legge sui giornali, è lunga: La Porta, La Pietra, Donzelli, Mazzanti. In pratica i vertici regionali e nazionali di FdI con una mano picconavano il PD e con l'altra coprivano l'affiliazione alla massoneria del loro ex capogruppo in consiglio comunale. Un comportamento inaccettabile da parte del partito che governa il Paese e che si candida a governare la Toscana e la città di Prato. Ora dal partito della premier facciano chiarezza e dicano perché mentre ci facevano la morale, cercando di spaccare la città, sono rimasti in silenzio".
"Chi ricopre un ruolo pubblico giura fedeltà alla Repubblica, giura sulla Costituzione. Non sono ammissibili appartenenze a società segrete. E non mi interessa se in queste logge si parla di filosofia o di storia. Si aprano un'associazione culturale come fanno tutte le persone normali. La questione è tutta politica. Come segretario del PD Prato chiederò a tutte le candidate e ai candidati della lista PD per le regionali di mettere per iscritto che non sono affiliati a logge massoniche. Solo a questa condizione firmerò le candidature. Ora è il momento della massima trasparenza. Se qualcuno la pensa diversamente, si alzi in piedi e dica chiaramente che l'affiliazione alla massoneria non è un problema per chi intende ricoprire ruoli pubblici. Questa è l'unica cosa che trovo rilevante in tutta questa vicenda".
"Sono passati cinque giorni dalla notizia dell'affiliazione di Tommaso Cocci alla Loggia Sagittario e da Fratelli d'Italia continuano ad arrivare solo silenzi imbarazzanti" dichiara Marco Martini, consigliere regionale del Partito Democratico.
Un comportamento inaccettabile per chi governa il Paese e aspira a guidare la Toscana. Ieri Alessandro Tomasi ha tentato di limitare i danni ma non ha avuto né la forza né il coraggio di prendere una posizione netta. Si è limitato all'uso del condizionale, come se non fosse il candidato presidente ma un semplice osservatore esterno. Siamo di fronte a un quadro desolante: nemmeno il capo dell'opposizione riesce a tracciare una linea chiara su un tema così delicato per le istituzioni democratiche.
La verità è che ci troviamo davanti a una destra dalla doppia morale. Per mesi hanno attaccato il PD mentre coprivano l'affiliazione alla massoneria del loro candidato di punta alla regionali. Ma non mi meraviglia: sono gli stessi che a Prato predicano fiducia nei giudici e a Roma attaccano quotidianamente l'autonomia della magistratura. Da semplice iscritto, prima ancora che da dirigente del mio partito, condivido pienamente le parole del presidente Giani e del segretario Biagioni. La trasparenza non può essere a geometria variabile.
Il nostro Codice etico è chiaro: 'gli iscritti non possono appartenere ad associazioni segrete o riservate che comportino forme di mutuo sostegno, tali da porre in pericolo il rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità delle pubbliche istituzioni'. È giusto e doveroso che chiunque si candidi nelle nostre liste rinnovi pubblicamente questa adesione al Codice etico, dichiarando esplicitamente la propria estraneità alla massoneria. Non si tratta di un atto simbolico ma di una questione sostanziale: i cittadini e gli elettori hanno il diritto di sapere se chi li rappresenta ha altre fedeltà oltre a quella verso le istituzioni democratiche".