Pnrr: sabato 6 novembre confronto con sindaci e consiglieri regionali

Per le piste ciclabili, 4 milioni per Firenze, Pisa e Siena, tra i progetti presentatati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2021 23:55
Pnrr: sabato 6 novembre confronto con sindaci e consiglieri regionali

La Regione Toscana ha pubblicato una manifestazione di interesse con cui ha invitato tutti i comuni a presentare i propri progetti per la costituzione di un parco progettuale da finanziarsi con risorse di vario livello che giungeranno con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’incontro di lavoro sul Pnrr con i sindaci toscani e i consiglieri regionali è convocato domani, sabato 6 novembre alle 11 presso il Teatro de La Compagnia (via Cavour 50/R). Saranno presenti gli assessori regionali, il direttore generale e i direttori delle direzioni della Giunta; i direttori di Anci e di Upi Toscana.

Si tratta del secondo appuntamento - dopo quello di martedì 2 novembre - per condividere informazioni e impostare l’impegno comune della Regione e degli enti locali.

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Quattro milioni per il rafforzamento della mobilità ciclistica a Firenze, Pisa e Siena. A darne notizia sono il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore alla mobilità e infrastrutture Stefano Baccelli che hanno ricevuto la bozza di decreto sul finanziamento alle ciclovie urbane a valere sul Pnrr destinate a piste urbane e metropolitane nelle città che ospitano le principali università da collegare a nodi ferroviari o metropolitani.

Secondo la bozza arrivata dal ministero e che dovrà ancora essere discussa nella riunione tecnica della conferenza unificata con ministero e regioni, le risorse al territorio toscano prevedono 2,2 milioni di euro a Firenze per complessivi 9 chilometri, 1,1 milione di euro a Pisa per 5 chilometri e 700 mila euro a Siena per 3 chilometri .

“Un’altra buona notizia. La decisione di assegnare risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza alla mobilità ciclabile – ha detto Giani- va nella direzione giusta: quella di incentivare la mobilità sostenibile e promuovere lo spostamento dei giovani nelle città. La bozza di decreto che ci è pervenuta – prosegue Giani- ha usato come criterio, fra gli altri, anche l’anagrafe nazionale degli studenti universitari proprio per facilitare il collegamento fra le stazioni, le fermate dei tram con le sedi di studio”.

Soddisfatto anche l’assessore Stefano Baccelli: “La mobilità dolce è al centro delle nostre politiche- spiega-, questo passaggio è fondamentale per andare avanti e incentivare l’impegno in questa direzione”. Come noto le opere dovranno essere fatte entro il 2026. Il riparto viene ipotizzato tenendo conto di popolazione, superficie escludendo chi ha un numero minimo di iscritti e per il 50 per cento al sud.

L’Amministrazione Comunale di Rignano sull’Arno ha risposto prontamente”, dichiara il Sindaco Daniele Lorenzini, “presentando una serie di progetti che ricadono sull’intero territorio per coprire le esigenze di tutta la nostra cittadinanza. Un’occasione importante per tutta la nostra Comunità a cui, come Giunta, abbiamo deciso di dare come sempre la priorità. La nostra speranza è che possano essere accolti nella loro interezza, sfruttando così pienamente le opportunità date dal PNRR al rilancio del cosiddetto sistema Paese”.

Un ringraziamento va ai nostri uffici”, aggiunge il vicesindaco Dominga Guerri, “che sono riusciti a seguire le indicazioni della Giunta per predisporre un piano del controvalore complessivo di oltre 19 milioni di euro per redigere i progetti prioritari per lo sviluppo della Comunità rignanese. Questo è il momento di lavorare con una prospettiva che sappia guardare lontano nell’interesse del nostro Comune”.

“Lo temevamo da mesi ed è arrivata la notizia: 150 milioni del Pnrr serviranno per realizzare il people mover. Cioè un quinto di tutti i fondi del Recovery Fund che arriveranno per i trasporti toscani, verranno buttati via in un inutile trenino che servirà Firenze per solo un chilometro e 300 metri. Una cifra spropositata per un’opera inutile! Vogliono far crederci che un trenino che collega viale Belfiore a Santa Maria Novella costerà oltre 115 milioni di euro a chilometro? Ma stiamo scherzando? Questi soldi non ci vengono regalati dall'Europa ma sono un prestito che peserà sulla testa dei nostri figli per i prossimi decenni.Si tratta dell’ennesimo regalo a Rfi e la dimostrazione dell’incapacità progettuale della sinistra che governa la nostra Regione.

Un’incompetenza di cui siamo davvero stufi e che ha portato la Toscana ad avere infrastrutture da terzo mondo.Il trenino fiorentino rischia di essere un fallimento annunciato al pari del Pisa Mover. In quel caso venne dismesso un servizio che funzionava in modo eccellente. Chi da Firenze doveva prendere un aereo a Pisa, poteva salire su un treno regionale e, in un’ora o poco più, con una spesa minima, si ritrovava direttamente all’interno dello scalo internazionale. Un sistema che è stato smantellato, con tanto di dichiarazioni roboanti.

Fra tutte, quella dell'ex governatore Rossi che definì il Pisa Mover 'un tassello importante verso la Toscana del futuro'. A quanto pare il Pd continua a non imparare dai suoi errori”. Lo dichiara Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale toscano, dopo il primo incontro sul Pnrr tra Giani e le istituzioni toscane.

“Nel silenzio generale il governo nazionale e la regione Toscana stanno ipotecando il futuro delle cittadine e dei cittadini toscani con la sostanziale connivenza di molti sindaci e giunte -contestano invece Consiglieri Comunali, e federazioni di Rifondazione Comunista toscane- A quanto ci è dato sapere, infatti, la Regione ha indicato in parte nel 31 ottobre appena scorso (per i progetti di riqualificazione urbana in particolare) e in nel 31 dicembre (per gli altri) le ultime date utili per presentare progetti da finanziare con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

E’ gravissimo che nell'individuazione e nella selezione dei progetti in questione non siano stati per nulla coinvolti i consigli comunali né tanto meno le cittadinanze: dovrebbe essere ovvio infatti che le comunità siano fortemente coinvolte nel ridisegno dei loro spazi per le valenze ambientali, sociali e di qualità della vita che questo ha potenzialmente. Quindi, non solo le assemblee elettive avrebbero dovuto essere pienamente coinvolte, ma sarebbe stato necessario garantire la piena partecipazione della popolazione.

Invece questa data è stata di fatto celata, e nelle settimane scorse nulla di tutto questo è avvenuto. Dato che quasi nulla ci è dato di sapere, non possiamo che immaginare come siano andate le cose e immaginiamo che in nome dell’emergenza siano stati consultati solo determinati settori sociali. Naturalmente, ipotizziamo che questi attori avranno fatto valere il proprio peso, e che solo alcuni/e professionisti/e e imprese saranno scelti/e. Oltre ad un problema di metodo, si pone anche una questione che riguarda la qualità dei progetti: secondo alcune notizie che abbiamo la fretta ha portato a scegliere semplicemente progetti rimasti nei cassetti, o di immediata visibilità per le maggioranze al governo delle città, senza quindi una programmazione di lungo respiro, senza un confronto sulle priorità.

Abbiamo in questi mesi – dentro e fuori i consigli comunali – posto più volte la necessità di confronto e trasparenza, venendo di fatto in molti casi ignorati. Per poi assistere in qualche Comune a presentazioni di progetti già individuati e mai discussi.

Tutto ciò va letto in un quadro abbastanza netto che si è delineato nei mesi della pandemia: a fronte di un sistema economico e di governo che mostrava tutti i propri limiti e le proprie storture sul piano della sanità e dell'emergenza sociale, a fronte della chiarezza con cui sono emersi i danni ambientali e alla salute causati dalle solite vecchie visioni di sviluppo, abbiamo assistito al cosiddetto Patto del Cacciucco per il rilancio di grandi opere inutili se non dannose come il redivivo progetto del nuovo aeroporto di Firenze, seppellito invece già da sentenze, buon senso, analisi economiche e dell'impatto ambientale. Questioni di interesse generale che dovrebbero ispirare le istituzioni.

Mentre si registrava questa cortina fumogena da parte delle Giunte comunali (almeno le più grandi, mentre si marginalizzavano i piccoli comuni), si apprendeva dalla stampa che la Toscana sarebbe stata fanalino di coda nella progettazione nell’ambito del PNRR, e il presidente Giani dichiarava che tutto dipendeva dal governo, salvo che poi siamo venuti a conoscenza di fantomatiche cabine di regia e di scadenze come sopra ricordato. Notizie, queste, emerse anche in sedi ufficiali, come le commissioni consiliari dei comuni.

Non possiamo dimenticare che sono molto pesanti le condizionalità per accedere a quei fondi, e che a livello nazionale ed europeo già è stato detto chiaro e tondo che è prossima la reintroduzione del patto di stabilità, quindi dell’austerità, con quanto ne consegue.

Per questo continueremo a batterci per una operazione di verità e trasparenza, e per un uso di quei fondi finalizzato innanzitutto ad investire in sanità e scuola pubbliche, tutela del territorio, lotta alle disuguaglianze sociali e per favorire la tenuta e la ripresa occupazionale, contro ogni speculazione, di merito e di metodo”.

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