Perché la Germania farà uscire l'Italia dall'Euro

Spiega il saggio di Susanne Falkenberg sulla cancelliera tedesca Angela Merkel

Nicola
Nicola Novelli
07 settembre 2014 20:54
Perché la Germania farà uscire l'Italia dall'Euro

La politologa tedesca Susanne Falkenberg nel suo nuovo saggio “Caduta del muro e Germania in trasformazione” (edito nelle settimane scorse da Mauro Pagliai, pp. 120, € 10,00), traccia un profilo approfondito di Angela Merkel e del presidente tedesco Joachim Gauck, giungendo a conclusioni preoccupanti per i lettori italiani. Il libro parte analizzando il contesto delle due Germanie prima della caduta del muro, concentrandosi sul ruolo della Stasi, come centrale di oppressione sociale della Germania Est e di spionaggio in occidente. Alla fine degli anni '80 il movimento per i diritti civili riprende forza e, grazie alle aperture di Mikhail Gorbachev, nell'autunno 1989 si struttura politicamente dando vita alle organizzazioni in cui Angela Merkel inizierà la propria carriera politica.

I suoi anni giovanili sono stati condizionati dall'estrazione religiosa della famiglia (il padre è un pastore protestante) e la presenza incombente della polizia politica. Proprio le doti personali sviluppate in quegli anni così difficili saranno determinanti nella sua ascesa nel partito di Helmut Kohl. Percorso simile quello dell'attuale presidente della Repubblica Federale, Joachim Gauck, che dopo una giovinezza difficile, attraverso la professione di pastore evangelico arriverà alla militanza politica, poi alla direzione dell'Ufficio documentazione delle attività della Stasi di Berlino e da lì sino alla Presidenza.

Entrambe figure emblematiche, una donna e un sacerdote, di questa Germania trasformata, grazie al processo di inclusione dei Länder orientali e al peso della cultura religiosa protestante. Proprio questa transizione ha consentito alla società tedesca non solo di superare i deficit della RTD, ma anche di esprimere un potenziale economico innovativo e di attraversare relativamente bene la recessione economica degli ultimi anni, posizionandosi in maniera ottimale sul mercato internazionale.

Il testo di Susanne Falkenberg si concentra così sull’importanza di una nuova generazione di politici provenienti dall’ex Repubblica Democratica Tedesca, che attraverso un percorso personale sono riusciti a ricoprire le massime cariche politiche del paese più importante d’Europa. Alla luce di una simile esperienza di consolidamento sociale non è sorprendente che la Germania attuale esprima un sentimento di insofferenza per lo spirito di scontento e frustrazione manifestato nei paesi dell'Europa meridionale di fronte alle conseguenze del debito sovrano dell'Euro-zona. Sono in molti in Germania a ritenere che i paesi mediterranei si siano irrimediabilmente smarriti nel mare della competizione economica globale.

L’autrice ha pubblicato numerosi saggi sulla Germania e sull’Italia, concentrandosi su argomenti quali il populismo e la crisi economica in Europa. Secondo la Falkenberg le critiche rivolte ad Angela Merkel la colpiscono proprio in quanto interprete politico di questo comune sentire tedesco. Ma non è la cancelliera la responsabile del disagio occupazione dei paesi del Sud Europa. Senza dimenticare che la cancelliera è al governo da due legislature con la fiducia del suo partito, la CDU, ma anche con i voti della SPD.

Come giustificare allora l'accanimento personale contro la Merkel messa all'indice da alcuni giornali italiani, trascurando le sue difficili origini, il valore personale della sua ascesa professionale (è una docente universitaria, sposata con uno dei maggiori ricercatori scientifici della Germania) e la dimensione etica del suo approccio alla politica? E quale sorte sarebbe toccata all'Italia, ad esempio, se si fosse trovata a fronteggiare la competizione globale e la concorrenza asiatica, senza almeno lo scudo della valuta europea?

Approfondimenti

Nelle considerazioni finali l'autrice riafferma che la Germania attuale è il risultato di straordinari cambiamenti socio-economici e culturali. Il suo ambiente politico è stato rivoluzionato dall'accoglienza dei “fratelli dell'est”, ma anche dall'avvento nell'agone politico delle donne e degli immigrati stranieri. Nell'ultimo decennio la presenza femminile in posizioni lavorative di rilievo è raddoppiata rispetto ai decenni precedenti, ponendo la Germania tra i primi 20 paesi del mondo per eguaglianza di genere.

Un paese dunque aperto e pluralista. Un paese multietnico, che vive un rinascimento religioso. Certo se molti tedeschi sono ricchi e professionalmente competitivi, ci sono anche connazionali in difficoltà economica. Anche per questo la politica estera della Merkel non può essere munifica con gli altri paesi dell'Euro, se non a rischio di impoverire l'elettorato popolare che la vota. Con quali occhi questa nuova Germania protestante può guardare i paesi cattolico-mediterranei, caratterizzati da una politica clientelare e corrotta? Se quei governi -pensa ormai apertamente l'opinione pubblica tedesca (e la Falkenberg lo scrive)- non sono disponibili alla modernizzazione sociale, all'innovazione economica, del mercato del lavoro e del sistema educativo, non è più oltre eludibile una nuova configurazione dell'Euro.

 

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