Palazzo Vecchio sventola la bandiera di Gaza e nasconde il fungo nero

La destra chiede di discutere dello scempio di corso Italia, ma l'estrema sinistra corre in soccorso del PD

Nicola
Nicola Novelli
01 Settembre 2025 21:05
Palazzo Vecchio sventola la bandiera di Gaza e nasconde il fungo nero

Oggi i consiglieri di destra hanno deciso di uscire dall'aula dopo aver contestato la decisione della presidenza del Consiglio comunale, che a norma di regolamento,  non ha permesso di iscrivere all'ordine dei lavori, senza il consenso di tutti i gruppi consiliari presenti, il tema che ha scandalizzato la città nei giorni scorsi, la ristrutturazione dell'area del'ex Teatro Comunale.

La decisione della maggioranza che governa il Comune ha trovato una insperata stampella nelle opposizioni di centro-sinistra. Hanno votato contro sia i renziani, che Firenze democratica, probabilmente perché la storia di corso Italia affonda le radici in stagioni politiche che creano imbarazzo a molti.

La posizione più sorprendente è stata quella di Sinistra Progetto Comune e M5S, rimasti fedeli all'ordine dei lavori che prevedeva che il Consiglio discutesse gli atti già iscritti, in particolare la mozione per l'interruzione nei rapporti con Israele. Probabilmente nemmeno nel Gruppo Pd si aspettavano un simile assist dai consiglieri Dmjtri Palagi e Lorenzo Masi (M5S).

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L'assemblea del Comune di Firenze dunque ha votato l'interruzione dei rapporti con il Governo di Israele e ha richiesto di verificare quali relazioni economiche abbia Palazzo Vecchio con società che hanno sede in quel Paese. Una mozione il cui esito risulterà nullo, nella constatazione che un Consiglio comunale non ha rapporti con uno stato straniero e che l'amministrazione non ha relazioni economiche con Israele.

Così il Partito democratico ha guadagnato tempo allontanando una discussione pubblica che metterebbe in difficoltà la giunta attuale e anche quella precedente. All'estrema sinistra e al MoVimento 5 Stelle che siede nel salone dei Dugento il piacere di sventolare la bandierina palestinese, che non serve a nulla, ma li fa felici.

E del perverso rapporto sociale che si intravede nella vicenda dell'ex teatro comunale, basata sullo sfruttamento privato delle risorse collettive, influenzando la politica attraverso il potere capitalista, come direbbe Carl Marx? Se ne parlerà un'altra volta, per oggi passo.

“Ignorare il caso del cubo bianco e nero che svetta dall’ex Teatro Comunale di Firenze da parte della conferenza dei capigruppo in Consiglio, che non hanno accolto la richiesta fatta anche dalla nostra capogruppo di Fratelli d’Italia Angela Sirello di affrontarlo domani durante la seduta del primo Consiglio dopo la pausa estiva, è indecoroso e rasenta l’assurdo. I tempi per studiare e approfondire una vicenda che preoccupa i fiorentini in attesa di risposte, peraltro, c’erano eccome, come hanno dimostrato i nostri consiglieri che, da giorni, seguono il caso e che erano pronti ad affrontarlo domani in aula.

Una simile posizione conferma non solo l’evidente imbarazzo dell’amministrazione su uno scempio che ferisce Firenze e che ha fatto il giro del mondo e che, ed è un paradosso, non arriva in Consiglio Comunale, ma anche l’inadeguatezza e l’incapacità della maggioranza di affrontare il confronto persino nella sede deputata per farlo. Fratelli d’Italia non smetterà di cercare di appurare le responsabilità politiche di quella ferita inferta alla nostra città. Lo dobbiamo ai cittadini che hanno il diritto di sapere come sia stato possibile che l’amministrazione non si sia accorta di cosa stava succedendo nella sua città.

I problemi non si risolvono con il silenzio. Sottacerli li peggiora” scrive il senatore fiorentino e capogruppo della commissione Cultura Paolo Marcheschi.

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