Ordinanza di chiusura dei negozi diffusa oggi dalla Regione

Appello per le festività. Intanto 33 mila firme in 48 ore per chiedere di riaprire in zona rossa estetica e acconciatura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2021 13:22
Ordinanza di chiusura dei negozi diffusa oggi dalla Regione

Chiusura pasquale per l’intero comparto del commercio, non solo negozi di generi alimentari, ma anche tabaccai e fioristi, che invece sarebbero stati autorizzati all’apertura anche in zona rossa. Lo dispone l’ordinanza regionale n. 42 del 2 aprile 2021. Supermercati e piccoli negozi di alimentari, macellerie, gastronomie e rosticcerie, che con i ristoranti impossibilitati a lavorare normalmente erano sotto pressione per le vendite alle famiglie, apprendono oggi che non potranno lavorare né a Pasqua né a Pasquetta. Ma è consentita loro la consegna a domicilio.

“Non discutiamo l’opportunità o meno del provvedimento preso di gran fretta oggi (2 aprile 2021) dalla Regione Toscana, ma biasimiamo aspramente il metodo di lavoro adottato dalla giunta regionale: diffondere senza alcun preavviso una delibera del genere, che a poco più di 24 ore dalla Pasqua decide la chiusura totale delle aziende commerciali, denota una mancanza assoluta di rispetto e di riguardo nei confronti delle imprese e dei loro clienti” tuona il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni “e non vogliono perdere le prenotazioni ricevute, in pochissime ore devono mettere in piedi un servizio di consegne al domicilio dei clienti, quelli che sarebbero venuti in negozio a ritirare quanto ordinato. E cosa faranno con le scorte di prodotti preparati per chi non aveva prenotato nulla? Per la Regione, che si arrangino pure. Ci pare una cosa inaudita, in un momento del genere”.

“Il lockdown di marzo scorso fu una scelta straordinaria ben gestita e con effetti immediati. La zona rossa attuale è un punto interrogativo che finisce per smarrire e far arrabbiare i cittadini -è l'appello del Sindaco di Livorno Luca Salvetti- Le deroghe al “rimaniamo tutti a casa” con i vari Dpcm che si sono susseguiti sono ormai infinite. Un cittadino può uscire di casa senza infrangere la legge con almeno una decina di giustificazioni. Si può andare al lavoro, si può andare a trovare un parente, si può andare a fare la spesa, a portare il cane fuori e si può far fare attività motoria ai bambini nei parchi.

È consentito andare a correre e in bicicletta è possibile raggiungere qualsiasi posto. Potremmo continuare ancora, ma già solo quello che abbiamo ricordato porta in una città come Livorno ogni giorno migliaia di persone in ogni dove. La domanda che più frequentemente viene fatta al sottoscritto, al Prefetto e alle Forze dell’Ordine è semplice: “Ma i controlli?”.

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“Ebbene nei tre giorni in cui la nostra città è stata in zona rossa sono stati fatti oltre tremila controlli tra persone ed attività e le sanzioni elevate sono state 36.I controlli sono stati fatti con l’impiego di tutto il personale a disposizione ma è evidente che in una città di 150 mila abitanti dove oltre la metà ha motivo e possibilità di uscire la partita è persa in partenza. Se in un preciso istante Polizia di stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Municipale controllano 20 posti, nello stesso istante in altre 100 luoghi ci sarà il rischio assembramento, e sicuramente qualcuno che farà il furbo. Nel frattempo i numeri dei positivi, nonostante che nella nostra città rimangano sempre abbastanza contenuti, stanno mettendo in difficoltà il sistema sanitario che ha raggiunto di nuovo il livello di criticità.

Cosa possiamo fare di fronte ad un quadro che ormai da un anno sta logorando moltissimi livornesi economicamente e indistintamente tutti noi emotivamente? Dobbiamo fare un ulteriore sforzo: auto tutelarsi e convincersi che l’autocontrollo è l’unica strada. Fermarsi a riflettere sulle centinaia di morti al giorno, su chi per il Covid non può lavorare ed è economicamente allo stremo e sul fatto che se scolliniamo adesso, con la campagna vaccinale che dopo gli errori e ritardi iniziali sta decollando, riusciremo a tornare alla normalità. Il week-end di Pasqua e i giorni successivi vanno affrontati in questo modo.

Con sacrificio, sicuramente con il giramento di scatole. Con il malessere per una libertà negata ma anche con la consapevolezza che stiamo per uscirne e che osservando le regole o evitando di aggirarle faremo del bene a noi stessi e agli altri. Non mancheranno i controlli e, quando necessario le sanzioni. Ma per tornare a vivere il futuro è nelle nostre mani”.

"Ferma contrarietà alle misure ulteriormente restrittive per la Toscana, per effetto dell'ordinanza emessa oggi, che vedranno chiusure praticamente totali per i giorni di Pasqua e Pasquetta con la sola consegna a domicilio che, per paradosso, contribuirà solo ad aumentare la mole di spostamenti negli esercizi aperti tra oggi e domani". A dirlo Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, Consiglieri regionali di Italia Viva, in merito all'ordinanza 42 del Presidente della Giunta. "Chiediamo il ritiro dell'ordinanza - proseguono Scaramelli e Sguanci - e il ripristino delle sole limitazioni nazionali senza ulteriori restrizioni.

Non crediamo che queste misure possano portare benefici in termini di limitazione del contagio ma solo alimentare smarrimento, frustrazione e ulteriore impoverimento per le tante attività duramente colpite dalla pandemia in questo anno. La strategia per uscire da questo tunnel è la prevenzione e la vaccinazione. Gli sforzi e le misure devono andare in questa direzione, non in altre. Abbiamo già visto che le limitazioni da sole non servono a eliminare i contagi".

Una petizione per la riapertura delle imprese del benessere in zona rossa. È quella lanciata da CNA, con la collaborazione di Casartigiani e Confartigianato, per arrestare il dilagare dell’abusivismo e sanare uno stop discutibile.

“Il settore, a tutela di clienti e dipendenti, si è dotato di tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie – spiega Daniela Vallarano, presidente di CNA Estetica Firenze - Non è un caso che saloni di acconciatura e centri estetici, in questi mesi, non abbiano rappresentato fonte di contagio proprio in virtù delle modalità organizzative che hanno adottato lavorando su appuntamento e non generando assembramenti.”

La chiusura delle attività legali, inoltre, sta incentivando il lavoro a domicilio da parte di soggetti che si improvvisano parrucchieri ed estetisti, ma non ne posseggono i requisiti professionali e non rispettano le norme di sicurezza per poter svolgere l’attività né tantomeno i protocolli anti Covid adottati dal Governo, contribuendo in tal modo alla diffusione del virus.

“Sarebbe a questo punto ingiustificato che il Governo confermasse il divieto di apertura di tali attività nelle zone rosse e altrettanto incomprensibile sarebbe reiterare la discriminazione che nei decreti dello scorso autunno aveva portato alla chiusura dei soli centri estetici” prosegue Vallarano.

Inoltre, a causa delle difficoltà economiche in cui versano le imprese, procrastinare la chiusura delle attività rappresenterebbe una condanna a morte per molte imprese del settore. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. La petizione è su Change.org e in meno di 48 ore ha già oltrepassato le 33mila sottoscrizioni.

"Il passaggio in zona rossa della Toscana -affermano Marco Casucci ed Elisa Montemagni, Consiglieri regionali della Lega- ha precluso la normale attività lavorativa, tra gli altri, anche ad acconciatori ed estetiste, comportando una decisa perdita di fatturato per i titolari, oltre a correlati problemi per i dipendenti, da parte di queste categorie che operano nel comparto del benessere." "La perdurante chiusura di questi esercizi commerciali-proseguono gli esponenti leghisti-può, a questo punto, sicuramente, inoltre, favorire il deleterio fenomeno dell'abusivismo della professione, questione che va decisamente contrastata, senza tralasciare il fatto che tale illegale modus operandi potrebbe essere anche potenziale veicolo di nuovi contagi." "Infatti-precisano i rappresentanti della Lega-chi opera nell'ombra, senza seguire le normative, ben difficilmente adotterà le ferree regole di sicurezza messe in atto, anche a fronte d'importanti investimenti, da chi lavora alla luce del sole." "Pertanto-sottolineano i Consiglieri-abbiamo deciso di redigere una mozione in cui chiediamo alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinchè si possa dare il via libera a tutte quelle attività che possano essere svolte nella massima sicurezza, seguendo i necessari protocolli che tutelino parimenti lavoratori e clienti." "Oltre a ciò -concludono Marco Casucci ed Elisa Montemagni-auspichiamo che vengano stanziate congrue forme di ristoro, tutelando un importante settore della nostra economia che non deve essere, colpevolmente, abbandonato a se stesso."

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