Open Day in Santa Maria Nuova mercoledì 10 ottobre per la giornata mondiale della salute mentale

Medici e infermieri dei Servizi accoglieranno chiunque senta il bisogno di un colloquio. Il Teatro Nucleo al contrattacco a Firenze per i 40 anni della Legge Basaglia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2018 08:05
Open Day in Santa Maria Nuova mercoledì 10 ottobre per la giornata mondiale della salute mentale

Firenze – Un colloquio per raccontare il proprio disagio e per chiedere aiuto, senza paura e vergogna: mercoledì 10 ottobre (dalle 9 alle 19) l’ospedale Santa Maria Nuova mette a disposizione, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, medici e infermieri dei Servizi di salute mentale per accogliere chiunque senta il bisogno di parlare di un problema legato a depressione, disturbi d’ansia, condotte alimentari sbagliate, somatizzazioni, schizofrenia e altro. Una donna su cinque e un uomo si dieci si ammalano di depressione e una persona su cinque si ammala di un disturbo d’ansia nel corso della vita. Nonostante si parli con tutta evidenza di malattie, problemi, disagi, la psichiatria rimane una disciplina medica stretta nella morsa del pregiudizio, quando invece chi si sente inadeguato, colpevole, diverso non dovrebbe vergognarsi, avere paura né sentirsi incompreso. Con l’iniziativa di mercoledì Santa Maria Nuova aderisce all’Open Day promosso dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna che lo scorso dicembre ha premiato l’ospedale con il riconoscimento di due bollini rosa.

Il personale dei Servizi di salute mentale con il supporto della direzione medica di presidio ospedaliero e della direzione infermieristica della zona di Firenze, accoglieranno chi vorrà chiedere un aiuto, anche semplicemente con un colloquio, parlando al di fuori di un’urgenza di Pronto Soccorso, di una visita programmata o di una degenza in un momento difficile della vita. Vale per tutte le malattie che la conoscenza, la comprensione e la consapevolezza fanno parte della cura e rappresentano l’inizio della guarigione ma per le malattie mentali vale di più.

Per accedere alle stanze colloquio dell’ospedale basterà chiedere le indicazioni in portineria.

La Legge Basaglia non è scontata: pur rappresentando un punto di riferimento internazionale nell'ambito dei disturbi psichiatrici, a quarant’anni dalla nascita è oggi sottoposta a proposte di revisione che potrebbero cancellare l'utilizzo del teatro e dell'arte come strumenti nel trattamento delle malattie mentali. Su questo accende i riflettori Memorie dal Reparto n.6, di Cora Herrendorf, fondatrice di Teatro Nucleo, compagnia che da più di quarant’anni pratica una ricerca artistica nelle strade e piazze del mondo, nell'ambito psichiatrico e nel carcere. Lo spettacolo sarà in scena dal 9 all'11 ottobre alle ore 21 negli spazi dell'Ex-Fila (via L.

Casini, 11) di Firenze come anteprima dei festeggiamenti per i dieci anni di attività di Contro Attacco Teatro, progetto di teatro nelle terapie sostenuto dalla Coop Sociale Arca in collaborazione a Sfumature In Atto e A.S.L. 10 Firenze. Sarà inoltre replicato anche nella parte finale della programmazione, giovedì 1 novembre. Memorie dal Reparto n.

6, interpretato da Daniele Giuliani, si ispira liberamente all’omonimo racconto di Anton Čechov delle segregazioni e delle brutalità a cui venivano sottoposti i degenti psichiatrici nella Russia zarista dell’Ottocento: «I protagonisti –lo psichiatra Andrèj Efimjc e il folle Ivan Dmitric Gromov– sono entrambi, con i loro elevati principi di umanità e di giustizia, piegati dalla vita e dalla storia» spiega la regista argentina «Pagano il prezzo di un modo di essere empatico e idealistico che urta contro una realtà sociale impregnata a tutti i livelli di meschinità, opportunismo, corruzione, spietatezza, cattiveria». La poetica universale dello scrittore russo è quanto mai attuale in un momento storico in cui si vuole mettere in discussione la Legge Basaglia, «una conquista di civiltà che rischiamo di perdere» dichiara Cora Herrendorf, artista che sin dal 1974 si occupa di tecniche di ricerca teatrale applicate alle terapie di recupero dei disabili psicofisici in numerose istituzioni psichiatriche pubbliche e private in Argentina, Germania, Norvegia, Svezia e Italia.

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