Nuovo Stadio in arrivo, ma per la Mercafir siamo alla frutta

Lettera aperta dei grossisti ortofrutticoli di Firenze alla città e al sindaco Dario Nardella. Forte preoccupazione per lo spostamento del Mercato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2014 15:42
Nuovo Stadio in arrivo, ma per la Mercafir siamo alla frutta

Il Centro Alimentare Polivalente è definito dalla legge regionale toscana del 1983 come il principale strumento di politica annonaria del Comune di Firenze, garantendo nel suo operato la distribuzione dei beni di prima necessità da tutti i luoghi di produzione ai dettaglianti della città e della Provincia.

"Siamo un popolo silenzioso di lavoratori che vive di notte e che da 54 anni si tramanda in questa area il sacrificio di accogliere, separare, riassemblare e distribuire migliaia di tonnellate di prodotti provenienti dalla nostra regione in particolare ma anche da tutta Italia entro le prime ore della mattina" scrive A.G.O.Fi.- Associazione Grossisti Ortofrutticoli Firenze. I dipendenti denunciano di non essere stati neppure invitati alla Conferenza dei Servizi che si occuperà del Nuovo Stadio.

"Chiunque si affacci, insonne, dai palazzi di viale Guidoni potrà vederci nel pieno della nostra attività: siamo alcune migliaia di persone che si muovono su carrelli, muletti, transpallets, furgoni, camion, container, auto, biciclette e a piedi su strade e piazzali grandi quanto un quartiere. Gente che lavora duramente in tempi strettissimi, spesso alle intemperie, per poter dare alla città, ai cittadini, ai turisti, prodotti sempre freschi di elevata qualità e sicurezza a prezzi trasparenti che si formano nell'incontro tra offerta e richiesta. La pubblica utilità dei mercati all'ingrosso è riconosciuta dalla legge ed è ancora oltremodo attuale".

"In questi anni abbiamo collaborato, senza clamori ne pubblicità, investendo su un’area che, ad oggi, ci viene richiesta indietro" sottolinea il 'popolo silenzioso'.

"Oltre agli sforzi necessari per combattere la crisi economica, mantenendo inalterati i posti di lavoro, ci siamo fatti carico di sostenere l’intera spesa della gestione dell’area, senza gravare sulla collettività, pagando affitti fino al triplo del corrispondente prezzo di mercato.Nonostante ciò abbiamo visto il degrado prendere il sopravvento ma non ci siamo arresi, puntando all’idea di un mercato moderno, un nuovo mercato che l’amministrazione comunale ci ha promesso. Abbiamo diligentemente avallato la riduzione della nostra area e accettato di buon grado la riqualificazione programmata dalla nuova variante urbanistica e dalla sua relativa adozione da parte del Comune".

E dopo la proposta dei Della Valle? "Ascoltiamo con preoccupata attenzione il nuovo cambio di programma, soprattutto quando il Sindaco esprime “...nel caso il nuovo progetto risponda ai requisiti economici finanziari ci porremmo il problema del se e dove spostare la Mercafir” come se fosse un problema marginale".

I lavoratori temono "che gli amministratori pubblici non abbiano ben compreso cosa voglia dire spostare un centro alimentare all'ingrosso senza destabilizzare la sua attività, tutti si devono rendere conto che non è come spostare i banchi in San Lorenzo, e non è stata un’operazione indolore per il mondo del lavoro fiorentino.

Il sistema mercato dà lavoro stabile a molte categorie di persone quali operatori grossisti e commissionari, dipendenti delle aziende concessionarie, cooperative di servizi, produttori singoli ed associati, aziende e cooperative di trasportatori e padroncini, agenti di commercio e mediatori e tutto l'indotto che tutte le attività legate al CAP genera.

Sommando tutte le aziende che operano nel CAP o per il CAP, in termini occupazionali, si tratta della più grande azienda della Toscana. "Il mercato può anche essere spostato per far posto allo stadio ma prima deve essere ricostruito e reso operativo, senza gravare ulteriormente sulle imprese che ancora stanno pagando la ristrutturazione del 2003 e senza creare stravolgimenti operativi e finanziari che farebbero crollare tutto il sistema in un attimo con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro".

Nonostante tutto, "Vogliamo rimanere fiduciosi che si garantirà per noi quegli stessi impegni rinnovati soltanto pochi mesi fa e attenderemo quindi, per un’ultima volta in silenzio, l’esito dell’imminente conferenza dei servizi alla quale, anche se incomprensibilmente, non siamo stati invitati".

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