Non mollare: la stampa online italiana minacciata dalla Cina

Fa discutere la denuncia di ieri su sospette intrusioni orientali nel nostro archivio di notizie (200.000 pagine web)

Nicola
Nicola Novelli
22 Settembre 2025 22:16
Non mollare: la stampa online italiana minacciata dalla Cina

Ha suscitato molta attenzione la denuncia di Nove da Firenze, dal 1997 il più antico quotidiano online della città, delle tante pagine web lette dalla Cina nelle ultime settimane. Proprio così: da poco più di un mese, qualcosa sta leggendo le pagine di Nove da Firenze. Un’attività sistematica, circa una pagina al minuto, probabilmente mai la stessa.

La segnalazione di ieri sera con un corsivo, rilanciata stamane con la nostra newsletter, ha raccolta molti messaggi di solidarietà e di preoccupazione, a partire dall'Ordine dei giornalisti della Toscana. Il Presidente Giampaolo Marchini e il vicepresidente Michele Taddei si sono manifestati con vicinanza e amicizia, assicurando l'interessamento del consiglio nazionale dell'Odg.

La Tesoriera dell'Ordine, Silvia Motroni, ha proposto un incontro di approfondimento per diffondere la consapevolezza tra i colleghi. Che da diverse redazioni hanno ripreso e sottolineato la notizia.

Approfondimenti

Il problema della fornitura di fonti attendibili all’AI e dello scenario descritto da Nove da Firenze viene definito realistico e decisamente inquietante dagli addetti ai lavori: c'è chi si domanda se potrebbero essere inseriti dei filtri per limitare certi accessi, chi ci consiglia di segnalare al COSC della Polizia Postale.

In realtà il nostro giornale non manifesta un danno diretto. Anzi paradossalmente registriamo un aumento del traffico documentabile anche a fini di raccolta pubblicitaria .Il tema è tutto politico e riguarda la tutela del patrimonio informativo nazionale in lingua italiana. Questione che ci è sempre stata cara -affermiamo con orgoglio- da decenni. Il nostro auspicio è che il corsivo di ieri sera concorra a sensibilizzare l'ambiente professionale su un rischio strategico come questo.

"La Cina produce ogni anno 23.695 articoli scientifici sull'intelligenza artificiale contro i 6.378 degli Stati Uniti. Deposita 35.423 brevetti di intelligenza artificiale contro i 2.678 presentati complessivamente da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone e Corea del Sud. Metà dei ricercatori mondiali di intelligenza artificiale si trova in Cina, che realizza la maggior parte dei principali modelli open-source" è intervenuta oggi Cecilia Sandroni, fondatrice della piattaforma www.italienspr.com.

“E' bene allertare i lettori e aprire dibattiti sull’estrazione dei contenuti occidentali per addestrare GenAI orientali da proporre sul mercato oppure da impiegare nello studio della mente occidentale per chissà quali fini. Per avvelenare le infosfere europee verso l’appiattimento su un pensiero unico globale oppio dei popoli mentre i potenti senza fede politica giocano con i nostri cieli astrali?” ha scritto stamani l'avv. Deborah Bianchi, esperta di diritto digitale.

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