Negozi chiusi per Pasqua: alcune precisazioni

Bruciati quasi 600 milioni nella ristorazione. Stella (FI) : "Giani ritiri subito l'ordinanza regionale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2021 17:47
Negozi chiusi per Pasqua: alcune precisazioni

Firenze, 2 aprile- “Dopo la pubblicazione dell'ordinanza sui giorni di Pasqua e Pasquetta ci hanno chiesto tante spiegazioni ed abbiamo letto diverse interpretazioni che necessitano di precisazioni. Prima di tutto, però, voglio specificare il motivo che ci ha portato a decidere di fare questa scelta: siamo stati convinti di riproporre, come lo scorso anno, le chiusure per questi giorni festivi dai numeri dei contagi, ancora elevanti e preoccupanti, che ci impongono di mantenere alta l’attenzione. Ogni iniziativa dunque va vista nell'ottica del massimo rigore che consenta di vivere le festività con grande equilibrio”. Così l’assessore alle attività produttive, Leonardo Marras.

“L’ordinanza, ribadisco, riguarda il commercio – dice Marras –, infatti, tra le attività che dovranno restare chiuse, con la sola possibilità di consegna a domicilio di generi alimentari e beni di prima necessità, sono citate le diverse tipologie di esercizi commerciali, ovvero: gli esercizi di vicinato, le medie e grandi strutture di vendita; i centri commerciali”.

“Per questo – sottolinea ancora –, le attività artigianali ed i pubblici esercizi, come panifici, ristoranti, pasticcerie, bar, rosticcerie, gelaterie, pasta fresca, ecc., non essendo ricomprese tra quelle sottoposte a chiusura, potranno continuare, anche nei giorni 4 e 5 aprile, ad esercitare l’attività come regolato dalla zona rossa nazionale e cioè, facendo sia l’asporto che la consegna a domicilio negli orari consentiti. Allo stesso modo per il commercio ambulante, che non rientra tra le categorie individuate nell’ordinanza, sono valide le regole del Dpcm. Per ribadire, ancora meglio, le prescrizioni abbiamo preparato alcune Faq”.

Approfondimenti

“Con l’ordinanza nr. 42 del 2 aprile 2021 abbiamo finalmente capito da quale parte sta la Regione Toscana: dalla parte di chi vuole dare un altro pesantissimo colpo alle imprese medio piccole”. È lapidario il giudizio di Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti Toscana, in merito alla decisione con la quale la Regione Toscana ha disposto la chiusura degli esercizi commerciali ricompresi nell’allegato 23, fatta eccezione per farmacie, parafarmacie e rivendite di giornali.

“In regione Toscana non hanno la minima idea di quello che è il lavoro degli imprenditori, e dimostrano per l'ennesima volta che non hanno le competenze per deliberare in materia, perché parlano qualcosa che non conoscono, non capiscono, evidentemente non gli interessa e che sicuramente non rispettano”. E' severissimo il giudizio della presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini, alla luce dell'ultimo provvedimento della Regione Toscana che con l'ordinanza n.42 del 2 aprile 2021, ordina la chiusura per domenica 4 aprile e lunedì 5 aprile, di tutti gli esercizi commerciali al dettaglio, dai supermercati ai negozi di alimentari, dai fiorai alle gastronomie, compreso tabaccai e con la sola esclusione delle rivendite di giornali, farmacie e parafarmacie.

Con questa decisione, in pratica si rende difficilissimo il lavoro a tutte le attività di commercio al dettaglio coinvolte nella chiusura, considerando che molte di loro avevano le ordinazioni pronte, e che senza nessun tipo di preavviso, a poche ore dalla Pasqua, saranno costrette ad organizzare un immediato servizio di delivery. Servizio che richiede programmazione e organizzazione, e che non si può improvvisare all'ultimo minuto, tanto più in prossimità di una festa come la Pasqua”.

Lo definisce un fulmine al ciel sereno – il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “negozi di alimentari e supermercati, macellerie, gastronomie e rosticcerie, coi ristoranti impossibilitati a lavorare normalmente, sono sotto pressione per le vendite alle famiglie, apprendono ora che non potranno lavorare né a Pasqua né a Pasquetta. Se non vogliono perdere le prenotazioni ricevute, debbono mettere in piedi, in pochissime ore, un servizio di consegne a domicilio dei clienti. Inoltre, le scorte di prodotti preparati per la Pasqua non si sa che fine faranno, a ulteriore beffa di un danno già ingentissimo. E' a tutti evidente che si tratta di una cosa inaudita, una assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli imprenditori che stanno vivendo da un anno l'incubo della pandemia e delle restrizioni, e dei loro stessi clienti”.

Non sono toccati direttamente dal provvedimento in questione, ma sarà una Pasqua lacrime e sangue anche per ristoranti e pubblici esercizi. Come testimonia Daniela Petraglia, presidente di ConfRistoranti ConfcommercioPisa: “Alle 22.000 imprese già scomparse, ai 243.000 posti di lavoro persi, sono destinati a sommarsi i danni prodotti dall’ennesima festività, quella pasquale. Secondo le stime del nostro centro studi Fipe la zona rossa a Pasqua provocherà un danno al settore da 350 milioni di euro, mentre lo stop di Pasquetta causerà un ulteriore danno da 230 milioni. Nel 2020 il settore ha perso 34 miliardi di euro di fatturato e la cosa peggiore è che non riusciamo a vedere la fine del tunnel”.

"Se l'avesse fatta ieri, avremmo pensato a uno scherzo per il primo di aprile Purtroppo è drammaticamente vero. La Regione Toscana ha emesso un provvedimento restrittivo che riguarda le attività commerciali che, con meno di 48 ore di preavviso, vengono a conoscenza di dover restare chiuse domenica 4 e lunedì 5 aprile. Come se non bastasse, viene vietato anche l’asporto, è permessa solo la consegna a domicilio. È un provvedimento senza senso, folle e inqualificabile". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. "L'ordinanza della Regione Toscana - accusa Stella - è una pugnalata a tutte quelle attività e imprese commerciali che per i giorni di Pasqua avrebbero potuto, in parte, compensare i mancati guadagni dovuti alle restrizioni delle ultime settimane.

Troviamo poi gravissima la tempistica: dire con nemmeno 48 ore di preavviso che la domenica di Pasqua e il Lunedì dell'Angelo attività che erano nel pieno del lavoro, non possono più lavorare, è un fatto incommentabile. Come faranno questi esercizi commerciali a consegnare a domicilio gli ordini ricevuti, e come faranno a vendere la merce che contavano di vendere al banco? Chi li ripagherà dei mancati guadagni e della merce invenduta e che saranno costretti a buttare? Giani ritiri immediatamente l'ordinanza".

FAQ

Una rosticceria può fare l'asporto nei giorni di Pasqua e Pasquetta?

Sì. I ristoranti, i bar, i pub, le rosticcerie, le pasticcerie, i negozi di pasta fresca, le gelaterie, le pizzerie, i panifici, ecc. continuano ad esercitare la loro attività con le regole della zona rossa e quindi possono fare sia l’asporto che la consegna a domicilio negli orari consentiti.

Una macelleria può fare l'asporto nei giorni di Pasqua e Pasquetta?

No. I negozi di vicinato, le medie e le grandi strutture di vendita nonché i centri commerciali nei giorni di Pasqua e Pasquetta possono fare solo la consegna a domicilio dei generi alimentari e dei beni di prima necessità.

Nei giorni di Pasqua e Pasquetta posso andare a fare la spesa al supermercato?

No. Le medie e le grandi strutture di vendita nonché i centri commerciali possono fare solo la consegna a domicilio dei generi alimentari e dei beni di prima necessità.

Nei giorni di Pasqua e Pasquetta i mercati di generi alimentari, piante e fiori si possono svolgere?

Sì. l'ordinanza riguardo solo il commercio in sede fissa e non il commercio ambulante.

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