Mukki Latte: si scatena il dibattito sulla vendita delle quote pubbliche

Appello Flai Cgil e Fai Cisl Firenze. Confcommercio : “Liberiamo risorse da destinare al rilancio dell’economia fiorentina”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2015 19:24
Mukki Latte: si scatena il dibattito sulla vendita delle quote pubbliche

“La privatizzazione della Centrale del Latte e la tutela del territorio possono andare bene di pari passo. Del resto, con suoi bilanci in positivo la Mukki Latte ha dimostrato di saper stare sul mercato. E quindi ora siamo contenti di poter immaginare che possa camminare sulle proprie gambe”. Confcommercio Firenze dice sì alla vendita della quota pubblica della Centrale del Latte. “In un momento come questo, è impensabile che un’amministrazione continui ad avere una partecipazione all’interno di una Centrale del Latte.

Anzi, l’auspicio è che dalla vendita delle quote arrivino risorse da destinare interamente al sostegno dell’economia fiorentina – afferma Jacopo De Ria, presidente Confcommercio Firenze -. Certo, alla base della cessione ci deve essere la garanzia che il nuovo soggetto tuteli gli operatori del territorio e offra prospettive di stabilità”. E la Granarolo? “Perché no – risponde De Ria -. Ben venga il suo ingresso, se garantirà la produzione toscana del latte."E' bastata una battuta del Presidente del Consiglio all'inaugurazione di un nuovo stabilimento Granarolo a Bologna per rilanciare una ridda di ipotesi di vendita dello stabilimento fiorentino -prendono posizione Flai Cgil e Fai Cisl di Firenze e Toscana- Solo 15 giorni fa tutti gli azionisti dell'azienda rifiutavano di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di “cessione”, “svendita” o “dismissione” di quella realtà produttiva, anzi hanno sostenuto a piena voce l'importante centralità di quel sito come riferimento alla filiera del sistema degli allevatori del Mugello e della Toscana. Non vogliamo ripensamenti strategici.

La Mukki è un'azienda sana e che offre prodotti di qualità, con un mercato stabilizzato di riferimento che dà lavoro a 180 addetti (con l'indotto, si arriva a circa 1000 persone). Il nuovo stabilimento è stato impegnativo e oneroso, ma pur sempre orientato ad una capacità produttiva espansiva. Da questo dobbiamo partire. Basta battute, basta balletti, basta speculazioni. Alle prime voci e a primi atti delle istituzioni interessate, abbiamo chiesto trasparenza e serietà per una vicenda importante e delicata, sollecitando l'istituzione di un tavolo congiunto, coordinato dalla Regione, dove si potessero discutere e confrontare le diverse esigenze in campo e le strade da intraprendere finalizzate ad una azione di interesse comune.

Stiamo aspettando. I problemi dell'economia di un territorio non si risolvono con l'emotività sui giornali, ma con atteggiamenti concreti e di merito che trovino nello sviluppo e nelle capacità di crescita produttiva della Toscana la ragione della politica"."Non siamo contro nessuno e non diciamo no pregiudiziali, lo chiariamo e ribadiamo -dichiara il presidente dell’Unione montana dei Comuni del Mugello Federico Ignesti- come amministratori locali, sta a cuore valorizzare e tutelare un'eccellenza del territorio.

La bussola per noi sono quei punti fermi fissati proprio qui in Mugello con Regione e Palazzo Vecchio, e cioè: tutela dei livelli occupazionali, crescita dell’azienda, valorizzazione della filiera del latte di qualità e del territorio, unità di intenti dei soggetti pubblici. A noi preme, lo ribadiamo ancora, che la filiera del latte di qualità del Mugello con i suoi produttori, i nostri allevatori e le cooperative di conferimento, sia valorizzata e tutelata. Alla fine di dicembre l’assemblea dei soci della Centrale del Latte ha affidato ad un advisor un piano di valutazione complessiva dell’azienda che formuli diverse ipotesi di posizionamento sul mercato.

Con dei vincoli: salvaguardare l’occupazione e garantire la filiera del latte collegata alla Centrale. C'è una procedura e ci sono delle regole. Ne attendiamo gli esiti".

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