Mukki, il futuro del latte toscano tra Renzi Rossi e Nardella

Donzelli, Marcheschi e Nascosti: "Non capiamo l’endorsement di Renzi a una società che rischia di smantellare il sistema delle aziende mugellane”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2015 15:16
Mukki, il futuro del latte toscano tra Renzi Rossi e Nardella

“Un’operazione incomprensibile, dal punto di vista logico ed economico: uscire da una delle pochissime società partecipate coi bilanci in attivo, mentre si continuano a foraggiarne altre in forte perdita, solo perché il presidente del Consiglio fornisce un endorsement in tal senso a Granarolo. Vogliamo capire cosa c’è dietro, perché non vediamo alcuna necessità che la Toscana perda un’eccellenza del proprio territorio e metta a rischio i numerosi piccoli e piccolissimi produttori di latte del Mugello” questo è quanto sostengono i consiglieri regionali Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi (FdI) insieme al collega Nicola Nascosti (Fi), annunciando una serie di manifestazioni a favore dei piccoli imprenditori.

“Andremo a trovarli – spiega Donzelli – e faremo sapere loro che non intendiamo lasciare che il Mugello rischi di perdere una fetta così importante del proprio indotto. La Mukki è una risorsa importante per il nostro territorio, ma soprattutto è una delle poche società partecipate non in perdita: se proprio la Toscana vuole farlo, inizi a dismettere quelle inutili o con i bilanci in passivo, a partire da Fidi o dalle aziende agricole”.“Cedere la Mukki – aggiunge Nascosti (Fi), che sull’argomento aveva già presentato una mozione – significa azzerare quanto di buono è stato fatto finora in termini di sviluppo economico e di valorizzazione delle realtà territoriali.

Il rischio principale è che Granarolo o chi per lei possa scegliere di reperire materie prime altrove, quando gli allevatori mugellani sono un punto di riferimento importante per il tessuto economico. Spetta a Rossi decidere come agire per garantire un futuro a un patrimonio della Toscana”.“Non abbiamo una preclusione verso Granarolo in sé e siamo storicamente per le privatizzazioni – aggiunge Marcheschi (FdI) – ma non capiamo che senso abbia per la politica liberarsi di una società come Mukki che a suo tempo La Pira ideò come strumento di valorizzazione dei piccoli produttori mugellani.

Allentare il controllo sulla società porterebbe dei costi, non solo economici ma anche in termini di indotto e di paesaggio. Questo dovrebbe essere chiaro a tutti, eppure assistiamo a continui tira e molla tra i diversi livelli istituzionali: tra il sindaco Nardella, il governatore Rossi e il premier Renzi, sembra che nessuno abbia un quadro coerente della situazione”.

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