Minniti a Firenze, mobilitazioni e cortei: evento annullato

Nelle ultime settimane Firenze è stata tra le città italiane quella che sembra aver recepito maggiormente le nuove direttive in tema di sicurezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2017 15:06
Minniti a Firenze, mobilitazioni e cortei: evento annullato

 Annullata la presenza al Festival delle Religioni "per un sopraggiunto ed inderogabile impegno del ministro". Il ministro Marco Minniti era atteso sabato 23 a Firenze, nel capoluogo diverse le reazioni che verranno messe in piazza con cortei e manifestazioni. 

Alle 11 al Cenacolo di Santa Croce l'incontro “Religioni: occasione o ostacolo all’integrazione” sarà condotto da Lilli Gruber e vedrà la presenza del Ministro degli Interni Marco Minniti e di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa sostenitore dell’accoglienza dei migranti.

Una presenza che aveva sollecitato diverse reazioni. Sotto accusa "il coinvolgimento diretto dei sindaci nella gestione poliziesca della città".Il Movimento di Lotta per la Casa promuove una manifestazione, il corteo partirà alle ore 11.00 dalla Prefettura di via Cavour in direzione piazza dei Ciompi."Il ministro Minniti e il suo governo hanno dichiarato una guerra a tutti coloro che lottano per una casa e una vita degna.

E dietro la retorica dell legalità, ancora una volta, c'è la volontà di difendere a spada tratta gli interessi di banche, palazzinari e speculatori. Da questo punto di vista, Minniti non è altro che un uomo del PD: il partito che governa al servizio dei poteri forti. Perché non si parla di requisizione degli stabili sfitti di banche ed immobiliari e quindi di nuove case popolari? Perché non si interviene sul costo spropositato degli affitti che è alla base di questa emergenza?  Quando Minniti parla di soluzioni per le famiglie che vuole sgomberare, parla invece di non-risposte al problema abitativo, le stesse non-risposte che da anni trascinano e riproducono questa emergenza all'infinito.

Non saremo disposti ad accettare a testa bassa le disposizioni del governo, ma la alzeremo pretendendo soluzioni stabili e dignitose" recita la nota del Movimento.

Anche il Centro Popolare di Firenze Sud si mobilita: "Spiegare come si concilia con la carità cristiana lasciare affogare centinaia di persone in mare non è impresa delle più semplici. Il governo ha fatto altri due passi in più per rafforzarsi e diventare ancora più repressivo ed arbitrario di quanto non fosse già, accentuando l’impunità delle proprie strutture, con la logica già vista delle “emergenze” - presunte e strumentali - da cavalcare. Il primo passo è stato prendersi la piena autorità di decidere chi può o non può vivere un certo spazio pubblico.

I DASPO urbano, l’invito all’utilizzo di fogli di via, i divieti discrezionali (compreso quello di manifestare), lasciano mano libera a polizia, prefetti e sindaci, senza dover rendere conto a nessuno, in barba anche agli stessi principi giuridici validi fino a ieri, verso un Stato sempre più penale e poliziesco. Faremmo un errore a pensare che questi provvedimenti si applichino solo a certe categorie: migranti, barboni, spacciatori e via dicendo, o che si tratti di cosa di poco conto perché “possono andare da un’altra parte”.

Il principio che si è stabilito è molto chiaro e molto più generale: il governo e la polizia, si fanno giudice, giuria e boia, e stabiliscono chi colpire e come colpirlo, sulla base di proprie valutazioni di cui non devono da qui in avanti rendere conto a nessuno. C’è poco da stupirsi allora se l’autoesaltazione, tanto più se machista, porta sempre più membri delle forze dell’ordine a sentirsi al di sopra della legge e ad esercitare una sopraffazione sistematica contro i soggetti da loro percepiti come più deboli: questo è il tipo di governo, questi i suoi degni sbirri.Il secondo passo è stato coinvolgere direttamente i sindaci nella gestione poliziesca della città.

Come la scuola ha visto stravolgere la sua funzione educativa dai presidi “sceriffi” che mettono telecamere e divieti, controllano docenti e studenti, aprono i cancelli a polizia ed esercito, così il comune e il sindaco che lo rappresenta in questo contesto si riducono ad essere i carcerieri di una città blindata e svuotata dai propri abitanti, senza preoccuparsi di quelle che sono le vere “emergenze”. Basta guardare al nostro sindaco Nardella, che sperpera soldi in telecamere, sposta fioriere per la città e straparla nel tentativo di accreditarsi nel suo nuovo ruolo. Pensiamo che l’unica risposta possibile a tutto questo sia quella di scendere nelle strade per riempirle di una socialità non mercificata, per rifiutare il veleno della sopraffazione, delle divisioni, del razzismo e del sessismo e per ribadire che la vera sicurezza di cui abbiamo bisogno è quella di un lavoro stabile e pagato di una casa, asili e scuole, una sanità accessibile per tutti.

Per ribadire, una volta ancora, che i quartieri e le strade sicure le fanno solo chi le attraversa e se ne prende cura, con questo spirito e questi valori".

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