Meningite: gli antigeni e la copertura immunitaria, cosa c'è dentro

​La sopravvivenza dell'organismo umano, davanti ad agenti patogeni esterni, dipende dagli anticorpi

Antonio
Antonio Lenoci
02 marzo 2016 13:36
Meningite: gli antigeni e la copertura immunitaria, cosa c'è dentro

L'idea di iniettarsi un batterio moribondo per aiutare il nostro organismo a riconoscere e debellare anche i suoi colleghi più vispi non piace, per dirla alla maniera dei Social.Si tratta infatti di una ipotesi che contrasta con lo spirito innato di sopravvivenza. In questi ultimi mesi la Toscana ha registrato un aumento esponenziale di ricerche sulla rete alle voci "meningite" e "vaccino".Non tutti i medici si esprimono in egual modo, ci sono casi di pubblicazioni più o meno scientifiche che mettono in guardia dal contenuto delle fiale che contengono il liquido vaccinale.

La presenza di alcune sostanze in particolare, Mercurio prima e poi l'Alluminio, ha contribuito ad ingenerare numerose perplessità che si sono aggiunte ai timori legati alle concause dell' autismo nei minori. Il flop della campagna sulle vaccinazioni antinfluenzali, con le partite di vaccino ritirate a seguito delle "morti sospette" ha poi creato un precedente scomodo per la nuova campagna lanciata dall'Assessorato toscano ad inizio 2015 e giunta solo oggi al "Boom" delle richieste, probabilmente a seguito dei ripetuti casi di Meningite segnalati.Proviamo ad interrogare specialisti che operano fuori dalla Toscana per comprendere cosa c'è dietro e dentro al sistema immunitario.

"I rischi reali connessi alle vaccinazioni" è un Dossier realizzato da Giovanna Zanoni del Programma Regionale Canale Verde, UOC di Immunologia, Policlinico G.B. Rossi, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Roberta Opri della Sezione di Farmacologia, Università di Verona, Ugo Moretti del Dipartimento di Prevenzione Azienda Ulss 20 di Verona come Giuseppina Napoletano e Liera Chiara e da Antonio Ferro Direttore Sanitario dell'Azienda ULSS 20 - Verona.

Gli specialisti veneti spiegano che "Nel corso dei millenni, il sistema immunitario dell’uomo si è evoluto per difendersi da una grande varietà di microbi: ogni neonato eredita questa capacità che si manifesta fin dalle prime ore di vita. Se così non fosse stato, la specie umana non avrebbe potuto sopravvivere. Di conseguenza il neonato è in grado di rispondere anche alle piccole parti dei microbi contenute nei vaccini senza venire indebolito. Inoltre, il sistema immunitario dopo avere superato una malattia infettiva produce cellule e anticorpi che ne conservano la memoria in modo da poter prontamente reagire ad una successiva esposizione.

La ricerca scientifica ha dimostrato che il nostro organismo, già dai primi mesi di vita, risponde in maniera adeguata ai vaccini anche quando sono somministrati in associazione. Negli ultimi anni sono stati preparati, inoltre, vaccini "coniugati" che sono in grado di stimolare il sistema immunitario non ancora completamente maturo del bambino piccolo, per proteggerlo nei confronti di alcuni agenti batterici responsabili delle meningiti. La disponibilità di queste formulazioni consente di iniziare le vaccinazioni precocemente, in modo da proteggere il neonato quando viene meno la difesa conferita dagli anticorpi materni e risulta quindi maggiore il rischio di infezioni e complicazioni".

La Società italiana di Pediatria nel novembre 2015 ha creato l’evento “A scuola di vaccini” nell’ambito degli Stati Generali della Pediatria presso la Camera dei Deputati. I medici Roberta Siliquini, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità; Giampietro Chiamenti, Presidente FIMP; Carlo Signorelli, Presidente SITI; Luisa Galli, Presidente SITIP; Alberto Villani, vicepresidente SIP; Roberto Ieraci, ASL Roma E; Guido Castelli Gattinara, responsabile vaccinazioni Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Andrea Bartuli, responsabile ambulatorio polispecialistico Malattie rare Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Rocco Russo, responsabile area vaccini sito SIP; Gianvincenzo Zuccotti, Dipartimento Pediatria Ospedale dei Bambini – V.

Buzzi, Milano; Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica Ospedale Bambino Gesù; Giuseppe Masnata, Presidente SIP Sardegna hanno risposto a molte domande.Un tempo si usava dire "Ha fatto il morbillo" per sottolineare la resistenza del bambino. "I vaccini non sono contrari alla natura, ma al contrario, agiscono proprio utilizzando i meccanismi di difesa naturali, stimolando una risposta immunitaria naturale atta a produrre anticorpi contro i virus e i batteri.

Prima che esistessero le vaccinazioni, talvolta i bambini morivano e si ammalavano con gravi complicanze, ed è per questo che la scienza ha studiato il miglior modo per evitare le malattie infettive. Perciò i vaccini sono una conquista che evitano ogni anno 3 milioni di morti in tutto il mondo. Ad esempio, l’infezione naturale da morbillo provoca l’encefalite in uno su 1.000 bambini infettati e provoca la morte in 2 su 1.000 individui infettati. Al contrario, la vaccinazione MMR (morbillo, parotite e rosolia) può provocare come complicanza una grave reazione allergica solo in uno su 1.000.000 di soggetti vaccinati.

Perciò i benefici della immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate, superano straordinariamente i gravi rischi della infezione naturale. In conclusione è molto più sicuro vaccinarsi piuttosto che subire la malattia naturale".

 Ma cosa contiene un vaccino? "Oltre all’antigene ‒ cioè il principio attivo ‒ che solitamente è un microorganismo (virus o batterio) attenuato o inattivato, sono presenti un liquido di sospensione (spesso acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile) e conservanti (generalmente sali di Alluminio, i quali vengono utilizzati anche come adiuvanti). L’uso di conservanti a base di mercurio (timerosal) è stato completamente abbandonato nel 2002, sia per l’attenzione mediatica esplosa in quel periodo su basi poi rivelatesi infondate, sia per la scomparsa di vaccini in confezione multidose per i quali era utilizzato.

Sono presenti anche stabilizzanti come albumina e gelatina, e infine antibiotici, utilizzati in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica: i più utilizzati sono la neomicina, la kanamicina e la streptomicina (altri antibiotici a maggior rischio di allergia non sono utilizzati). Tutte queste sostanze sono presenti in quantità minimali e nella stragrande maggioranza dei casi non costituiscono alcun problema per la salute. Saltuariamente si possono verificare reazioni allergiche locali delle quali il professionista sanitario informerà prima della somministrazione.Efficacia.

"Proprio perché i vaccini non hanno un’efficacia del 100% bisogna avere e mantenere percentuali di coperture vaccinali sempre alte. In tale modo, con l’associazione degli eventuali richiami vaccinali previsti nel corso della vita, è possibile avere un numero sempre maggiore di soggetti immunizzati, che impediranno agli specifici virus e batteri di trasmettere malattie infettive, anche alle persone che non hanno risposto in maniera efficace ai vaccini.

Questa condizione viene definita con il nome di “immunità di gregge".Vaccini ed autismo. "L’unico studio che riportava un legame causale fra vaccino contro morbillo-parotide-rosolia e autismo si è rivelato gravemente fallace, al punto che lo stesso autore dello studio, un medico britannico, nel maggio 2010 è stato radiato dall’Ordine professionale mentre il suo studio è stato ritrattato dalla prestigiosa rivista su cui era stato pubblicato.

Anche se questa triste storia è stata utilizzata in maniera speculativa da parte degli antivaccinatori, recentemente c’è stata una netta presa di posizione finanche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che in uno specifico documento a domande-risposte sui disturbi autistici ribadisce che “i dati epidemiologici disponibili non mostrano alcuna evidenza di un legame tra vaccino MPR e disordini dello spettro autistico”, come pure “non esiste evidenza che qualunque altro vaccino pediatrico possa aumentare il rischio di questi disturbi” ed inoltre che revisioni commissionate dalla stessa OMS hanno concluso che “non esiste associazione tra l’impiego nei vaccini di conservanti come il timerosal e disturbi dello spettro autistico”.Però nel caso dell'influenza, anche i vaccinati si ammalano. "L’influenza è una delle malattie infettive a maggior impatto sociale, poiché provoca ogni anno in Italia da 5 a 8 milioni di casi con circa 8.000 morti con e alti costi economici per la Sanità pubblica.

La vaccinazione anti-influenzale è in grado di ridurre complicanze, ospedalizzazioni e morti. Si può contrarre l’influenza anche se si è vaccinati? Sì, è possibile per tre motivi: a) ci vogliono circa due settimane affinché la protezione generata dalla vaccinazione sia ottimale, e durante questo lasso di tempo è possibile contagiarsi b) i virus dell’influenza mutano spesso e i ceppi contenuti nel vaccino sono scelti in febbraio; può quindi capitare che vi sia una leggera differenza tra i ceppi vaccinali e i virus in circolazione c) gli anziani rispondono meno bene alla vaccinazione nonostante, se la contraggono, i rischi di complicazioni siano nettamente ridotti".Troppi vaccini sono pericolosi? "E' un “falso mito” sfatato sulla base delle conoscenze acquisite nell’ambito dell’immunologia.

Il sistema immunitario del neonato è in grado di montare una eccellente risposta immunitaria poche ore dopo la nascita, come testimoniato dalla risposta protettiva nei confronti del vaccino contro l’epatite B somministrato nei nati da mamma con HBV dopo il parto. Il lattante è in grado di generare una completa risposta immunitaria sia umorale che cellulo-mediata in risposta a multiple somministrazioni vaccinali. La coniugazione dei vaccini con “proteine carrier” induce una risposta immunitaria addirittura più potente di quella indotta dalla malattia naturale. Il nostro sistema immune è in grado di riconoscere e di rispondere ad un elevatissimo numero di antigeni.

Partendo dai principi dell’immunologia è possibile stimare il numero di vaccini a cui un bambino potrebbe rispondere in una sola volta: ovvero ogni bambino avrebbe la capacità teorica di rispondere a circa 10.000 vaccini contemporaneamente. Quanto alla falsa credenza riguardo all’indebolimento o alla sovra-stimolazione del sistema immunitario in concomitanza della somministrazione multipla di vaccini, numerosi studi hanno ormai dimostrato come la risposta umorale sia simile per le somministrazioni multiple e per le somministrazioni singole per la maggioranza dei vaccini attualmente in commercio. Negli anni ’80 iniettavamo più di 3000 antigeni per vaccinare contro 7 malattie (difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite e rosolia).

Grazie ai progressi delle biotecnologie, i vaccini sono molto più purificati: oggi iniettiamo 150 antigeni soltanto per vaccinare contro 14 malattie (alle precedenti si sono aggiunte emofilo, epatite B, varicella, pneumococco, meningococco B e C, rotavirus). Sono numeri che impegnano ben poco il sistema immunitario, altro che sopraffarlo o indebolirlo".

 Per la copertina di questo approfondimento sul tema abbiamo fatto uso di una Lezione sugli Anticorpi fornita online dall'Università di Roma 2
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