Luisi: il 6 settembre l'ultima da direttore musicale del Maggio

Il Maestro, dimessosi lo scorso luglio in polemica con le scelte di Nardella, guiderà l'Orchestra in un concerto con il violinista russo Krylov

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2019 15:32
Luisi: il 6 settembre l'ultima da direttore musicale del Maggio

Firenze, 30 agosto 2019 - Sarà l’ultima volta in cui Fabio Luisi salirà sul podio del Teatro del Maggio da direttore musicale. Il Maestro, che ha dato le dimissioni lo scorso luglio, terrà fede – come aveva già annunciato – agli impegni presi per il mese di settembre, dirigendo il concerto del 6 settembre alle 20 che lo vedrà guidare l’Orchestra del Maggio insieme al violinista russo Sergej Krylov nel Concerto n. 1 in re maggiore op. 6 per violino e orchestra di Niccolò Paganini e nella Sinfonia n. 3 in do maggiore op. 21 di George Enescu.

Luisi, che dà ufficialmente il via con questo concerto ai nuovi appuntamenti del Maggio dopo la pausa agostana, accompagnerà inoltre in tournée l’Orchestra del Maggio il 16 e 17 settembre a Bucarest, in occasione del Festival Enescu, uno dei più prestigiosi festival europei di musica sinfonica. Lunedì 16 alla Gran Palace Hall verrà eseguita la Messa da Requiem per soli, coro e orchestra di Giuseppe Verdi (Soprano Hibla Gerzmava, mezzosoprano Veronica Simeoni, tenore Piero Pretti e basso Riccardo Zanellato), mentre il 17 il programma prevede Concerto n. 1 in re maggiore op. 6 per violino e orchestra di Niccolò Paganini e la Sinfonia n. 3 in do maggiore op. 21 di George Enescu.

Fabio Luisi si dimise dalla direzione musicale del Maggio mercoledì 17 luglio, con una lettera indirizzata al sindaco Nardella e al sovrintendente Chiarot e poi fatta pervenire anche ai dipendenti. Luisi spiegò che gli avvenimenti degli ultimi giorni configurano una "svolta di natura politica" nella gestione dell'istituzione musicale che non potrà non riflettersi sulla produzione artistica. Di qua il passo indietro.

Parole alle quali il sindaco Dario Nardella rispose duramente, ritenendo "gravissima" l'allusione a "possibili ingerenze politiche".

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