Liste di attesa: la ASL Toscana Centro cede i pazienti ai privati

La UIL denuncia la resa della Sanità Pubblica. Sabato 14 aprile convegno alla Fondazione della Cassa di Risparmio. Acqua gratuita per i lavoratori a Careggi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2018 14:27
Liste di attesa: la ASL Toscana Centro cede i pazienti ai privati

Fa scalpore l'articolo della Repubblica Firenze che pubblica una delibera della ASL Toscana Centro che avvia la cessione di servizi ai privati per un controvalore di circa 3 milioni di euro, per ridurre le liste di attesa.

"Il problema serio è che il bilancio aziendale della ASL dovrebbe servire a produrle le prestazioni che servono e non a comprarle altrove con evidente inevitabile aggravio di spesa -intervengono il Segretario Regionale Confederale UIL Annalisa Nocentini, e il Segretario Regionale Mario Renzi- Ma questo è l'effetto di un'assetto aziendale che volutamente è stato lasciato sostanzialmente acefalo per più di un anno e mezzo, proprio per aspettare la soluzione dei guai personali del Dottor Morello e che ha prodotto guasti organizzativi interni assoluti! Verrebbe da domandarsi cosa è stato fatto dalla ASL Toscana Centro negli oltre 2 anni di sua esistenza per riorganizzare la rete della diagnostica e quella della specialistica ambulatoriale in chiave integrata su un territorio così ampio?? I risultati sono davanti agli occhi di tutti e fanno drammaticamente pena! Possibile che con i parametri di risorse umane, economiche e strumentali che la Regione garantisce alla ASL Toscana Centro che sono i migliori d'Italia, non si riescano a riorganizzare i servizi ai cittadini in maniera decente.

Possibile che non si riesca a sconfiggere un fenomeno come quello dei "tempi di attesa" che in massima parte è determinato proprio dai conflitti di interesse che caratterizzano una parte degli attori del sistema?? Forse è l'ora che anche in Regione qualcuno si svegli e chieda conto ai manager delle situazioni di vera e propria inefficienza conclamata ed autodichiarata. Farebbe molto bene a svegliarsi l'Assessore Saccardi il cui atteggiamento in questi 2 anni è parso più aderente al ruolo di nume tutelare del Dottor Morello che a quello di garante dei diritti alla salute dei Cittadini di Firenze, Prato e Pistoia.

Per nostro conto, come UIL stiamo esaminando gli atti che la Direzione Aziendale ha recentemente assunto sulle liste di attesa cedute ai privati e non mancheremo di segnalare alla Procura Regionale della Corte dei Conti ogni aspetto che possa rappresentare utilizzo indebito o distorto delle risorse pubbliche".

“Cosa dice la delibera?” interviene Andrea Quartini, consigliere regionale M5S “siccome il servizio sanitario pubblico non riesce a garantire delle liste d’attesa decenti per 36 mila ecografie e 36 mila visite, allora la ASL Toscana Centro consente ai privati vincitori di un bando di essere inseriti nel database del CUP e far risultare le disponibilità dei propri ambulatori e professionisti quando il cittadino o la cittadina bisognosa di quelle ecografie e di quelle visite si rivolgerà allo sportello del Centro Unico di Prenotazione del servizio pubblico”. “Quanto si prenderanno i privati per questo? 2,8 milioni di euro per un anno” sottolinea il Cinque Stelle “Come se li prenderanno? Riscuoteranno il ticket dai pazienti non esenti e poi compenseranno con ASL la differenza”. “Sin dalla campagna elettorale abbiamo tentato di spiegare che chi governa oggi la Regione voleva la privatizzazione della sanità.

Lo abbiamo ribadito dentro il Consiglio regionale portando prove. Ma qui siamo ben oltre la prova” esplicita il consigliere regionale M5S in Commissione Sanità “Qui siamo alla messa a regime dell’importazione di quel modello sanitario lombardo che da sempre solo noi, come forza di governo, abbiamo contestato in Toscana. E sul punto sono tutti d’accordo, centrosinistra e centrodestra, con rare eccezioni personali o di corrente” “Il modello lombardo sta invadendo la Toscana – prosegue Quartini - e temiamo che qui trovi terreno fertile anche perché da un lato il privato sociale, che da no profit diventa profit, è letto da alcuni come serbatoio elettorale e dall’altro lato il privato puro è letto da altri come fonte di finanziamento potenziale”. “Ecco perché la delibera dell’ASL Toscana centro segna uno spartiacque fondamentale e va compresa partendo da una domanda: perché il sistema sanitario pubblico davanti all’obiettivo di ridurre le liste d’attesa sceglie di non assumere personale, non far lavorare di più e meglio le macchine pubbliche, optando invece per favorire ancora di nuovo il privato?” chiede il Cinque Stelle. “Far lavorare il privato in sanità non conviene – prosegue Quartini - se non in ottica emergenziale.

Certo governare l’esistente significa affrontare l’emergenza, quindi è comprensibile la delibera per garantire il servizio. Su questo siamo assolutamente d’accordo, perché la priorità del servizio sanitario pubblico dev’essere la garanzia di un ottimo servizio, in tempi rapidi, per la cittadinanza”. “Ma il vero buon governo lavora sulle cause che hanno generato l’emergenza per rimuoverle nel medio lungo periodo” conclude il consigliere regionale M5S “Per questo presenterò un’interrogazione question time alla giunta regionale dove chiederò esattamente perché non ha ancora avviato l’impresa virtuosa di riqualificare il sistema sanitario regionale pubblico, affrontando le cause dei problemi che inducono oggi questo sistema a cercare all’esterno, con le prestazioni private, la mano necessaria per soddisfare i bisogni di salute della cittadinanza”.

La sanità dialoga con i cittadini” è il titolo del convegno organizzato da Cittadinanzattiva Toscana, in programma sabato 14 aprile, a partire dalle 8 e 30 fino alle 14, all’Auditorium Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze, in via Folco Portinari 5. Cittadinanzattiva Toscana, da sempre impegnata della difesa dei diritti del cittadino, con questo convegno pone l’accento sull’importanza di migliorare il dialogo tra cittadini e istituzione sanitaria.

“Nell’ambito del progetto regionale Dialogo, che Cittadinanzattiva Toscana ha lanciato in tutta la Toscana – spiega Maria Platter, segretaria regionale dell'associazione – abbiamo distribuito un questionario ai cittadini e agli operatori socio-sanitari, che ha messo in evidenza il forte bisogno di migliorare la conoscenza dei servizi erogati sul territorio. Il 95% degli intervistati riconosce nel dialogo con gli operatori socio-sanitari uno strumento fondamentale per favorire il benessere e migliorare la qualità della vita del malato.

I cittadini chiedono più informazione sui servizi; rispetto della persona e attenzione al nucleo familiare; meno ospedale e più territorio; più ascolto e un linguaggio semplice. Il convegno sarà l’occasione per affrontare questo importante argomento tenendo conto dei diversi punti di vista ma con l’attenzione sempre rivolta alla persona e ai suoi diritti. Sarà dato ampio spazio al dibattito per coinvolgere attivamente i cittadini”.

Il progetto Dialogo, realizzato con il contributo della Regione Toscana, vedrà Cittadinanzattiva Toscana impegnata per circa un anno, attraverso seminari, laboratori e gruppi di lavoro che affronteranno tematiche specifiche, come la dignità della persona, il consenso informato e le direttive anticipate di fine vita, le nuove povertà, la cronicità e molto altro ancora. Il convegno di Firenze apre alle ore 9 con l’intervento di Monica Calamai, della direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana; a seguire Paolo Morello Marchese, direttore generale dell’Azienda Usl Toscana centro e Rocco Damone, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi.

Alle 9 e 15 presentazione del progetto regionale DIALOGO a cura di Maria Platter, segretaria regionale di CittadinanzattivaToscana. Alle 9 e 30 Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva terrà l’intervento “40 anni di Cittadinanzattiva: salute e territori”. Alle ore 10 prende la parola Lorenzo Roti della Regione Toscana sul tema “Il rafforzamento dei servizi sul territorio attraverso la valorizzazione delle risorse per la cronicità”; alle 10 e 15 Ada Macchiarini, del Gruppo dell’Accademia del cittadino tratta il tema “Cittadini formati e informati per la partecipazione”.

Alle 10 e 30 è la volta di Marco Esposito, dell’associazione Toscana Spina bifida e Idrocefalo che parlerà de “Il cittadino e l’handicap”. Alle 10 e 45 Manlio Matera, dell’associazione Italiana Malattia di Alzheimer affronta il tema “Alzheimer: Che fare?” Dopo il coffee break i lavori riprendono alle 11 e 15 con la tavola rotonda “La comunicazione tra medico e paziente”. Moderano la tavola rotonda: Franco Alajmo di Cittadinanzattiva Toscana, e Sergio Baglioni; intervengono Emanuele Messina su “Medico-paziente: una comunicazione problematica”; Susan George e Isabella Martini con “Un nuovo paradigma per la comunicazione: la teoria U”; Elena Piani “Motivazioni e aspettative, salute e benessere”; Antonio Panti “Dal giuramento di Ippocrate alle Carte per i diritti”.

Discussione. Al termine del convegno è previsto un buffet a cura di SenzaSpreco. Per i partecipanti portatori di handicap sarà garantita la sosta degli autoveicoli muniti di contrassegno all’interno del parcheggio della Cassa di Risparmio di Firenze piazza S. Maria Nuova, ingresso adiacente al pronto soccorso. Info: dialogo.cittadinanza@gmail.com - 0564 077031.

Due anni fa la Uil Fpl a Careggi iniziava una battaglia per la distribuzione di acqua gratuita ai lavoratori. Una battaglia per ripristinare "le regole minime di convivenza" visto che i lavoratori fino ad allora dovevano portarsi le bottiglie da casa o comprare le bottigliette da 50 cl per 0,70 euro nei distributori dislocati in giro per l’ospedale.

"Dopo una serie di incontri, che spesso si sono trasformati in veri e propri scontri, con la direzione amministrativa, pochi giorni fa finalmente la decisione che abbiamo atteso al lungo: entro un paio di mesi verranno piazzati 70 nuovi distributori nei reparti a disposizione dei lavoratori in servizio". "Per quanto riguarda la situazione delle ostetriche, a febbraio, insieme ad altre sigle sindacali, abbiamo tenuto più incontri nel comparto materno infantile per affrontare il disagio lavorativo degli operatori in quello specifico reparto dell'ospedale.

La nostra insistenza ha dato i suoi frutti: la direzione di Careggi si è infatti impegnata formalmente ad accogliere in organico 14 nuove ostetriche, fra tempo determinato e interinale. Questo ovviamente non basta. Come Uil Fpl abbiamo chiesto che si proceda a nuove assunzioni anche in previsione delle ferie estive, e grazie all’impegno della Uil - nonostante qualcuno abbia cercato di allungare i tempi - sono già partite le lettere per i nuovi ingressi. Lo stesso percorso si sta avviando per l’assunzione di 12 infermieri, mentre per gli Oss si procederà a stabilizzare i presenti. Come Uil Fpl siamo soddisfatti per l’impegno della nuova direzione teso a riportare un clima lavorativo disteso e costruttivo dentro Careggi.

Solo ripartendo da qui tutti i i professionisti di Careggi potranno finalmente ritrovare quel senso di appartenenza al luogo di lavoro che da troppo tempo manca".

«Di Patti, Piani e promesse per il ripristino di una buona sanità all’Isola d’Elba son piene le nasse. Sarebbe il caso di passare dalle parole ai fatti. Noi a un diritto alla salute dimezzato per gli Isolani non ci stiamo»: la presa di posizione arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, che prende spunto dall’odissea patita da un malato elbano colpito da ictus che necessitava di trasferimento all’ospedale di Cisanello a Pisa. «A quanto apprendo da fonti giornalistiche – ricapitola Marchetti – il paziente, in fase acuta, si è trovato senza disponibilità di elicottero del 118 per via della scarsa visibilità, senza possibilità di essere aiutato dalla motovedetta della Guardia Costiera che non ha spazi idonei alla barella spinale, e con l’ambulanza che dalla centrale operativa del 118 era stata mandata, pare, da Porto Azzurro anziché da Portoferraio». «In buona sostanza – osserva il Capogruppo azzurro in Regione che si è insediato giusto mercoledì scorso prendendo il posto del neoparamentare Stefano Mugnai – il paziente si è trovato in situazione di emergenza privo di continuità territoriale e dell’assistenza necessaria.

Non ci fa piacere, dato il caso, affermare che Forza Italia ha sempre avuto ragione nel reclamare per l’isola d’Elba servizi sanitari maggiori e migliori di quelli esistenti già anni fa e che nel frattempo sono stati ulteriormente impoveriti malgrado patti e promesse che negli anni non sono stati mantenuti. Non c’è bisogno, su una materia come la salute pubblica, di aspettare casi come questo». «Oggi – conclude Marchetti – ben venga l’inchiesta interna aperta dalla Asl.

Noi però i problemi lamentati dai cittadini a livello individuale o organizzato li rappresentiamo da tanto, tanto tempo. E cosa si è fatto, finora? Tagli. Ecco cosa. Non ci arrendiamo di certo. Anzi: siamo pronti e attrezzati per portare la questione dei servizi nelle aree insulari fino in parlamento grazie ai nostri rappresentanti».

Ospedale di Livorno: quali gli orientamenti della Regione, a seguito del recesso dell’accordo di programma del 2010 per la costruzione del nuovo presidio ospedaliero? È quanto richiede una articolata interrogazione presentata dalla consigliera Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt). In aula, ad illustrare la risposta della Giunta regionale, l’assessore Vittorio Bugli. La risposta della Giunta regionale è partita dalla descrizione della proposta di ristrutturazione del vecchio ospedale di Livorno.

Presentata dal Comune, è stata oggetto di valutazione da parte della Regione. Il progetto “in sintesi prevedeva la necessità di realizzare l’intervento per tre macro-lotti, al fine di contenere i tempi di realizzazione e le interferenze con la parte di ospedale che si sarebbe dovuta mantenere in attività”. L’intervento “avrebbe richiesto un tempo piuttosto lungo di realizzazione, non inferiore ai 12 anni”, con un costo stimato “di circa 250 milioni di euro”. Tempo e costi che sarebbero inevitabilmente aumentati, ha spiegato l’assessore.

Di qui, dai molti “aspetti di profonda incertezza”, la posizione critica dell’Asl, che riteneva “questa ipotesi immotivata, contraria alla volontà di migliorare l’attuale offerta sanitaria locale e pericolosa per la salute dei malati”. Nell’interrogazione, la consigliera Pecori chiede quindi chiarimenti sulla soluzione verso la quale si è successivamente orientata la Regione. Il progetto ipotizzato, ha risposto Bugli in aula, “è frutto di un compromesso che contemperi la necessità di non ridurre l’attività ospedaliera attuale durante lo svolgimento dei lavori, non causare disagi, né criticità di carattere igienico sanitario, avendo la possibilità di realizzare una nuova piastra di degenza nell’area esterna ex industriale della Pirelli, inglobando anche gli edifici esistenti e prevedendo di mantenere in utilizzo una parte dell’attuale presidio di via Alfieri”.

La nuova piastra “sarebbe costruibile in tre anni”, successivamente “verrebbero riconvertiti i padiglioni della parte dell’attuale presidio”, intervento da realizzare “in un tempo complessivo di altri tre anni”. Soluzione “frutto di compromesso e non priva di incertezze, benché assai inferiori rispetto alla ristrutturazione integrale”, ha spiegato ancora l’assessore. Costo stimato “analogo, ma con margini di incertezza inferiori”, rispetto a quelli dalla ristrutturazione integrale. La consigliera Pecori si è detta “non soddisfatta della risposta.

Prima di tutto non è stato rispettato il principio della informazione preventiva ai cittadini. Vale per la Regione, come per il Comune. Mi aspettavo un momento di condivisione diverso. Sono quattro anni che giriamo intorno a soluzioni che tornano nel limbo dell’indecisione. Ancora oggi non si è chiarito se questa nuova ristrutturazione arriverà o meno con project financing, che sarebbe da superare definitivamente”.

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