Lega Salvini: per l'uomo che non deve chiedere mai... scusa

Il leghista Emanuele Cocollini, vice presidente del Consiglio comunale, ribatte all'invito rivoltogli ieri dalle pagine di Nove da Firenze, a rettificare almeno le dichiarazioni che additavano due nordafricani come gli assassini del carabiniere a Roma. Ecco la sua risposta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2019 12:33
Lega Salvini: per l'uomo che non deve chiedere mai... scusa
Emanuele Cocollini con Matteo Salvini

Ieri mattina, alla luce del fatto acclarato che "delinquenti nordafricani" non sono responsabili dell'omicidio del vice brigadiere Mario Rega Cerciello, abbiamo ri-pubblicato le dichiarazioni dei neoeletti consiglieri comunali della Lega Salvini, che venerdì -non è chiaro con quale nesso- si erano scagliati contro la Giunta Nardella, rea di favorire "l’immigrazione irregolare e incontrollata, che alimenta inevitabilmente la delinquenza". Perciò li abbiamo invitati a chiedere scusa, o quanto meno a rettificare nella prossima assemblea consiliare le loro affermazioni, rivelatesi palesemente infondate.

Ecco cosa risponde alle nostre argomentazioni, Emanuele Cocollini, vice presidente del Consiglio comunale, attraverso un post sul suo profilo Facebook. Di seguito riproduciamo le sue parole, come abitualmente avviene su Nove da Firenze, una testata giornalistica indipendente, che oltre 20 anni concede spazio a tutti i movimenti politici, da Casapound ai centri sociali:

"CHIEDERE SCUSA? E PER CHE COSA?!

Leggo con piacere il commento di Nicola Novelli alle mie dichiarazioni. Egli vorrebbe che io chiedessi scusa in quanto l’assassino del Carabiniere Mario Rega Cerciello non sembra più essere un nordafricano ma un americano. Mi spiace deludere il bravo giornalista Novelli, ma non ritengo di dover chiedere scusa proprio a nessuno. Anzitutto il suo articolo dimostra che l’unico a voler strumentalizzare la vicenda è proprio lui. Probabilmente si sente di vivere in un posto migliore sapendo che ad uccidere il Carabiniere sia stato un americano e non un nordafricano.

Io non mi sento per niente rassicurato e credo che non lo siano nemmeno i nostri concittadini. Quelli che stanno festeggiando in queste ore dimostrano proprio la fondatezza di quanto dicevo: che questa sia l’occasione per riflettere, ancora una volta, sul fatto che l’immigrazione irregolare e incontrollata alimenta inevitabilmente la delinquenza. Perché solo attraverso una consapevolezza bipartisan daremo concretezza alla giusta idea di tolleranza zero. Anzi, forse, è ancora peggio: in questo Paese c’è un pericoloso retroterra culturale alimentato da uno stuolo di soloni e di pseudo intellettuali che non solo vedono nell’Eurabia e nel multiculturalismo l’avanguardia ineluttabile, ma coltivano nel profondo un odio verso coloro che hanno una visione alternativa di società.

D’altronde non è una novità, sappiamo bene che durante gli anni di piombo giustificavano i brigatisti che sparavano alle forze dell’ordine, come sappiamo che oggi sostengono e giustificano le varie Carola di turno o i no TAV che lanciano i sassi alla Polizia. Non ci dimentichiamo che per loro tutto può essere giustificato sull’altare dell’ipocrisia e del politicamente corretto. Per fortuna sono sempre stati dalla parte sbagliata della Storia e, se continuano così, credo che ci rimarranno ancora per molto tempo".

Ai nostri lettori ogni valutazione.

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