Le tramvi(t)e degli altri: il trambus a Nîmes

La brillante soluzione di autobus di alto livello in servizio in alcune aree metropolitane francesi

Nicola
Nicola Novelli
19 Agosto 2024 15:50
Premiers tours de piste

NIMES- Quando a metà degli anni ‘90 Firenze fu animata dal dibattito sulle nuove soluzioni di mobilità, all’ipotesi della tranvia qualcuno contrappose le corsie preferenziali per i bus. Nella contesa prevalse il tram, anche per l’avversione, un poco populista, per i cordoli in muratura, o gomma, che avrebbero limitato la mobilità privata. 30 anni dopo e chilometri di cordoli in muratura impiantati sulla pubblica via, quell’argomentazione pare inconsistente. E sopratutto, dopo tre decenni e 500 milioni di euro spesi non siamo nemmeno a metà realizzazione della rete prevista.

Come nel tempo Nove da Firenze ha documentato gran parte delle città europee che adottarono, più o meno nello stesso periodo, il progetto del tram hanno già in esercizio la rete originariamente prevista. Firenze è all’opera con una lentezza esasperante e sembra non tenere conto degli esempi positivi di altri territori. E’ il caso del servizio di autobus di alto livello in servizio nelle aree metropolitane francesi di Avignone, Limoges e Marsiglia. In questi giorni lo abbiamo visto realizzato anche nella città di Nîmes.

A volte chiamato busway, trambus o transbus utilizza veicoli di tipo autobus o filobus, un convoglio tipo tranvia, composto da tre a cinque corpi su un percorso snello che segue un itinerario interamente, o parzialmente su carreggiata protetta. Un sistema di priorità agli incroci e alle rotatorie garantito da una programmazione digitale dei semafori produce un livello di servizio efficiente ad elevata frequenza (da 5 a 10 minuti nelle ore di punta). Il materiale rotabile ha il pianale ribassato per facilitare l'accesso alle persone a mobilità ridotta. Le modalità operative assomigliano molto al livello di servizio della tranvia, in particolare attraverso la vendita dei biglietti di trasporto nelle stazioni.

Nîmes è una città del Dipartimento de Gard, nel sud della Francia, con poco meno di 150.000 abitanti. Dal 2022 dispone di due linee così dette BHNS (bus ad alto livello di servizio). Lo snodo centrale è alla stazione Musée de la Romanité che è servita dalle linee T1 e T2.

La prima linea, che attraversa la città da Nord a Sud, misura 7,2 chilometri. E’ in in servizio dal 2012, con un prolungamenti nel 2016 e ‘19. Il suo percorso serve l'uscita autostradale dell’A54, dove si trova un Park & Ride di 360 posti e un altro di 100 posti in prossimità della zona urbana. Sul percorso di questa prima linea, molto simile a quello di un tram, con una banchina riservata al 95%, si trovano 15 stazioni.

Le stazioni sono lunghe 30 metri e il veicolo viene guidato in avvicinamento da un sistema digitale che consente l'attracco il più vicino possibile alla piattaforma. Dispongono delle stesse apparecchiature delle stazioni dei tram, informazioni audio e video dinamiche in tempo reale, nonché tutte le apparecchiature necessarie per l'emissione di biglietti. È inoltre attivo un sistema di biglietteria contactless.

Nel centro storico (Nîmes è famosa per i monumenti di epoca romana ben conservati, come l'Arena) il T1 è promiscuo al traffico locale. Il settore è gestito infatti da semafori posti a monte e a valle della strada in modo da consentire il transito delle auto, ma garantendo che la BRT non venga mai intralciata dal traffico.

La linea T2 è stata inaugurata nel 2022. Attraversa Nîmes da est a ovest in meno di 45 minuti rispetto a più di un'ora in auto e serve molti quartieri densamente popolati. Contemporaneamente sono iniziati i lavori di realizzazione delle linee T3 e T4.

I vantaggi sono evidenti. Costi e tempi di realizzazione assai minori rispetto a un tram su binari, a esempio non si deve scavare la sede stradale, impattando l’eventuale presenza di beni archeologici. Promiscuità della sede stradale, disponibile a esempio alla nuova mobilità elettrica, biciclette e monopattini. Ma sopratutto costi di esercizio nettamente inferiori. A Firenze potremmo pensarci? A giudicare dal dibattito recente sviluppatosi in occasione delle ultime consultazioni comunali, non pare proprio.

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