Le città devono cambiare: è il momento di pensare ai '15 minuti'

Decaro e Biffoni: "Per trovare tutto vicino a casa indispensabile sfruttare la sfida del Pnrr"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2021 23:45
Le città devono cambiare: è il momento di pensare ai '15 minuti'

La sfida per ripensare e programmare il futuro del nostro paese passa prima di tutto dalle città; e la pandemia ci ha insegnato che le città devono cambiare, diventare più sostenibili e a misura di cittadino. In questo contesto, la filosofia della “Città dei 15 minuti” può e deve essere uno strumento importante, con l’obiettivo di trovare tutto ciò di cui si ha bisogno entro un quarto d’ora da casa, per mantenere la dimensione di vicinato, permettere a tutti di raggiungere i servizi velocemente e per risparmiare in termini di tempo, inquinamento e risorse. Un nuovo modo di intendere i nostri centri urbani che si sta affermando in tutto il mondo, da Parigi a Melbourne, da Genova a Copenhagen; e che in Toscana può trovare una dimensione ideale.

Di questo si è parlato stamani dall’Impact Hub di via Panciatichi a Firenze, nel web-meeting organizzato da Anci Toscana a Firenze con Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana e sindaco di Prato, il professor Ezio Manzini del Politecnico di Milano e autore del recente libro “Abitare la prossimità. Idee per la città dei 15 minuti”, Nicola Benini sindaco di Bucine, Alessia Bettini vicepresidente Anci Toscana e vicesindaca di Firenze, Silvia Viviani urbanista e assessora di Livorno, Francesca Lucherini assessora all’Urbanistica di Arezzo, Simone Gheri direttore Anci Toscana, con le conclusioni di Antonio Decaro presidente nazionale di ANCI e sindaco di Bari.

“Durante la pandemia, la nostra preoccupazione è stata quella di non perdere il presidio sociale nelle nostre città - ha detto Matteo Biffoni - ed oggi va recuperata una nuova dimensione, urbanistica e nell’offerta dei servizi. Questo in particolare per le città medio grandi, dove o si provano a perseguire nuovi percorsi, o si rischia di andare in tilt, di non farcela. In questa transizione, che potremo attuare grazie alle risorse del Pnrr, occorre un'assunzione di responsabilità collettiva, che recuperi la qualità della vita per i cittadini anche attraverso i servizi di prossimità. Avere tutto vicino a dove si vive va esattamente in questa direzione. Abbiamo davanti una grande occasione, ma dobbiamo fare presto”.

Da parte sua, il presidente Decaro ha sottolineato il ruolo delle amministrazioni nell’azione sussidiaria nei confronti dei cittadini e nel rendere autonomi i singoli quartieri. “I Comuni - ha detto - rappresentano l'investitore più importante del nostro Paese e devono essere centrali per la gestione del Pnrr, nella la transizione digitale e nella transizione ecologica. Ma per questo è assolutamente indispensabile la semplificazione, altrimenti non ne usciamo. Dobbiamo tornare in una situazione migliore di quella che abbiamo lasciato prima della pandemia. Ma abbiamo bisogno degli strumenti per farlo”.

Approvato un Ordine del giorno, presentato dal gruppo del Partito Democratico, primo firmatario il presidente della Commissione urbanistica Renzo Pampaloni, collegato alla delibera sull’aggiornamento del quadro conoscitivo del Regolamento Urbanistico per servizi pubblici e priva di uso pubblico che indica lo sviluppo di servizi pubblici e di uso pubblico secondo il modello della città dei 15 minuti.

“Con questa delibera votata oggi in Consiglio è stato effettuato un monitoraggio della distribuzione dei servizi pubblici esistenti ed è stato apportato – spiegano il capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano ed il presidente della Commissione urbanistica Renzo Pampaloni – un aggiornamento del quadro conoscitivo senza modificare il destino di immobili come Villa Basilevskiy che dovranno essere oggetto di una variante o di una proposta all’interno del prossimo Piano Operativo".

Il Partito Democratico nell’Odg riprendendo l’impegno manifestato e ribadito in aula dall’Assessore Del Re ha individuato una serie di proposte per uno sviluppo di servizi pubblici e di uso pubblico secondo il modello della città dei 15 minuti ed un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile della città basato sulla rigenerazione e sul blocco di nuova previsione di carattere turistico-ricettivo nell’area Unesco e l’individuazione di un limite massimo di SUL destinata a tale destinazione individuabile nella consistenza raggiunta nel periodo pre pandemico.

"Invitiamo il sindaco e la giunta ad inserire nei prossimi strumenti urbanistici il blocco di nuova previsione di carattere turistico-ricettivo nell’area Unesco e un limite massimo di SUL complessiva dedicata a tale destinazione, valutando, come soglia massima, la consistenza raggiunta nel periodo pre-pandemico e valutando contemporaneamente l’inserimento nell’apparato normativo dei piani urbanistici, di strumenti per incentivare la delocalizzazione della destinazione dall’area Unesco alle altre aree della città; valutare al ribasso la soglia minima di 2000 mq prevista per le aree di trasformazione e considerare al fine del conteggio della SUL utile non solo la singola consistenza delle unità immobiliari ma anche la somma di tutte le unità immobiliari caratterizzate da una destinazione omogenea; prevedere nell’apparato normativo del Piano Operativo strumenti, in analogia con quelli già sviluppati per i cinema, volti a realizzare il modello di città dei 15 minuti, non solo nei rioni ma anche nel centro attraverso: il mantenimento delle funzioni culturali (musei, teatri, librerie) e in generale di supporto alla residenza attraverso strumenti già sviluppati ad esempio per i cinema; il recupero degli spazi pubblici che, specie nel centro storico, sono l’unico modo per accrescere la vivibilità secondo i nuovi parametri che la pandemia da SARS-COV-2 ha fatto emergere.

Particolare rilievo – concludono il capogruppo PD Nicola Armentano ed il presidente della Commissione urbanistica Renzo Pampaloni – assumono in tale ambito gli spazi verdi adeguatamente attrezzate per attività sportive e di svago; il recupero dell’edificato esistente ai fini di incrementare e diversificare l’offerta di destinazione residenziale, di servizi alla residenza (sulla scorta dell’esperienza positiva del recupero della Caserma di Santa Maria Novella e delle Murate) e, con particolare riferimento al centro storico, di servizi per attività artigianali”.

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