Firenze, 7 giugno 20225. “Un intero popolo è oltre lo stremo delle forze: senza cibo, senza acqua, senza accesso agli aiuti umanitari, sotto le bombe e costretto a vedere le proprie case e le proprie città rase al suolo. Oggi siamo in piazza a Roma per dire basta, per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza e la fine della guerra” A dirlo è Serena Spinelli (Pd), assessora al Welfare della Toscana, che sta partecipando alla manifestazione indetta dalle forze del centrosinistra a Roma.
“La mobilitazione non può finire qui – aggiunge Spinelli –. Bisogna fermare il governo Netanyahu e bisogna fermare Hamas. Non possiamo restare in silenzio davanti a questa tragedia. Serve un’iniziativa forte della comunità internazionale per porre fine al massacro e aprire la strada a una pace vera, giusta, duratura”. “Ogni giorno che passa è un giorno di troppo. È nostro dovere far sentire la voce di chi vuole una pace vera, giusta e duratura”, conclude Spinelli.
Il Movimento 5 Stelle ha protocollato un question time urgente per chiedere al Presidente della Regione Eugenio Giani di chiarire pubblicamente la propria posizione sul caso di Marco Carrai, presidente della Fondazione Meyer nonché Console onorario di Israele a Firenze.
Marco Carrai, figura centrale nel sistema di potere toscano, ricopre oggi ruoli strategici come la presidenza di Jsw Steel Italy, di Toscana Aeroporti e della Fondazione Meyer. La sua vicinanza politica a Matteo Renzi e a Italia Viva è ben nota, ma è il suo ruolo di rappresentanza dello Stato di Israele – il cui governo è oggi coinvolto in un conflitto che ha provocato oltre 18.000 vittime tra i minori palestinesi – a suscitare una profonda riflessione etica e politica, specie alla luce del suo incarico ai vertici di un’eccellenza pediatrica come il Meyer.
“Non possiamo accettare ambiguità. Dopo il passo indietro del console onorario della Federazione Russa, ci aspettiamo lo stesso da Carrai – dichiara Irene Galletti, Presidente del Gruppo M5S in Consiglio regionale –. Il ruolo che ricopre è incompatibile con il messaggio di pace e tutela dell'infanzia che la Fondazione Meyer dovrebbe incarnare”.
La richiesta del M5S arriva a pochi giorni dalla presentazione di una mozione, seguita anche da una simile presentata dalla maggioranza, e che chiede l’interruzione dei rapporti istituzionali tra la Regione Toscana e il Governo israeliano.
Per questo le associazioni Italia-Israele e Fiorentina Amici di Israele esprimono profondo sconcerto e ferma preoccupazione per la presentazione, in Consiglio Regionale della Toscana, di due mozioni promosse rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, che chiedono la sospensione di ogni forma di collaborazione istituzionale, commerciale e accademica con lo Stato di Israele.
“Tali iniziative, gravemente faziose, si pongono al di fuori delle competenze proprie delle istituzioni regionali, che non hanno alcun ruolo in materia di politica estera, prerogativa esclusiva dello Stato. Nel contenuto e nel linguaggio utilizzati dalle mozioni emerge un’evidente deriva ideologica: si parla apertamente di condotta genocida da parte di Israele, si invoca un boicottaggio totale nei confronti di università, imprese e istituzioni israeliane. Richieste peraltro confermate anche a Palazzo Vecchio dove si dovrebbero discutere a breve atti di analogo tenore.
Si tratta di un doppio attacco a livello regionale e cittadino –denuncia il Presidente dell’Associazione Fiorentina Amici di Israele, Kishore Bombaci– che è contrassegnato da un pregiudizio ideologico e da una pericolosa strumentalizzazione politica. Ad oggi non esistano attualmente rapporti commerciali tra la Toscana e Israele: ciò rende queste mozioni non solo infondate ma chiaramente ispirate da logiche elettorali, con l’obiettivo di intercettare il consenso di frange estremiste, piuttosto che promuovere una riflessione costruttiva sulla situazione in Medio Oriente.
È particolarmente grave che si voglia interrompere i rapporti anche in ambito culturale e accademico, colpendo le università israeliane e ostacolando lo scambio di conoscenze e dialogo scientifico, che dovrebbero essere strumenti di pace e cooperazione. La pretesa che rappresentanti israeliani debbano esplicitamente dissociarsi dalla politica del governo di Gerusalemme per poter essere accolti in Toscana rappresenta una forma inaccettabile di discriminazione politica e collettiva, che finisce per danneggiare indiscriminatamente l’intero popolo israeliano”.